Il mostruoso mercatino di Piazza Navona resta uguale o cambia verso? Tutti i partiti alleati, dal Pd a Forza Italia, a difesa del peggior suk bancarellaro natalizio d'Europa

Creato il 17 novembre 2014 da Romafaschifo







IL MERCATO DI NATALE DI PIAZZA NAVONA È DA ANNI RACCAPRICCIANTE
Ci rivolgiamo più che altro ai lettori che conoscono i veri (i veri!) mercatini di Natale che abbelliscono e danno allegria e senso di festa a tante città europee, ma anche italiane da nord a sud. Tutti questi cittadini, i cittadini che viaggiano e che viaggiano mantenendo gli occhi aperti, sanno cosa sia un mercatino di Natale e sono questi cittadini che ogni anno, all'arrivo di dicembre, sommergono la nostra redazione di mail indignate per l'abisso di sciatteria e squallore in cui versa il mercatino di Natale romano per eccellenza, quello di Piazza Navona.
Ma ci rivolgiamo anche a chi conserva il ricordo di una Piazza Navona di venti o di trenta anni fa: sappiate che oggi la situazione non è neppure paragonabile a quella che ricordate. Dire che i banchi vendono prodotti scadenti e che il livello è crollato è un eufemismo, l'atmosfera di squallore è palpabile, la delusione è cocente per tutti, i commenti dei turisti sui social network non lasciano spazio a interpretazioni. Addirittura l'atmosfera natalizia non c'è, perduta tra prodotti made in china e merci di qualità inaccettabile. Per tacere del cibo. Ovviamente i banchi sono monopolizzati tutti o quasi dalle medesime famiglie che sovraintendono il mercato chiuso e impenetrabile dell'ambulantato romano.

LE MODIFICHE DI QUEST'ANNO

Quest'anno qualcosa potrebbe cambiare. Ne la presidente del Primo Municipio Sabrina Alfonsi ne tanto meno l'assessore al commercio Jacopo Emiliano Pescetelli avevano intenzione di torcere neppure un capello ai ras dei banchisti che garantiscono lo sciatto svolgimento del mercato.
Perché nel Primo Municipio se la Soprintendenza blocca un percorso pedonale protetto, che potrebbe salvare vite umane, tutti fanno spallucce, se invece blocca una bancherella fatiscente tutti a cerare una soluzione nell'ambito dello squallore più profondo. Ma alla fine hanno dovuto far buon viso a cattiva sorte e indire un bando visto che le concessioni erano scadute dal 2012 ed erano state già spericolatamente prorogate nel 2012 da Orlando Corsetti e dal 2013 da Sabrina Alfonsi la quale voleva, ma per fortuna non ha potuto, prorogare pure quest'anno. La quale voleva, ma per fortuna non ha potuto, mantenere il medesimo numero di banchi o diminuirli di pochissimo ("sono posti di lavoro", la solita nenia che non considera meritevoli di tutela invece le migliaia di posti di lavoro che a Roma vengono persi ogni giorno a causa del degrado, delle lobby, dei sistemi chiusi, dei soliti noti, di un commercio esercitato da chi sconosce la qualità) che invece, per indicazione tassativa della Soprintendenza di Stato ai Beni Architettonici e Paesaggistici nella persona del soprintendente arch. Agostino Bureca si dovranno ridurre del 40% da 115 a 72. Dunque una festa più piccola e compatta (si ridurranno anche le dimensioni dei singoli banchi, anche se solo a partire dal 2017) e una festa i cui partecipanti dovranno passare dalla vittoria di una evidenza pubblica.

Anche Colonia è una grande città come Roma, mica è Bressanone. Eppure...


