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Il mostro dell’opera, La torre di Londra e La donna vespa in dvd

Creato il 26 ottobre 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
Il mostro dell'operaplay video

Chi, tra gli amanti del trash e delle bizzarrie nostrane su celluloide, non conosce Renato Polselli, autore di cult sotterranei della cinematografia bis quali L’amante del vampiro (1960), La verità secondo Satana (1972) e Riti, magie nere e segrete orge nel Trecento… (1973)?
Cult sotterranei che non poco fecero penare i ricercatori di rarità da schermo tra gli anni Ottanta e Novanta, quando, inediti nel mercato ufficiale dell’home video, circolavano soltanto in copie vhs di discutibilissima qualità nella folta giungla dei collezionisti; prima ancora che, almeno in parte, se ne accorgessero i distributori di dvd, cui dobbiamo ora anche la preziosa riscoperta su supporto digitale de Il mostro dell’opera (1964), uno dei primi lavori polselliani.
All’interno della sua collana dedicata al gotico italiano, infatti, accompagnata dal trailer è Sinister Film a rendere disponibile la pellicola – rientrante tra quelle che hanno aperto la strada al filone – incentrata su una tanto misteriosa quanto pericolosa figura che si aggira in un vecchio teatro in declino, noleggiato da un gruppo di attori per dedicarsi a prove di recita in vista di una importante rappresentazione.
Al servizio di un mix in bianco e nero tra Il fantasma dell’opera e Dracula che, in mezzo a ritorni dall’oltretomba, donne incatenate e Milena Vukotic (futura Pina della saga comica Fantozzi) inclusa nel cast, tira in ballo addirittura balletti degni di un varietà televisivo, lasciando già intuire sia la morbosità che le deliranti divagazioni in seguito rese ancor più esplicitamente scoperte dal regista.

La torre di Londra

E, attingendo sempre dal ricchissimo catalogo Sinister, è possibile scovare anche La torre di Londra (1962), che, diretto dal re dei b-movie Roger Corman, è una trasposizione in chiave tenebrosa del Riccardo III di William Shakespeare, nonché rifacimento de L’usurpatore (1939) di Rowland V. Lee, interpretato da Basil Rathbone e Boris Karloff.
Ne è infatti protagonista l’immenso Vincent Price nei panni di Riccardo di Glouchester, il quale, approfittando della malattia del fratello Edoardo IV d’Inghilterra alias Justice Watson, tenta la scalata al trono eliminando fisicamente tutti i suoi avversari; senza immaginare, però, che la regina, nel tentativo di sconfiggerlo, arrivi a radunare le truppe rimaste fedeli per dare il via ad una cruenta battaglia.
Mentre i fantasmi degli innocenti uccisi cominciano a manifestarsi in un crescendo di follia e depravazione i cui dialoghi sono stati adattati da un giovane Francis Ford Coppola e che assume ulteriore interesse grazie alla sezione del disco riservata ai contenuti speciali; in quanto, al di là della galleria fotografica e di un’introduzione di Luigi Cozzi al film, abbiamo lo speciale di ventotto minuti Roger Corman “King of the B’s”, con testimonianze, tra gli altri, dell’ex socio Samuel Z. Arkoff, dello scrittore Richard Matheson, di JoeGremlinsDante, di John Carpenter, di StuartRe-AnimatorGordon, di Anthony Timpone, editore della rivista Fangoria, e di JimPiranhacondaWynorski.

La donna vespa

Ma, sempre a proposito della prolifica filmografia cormaniana, Pulp Video recupera dal dimenticatoio – in versione originale sottotitolata in italiano – La donna vespa (1959), evidente imitazione in chiave femminile a basso costo del più famoso L’esperimento del dottor K. (1958) di Kurt Neumann, che vide protagonista il già citato Price.
Non a caso, in maniera analoga pone in scena la fondatrice e proprietaria di una grande azienda cosmetica incarnata da Susan Cabot, che, continuamente derisa nel posto di lavoro, decide di sperimentare su se stessa un prodotto derivato da enzima di vespa che pare permetta di invertire il processo di invecchiamento.
Azione che la porta sì a ringiovanire giorno dopo giorno e a tornare la donna affascinante di un tempo, ma anche a trasformarsi in una vespa assetata di sangue umano nelle ore notturne.
Lasciando intravedere una certa allegoria-attacco nei confronti dell’eccessivo ricorso a prodotti di bellezza, ma rimanendo nella memoria dello spettatore soprattutto a causa del grottescamente divertente look del mostro, fornito in maniera unica di testa e braccia da insetto a differenza di quanto mostrato nella locandina.
Una galleria fotografica arricchisce il tutto quale extra.

Francesco Lomuscio

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