LA MOZIONE PER BLOCCARE TUTTO. TOTALMENTE BIPARTISAN!
Ora questo difficile equilibrio potrebbe saltare. Questa discontinuità che dovrebbe portare ad una fiera della Befana non certo più bella (saranno sempre i soliti operatori a vincere perché conterà nel punteggio non la qualità dell'offerta bensì l'anzianità di servizio nelle edizioni precedenti, di fatto chiudendo il mercato agli operatori - magari di qualità - che potrebbero entrarvi alzandone il livello che così è condannato a restare bassissimo almeno fino al 2017 ammenoché gli operatori non ottengano come chiedano un rinnovo di 10 anni), non certo bella, dicevamo, ma per lo meno più ridotta di dimensioni e più sostenibile nella disposizione e nell'allestimento della piazza, potrebbe non verificarsi. 
Potrebbe saltare perché il 13 novembre scorso (e verrà probabilmente discusso domani, martedì 18) è stata depositata una Mozione che Roma fa Schifo ha avuto modo di leggere (la pubblichiamo in basso) e che intima al Sindaco e alla Giunta di andare contro la legge, contro le Soprintendenze e contro il buon senso e stoppare tutto facendo tornare la festa della Befana allo status quo ante e dunque 115 bancarelle, nessuna riduzione di dimensioni (peraltro già imposta dal 2002 e mai e poi mai rispettata dagli operatori), nessuna riduzione temporale (partenza il 1 dicembre e non il 6), nessuna riduzione delle tipologie (potranno così tornare anche quest'anno paccottiglia, bigiotteria, oggetti etnici), nessun divieto di appendere merci in alto ad oscurare la visibilità di fontane e chiese. Ovviamente la mozione è firmata da tutti (la prima firma è chiaramente quella di Davide Bordoni, ma su questo non c'era dubbio): da Forza Italia alla Lega passando da tutti gli inqualificabili partiti della maggioranza, Partito Democratico in testa. Una zella di consociativismo che non ci sorprende, ma ci schifa sempre di più: nulla si può fare in questa città evidentemente, appena provi a sistemare qualcosa si alzano le barricate di tutti, nessuno escluso, in difesa degli interessi privati. E il Movimento 5 Stelle, speriamo contrario a questa porcheria, ha 4 consiglieri soltanto. Sono queste le vere zozzerie, cari lettori, non le multe prese automaticamente da una vettura di cui si è dimenticato di rinnovare per tempo il permesso. La vera schifezza è un PD che si permette di fare il moralista sul nulla e poi vota con Alemanno e Bordoni dalla parte degli intoccabili. La vera umiliazione, ditelo alla Michela Di Biase, è questa, non Ignazio Marino... 
La Giunta non può fare nulla di tutto ciò ovviamente: prorogare le concessioni non è illegale, è illegalissimo, e poi ci sono le prescrizioni della Soprintendenza, la Conferenza Stato Regioni, il Ministero dell'Economia, ci sono infine le indicazioni dei Vigili del Fuoco: quelle stesse indicazioni che hanno portato l'amministrazione a mandare praticamente l'esercito a rimuovere i tavolini dei ristoranti di Piazza Navona. Ora la Giunta dovrebbe far finta di non aver letto le stesse prescrizioni? Le stesse indicazioni dei Pompieri per l'incolumità pubblica? Mesi e mesi di Conferenza dei Servizi? Chi si prenderebbe la responsabilità? Bordoni? La Leonori? La Alfonsi? Conta più l'incolumità dei bambini che frequentano la festa o il lucro di qualche "imprenditore" che deve vendere bonghi, bruciaincenso o orecchini di bigiotteria in nome della tradizione natalizia? Insomma tutto il Consiglio Comunale lavora alacremente per far sì che il mercato di Piazza Navona torni esattamente lercio e ignobile com'era gli scorsi anni e come venne raccontato a fine 2012 in questo servizio de Il Messaggero.

Lo scorso anno neppure si passava. Quest'anno sarà vietato esporre merce in questo modo. Ma stanno cercando di far saltare tutto...


La consueta eleganza dei banchi di Piazza Navona contrassegnati dal numero 13. Appendendo le merci in questo modo si aumentava a dismisura la superficie espositiva (affittata per un mese a cifre ridicole)

La pressione di questi giorni è dovuta sia ai tempi sia ad una serie di ricatti basati sul nulla: il primo è un ricatto del Consiglio Comunale. E suona più o meno così: "guardate che le 43 postazioni che escludete da Piazza Navona le dovete per legge ricollocare e gli altri mercatini che avete fatto li avete fatti senza considerare gli spazi per questi". Ma è falso perché in questo caso la ricollocazione non sarebbe affatto obbligatoria: non si tratta di una revoca perché le concessioni erano in proroga, sono scadute dal 2012. E poi c'è dietro una retorica ridicola delle 43 famiglie che perdono il lavoro. Ma quando mai: qui la famiglia è praticamente una sola. L'altro ricatto viene dagli operatori che, a bando pubblicato e quasi scaduto (scade il 19), starebbero puntando a non parteciparvi, a mandare il bando deserto e a minacciare l'amministrazione di far saltare tutta la fiera. Insomma arrivare al punto di non fare la Festa della Befana indicando poi l'amministrazione come responsabile della morte di una manifestazione amata (un tempo, oggi assolutamente non più) e tradizionale. In alternativa, e sarebbe un'altra porcheria che la metà basta, si cercherà di ripiazzare i 43 esclusi, con tutta la loro paccottiglia, da qualche altra parte in città. Come se Roma non sopportasse già una pressione ineguagliabile di mercatini schifosi e come se il commercio, quello vero, non soffrisse già troppo la concorrenza slealissima di questi format commerciali da sottosviluppo spinto.

APPELLO A IMPRENDITORI SERI E DI QUALITÀ: PROVATE A INFILARVI IN QUESTA SITUAZIONE

È il tipico atteggiamento dei bancarellari romani (che ovviamente non si sono limitati a questo: "faremo manifestazioni tutti i giorni, impugneremo tutto, è tutto illegale, racconteremo ai cittadini che qualcuno vuole abolire la festa più antica d'Italia e di rilevanza internazionale". Già, l'unica bidonville commerciale di rilevanza internazionale, curioso!) ma potrebbe essere un'opportunità da sfruttare al volo, subito, il prima possibile, oggi stesso con domande di partecipazione, da parte operatori di qualità che potrebbero in qualche maniera infilarsi nella situazione. Fare da cuneo. Il bando è in corso, pubblicato regolarmente sul sito del Comune nelle pagine del Primo Municipio (ecco qui tutto il materiale). È in corso e scade il 19. Avete due giorni per partecipare: fatelo avendo i requisiti. Se martedì il Consiglio dovesse discutere e approvare l'assurda Mozione e se la Giunta - speriamo di no - dovesse cedere alle pressioni delle clientele che muovono il Consiglio, si annullerebbe il bando. Ma con quali motivazioni annullare un bando in essere, regolare, suffragato da mesi di riflessioni e analisi normative e partecipato da tanti operatori? Sulla scorta di cosa? Di una squallida mozione consociativa? Ovviamente, se questo dovesse avvenire, i partecipanti al bando annullato potrebbero impugnare la decisione della Giunta e bloccare tutto. E così a far saltare lo slum, la favela, la baraccopoli che insulta l'Epifania sarebbero loro, i nuovi, non gli storici bancarellari. Ecco perché sarebbe importante la presenza di operatori economici combattivi a concorrere nel bando in corso. 
Ecco perché in questa fase e in questi giorni non bisognerebbe farsi spaventare dal criterio dell'anzianità: perché se i vecchi operatori parteciperanno saranno comunque 43 in meno e qualcosa finalmente cambierà, se invece tenteranno il golpe e non parteciperanno si potrà vincere anche se si è presenti per la prima volta, se infine il Comune ritirerà il bando si potrà impugnare la decisione.

La vergogna della mozione. Ci sono tutti eh, ma proprio tutti tutti. Ecco le firme

Insomma, da divertirsi. E da vedere se finalmente qualcosa riesce a cambiare verso, per dirla col nostro Primo Ministro. Tutto va bene, meno che le cose restino come sono sempre state. Anche qui, tra i tanti errori, l'ennesimo punto di discontinuità della Giunta Marino (è stato Maurizio Pucci a dire "si fa così"): sono questi i motivi per cui il sindaco si sta giocando il posto, perché sta pestando i piedi ai fetenti poteri forti che questa città si è meritata. Non grandi gruppi immobiliari, industriali e finanziari come per tutte le grandi capitali occidentali, bensì bancarellari, peracottari, cartellonari, callarrostari, attacchini, porchettari e soprattutto cazzari. Sindaco, cortesemente, asfaltiamoli. Altroché ridicole pressioni del Consiglio Comunale, le centinaia di migliaia di voti li hai presi tu, non quelle banderuole che hanno una poltrona in Assemblea Capitolina in cambio di una manciata di preferenze guadagnate mettendo sul piatto protezione di interessi privati in spregio del bene comune.


La planimetria approvata dalla Soprintendenza per una festa più pulita e sostenibile con le bellezze della Piazza. Così potrebbe attenuarsi il volgare suk e potrebbero essere finalmente presenti vie di fuga in caso di emergenza


I TITOLARI DEI BANCHI E I MISERI GUADAGNI DEL COMUNE
Nella lista degli assegnatari dello scorso bando (2002) si leggono molti cognomi diversi, ma praticamente tutti o quasi assimilabili ad un'unica, diciamo così, conglomerata commerciale e imprenditoriale. Ad un unico grande clan. Da considerare anche la cifra di canone che si paga per oltre un mese di spazio concesso. Una somma così irrisoria che non basta neppure per affittare per un mese un piccolo negozio in estrema periferia, eppure con 1200 euro puoi avere il tuo banco a Piazza Navona (non è un numero di fantasia, ma è la quota più alta. Alcune postazioni, tipo quella per la vendita di palloncini, paga 92€. Poco più di 2 euro al giorno, per incassi che... lasciamo perdere): poco, poi, hanno influito gli aumenti agli ambulanti che finalmente la Giunta Marino (anche qui ostacolata dal Consiglio) ha portato a termine. E questa è la cifra e non si scappa, non può aumentare nelle more del bando. Sappiamo tutti che il Comune invece di alzare tasse e tagliare servizi potrebbe ricavare milioni da manifestazioni come questa, ma decide di non farlo. Decide di lasciare questi soldi nelle tasche degli operatori e non portarli nel bilancio pubblico a vantaggio di tutti. Ecco perché il bando punta solo sull'anzianità, perché se sei "anziano", se sei qui da tanto, la cosa non rappresenta come rappresenterebbe in tutto il mondo uno svantaggio per far girare il mercato, no, rappresenta un vantaggio a tal punto che non devi temere nessun altro parametro. Ne di qualità ne economico. Dunque se arriva la miglior pasticceria artigianale di Roma (o di Parigi, o di Milano, perché questi bandi dovrebbero essere aperti) e offre per un mese all'amministrazione 3000 euro invece di 1200, non vince comunque. E i 1800 euro di differenza che potrebbero essere spesi per far funzionare l'asino nido di tuo figlio restano nelle mani di questi signori. Anzi nelle tasche. Per sempre, finché questo sistema non salta. E oltre tutto, da una parte ti succhiano risorse intascandole loro, dall'altra ti fanno vivere in un contesto scadente, di prodotti scarsi, dove la qualità e la bellezza sono sconosciuti. Questo almeno fino al 2017, quando finirà il regime transitorio e quando, forse si entrerà in un sistema a mercato aperto. Ma per arrivarci occorre intanto implementare le modifiche di questa edizione e evitare che la cattiva politica blocchi sul più bello queste modifiche.
MATERIALI

Il bando attuale del Comune

La mozione bipartisan che cerca di affondare il bando e le modifiche della Soprintendenza

La risposta del Ministero dello Sviluppo Economico alle associazioni che chiedevano rinnovi automatici delle concessioni. Ecco perché qualsiasi rinnovo sarebbe illegale: ci sono decine di documenti a testimoniarlo, incluso questo che pubblichiamo

La lettera della Soprintendenza di Stato



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