Questi già litigano per gli spazi tra quartiere,città e regione, immaginiamo se dovessero essere a capo di uno stato - sembra più un Movimento 5 Stalle - ognuno cerca di spremere il più possibile dalla mammella della mucca, che siamo NOI, e poi Grillo, ma come cazzo fai a indicare uno come Di Pietro a guida del paese, uno che si faceva INVITARE a pranzo e cena dai socialisti per poi fare la spia, uno che ha usato la magistratura per crearsi una carriera politica, uno che usa le donazioni al partito, L'ITALIA DEI VOUCHER, per acquistarsi le case per sè e per la famiglia, uno che è pronto ad usare un intero paese per i propri benefici ed interessi
Report e la legalità della famiglia Di Pietro
di Achille Saletti | 29 ottobre 2012 Di Pietro ha perso, di improvviso, la sua baldanza. Di fronte ad una giornalista vera di Report ha farfugliato alcune scuse risibili che, credo, abbiano mandato in bestia i suoi non pochi fan. La moglie non è la moglie ma un donna con una propria testa. Immagino che anche il figlio non sia un figlio ma un uomo con una testa. Lo stesso deve valere per il cognato e per i parenti fino al quarto grado.Si fa un partito, si fa una associazione, si fanno convogliare tutti i soldi del “ vituperato” finanziamento ai partiti, alla stessa associazione. La quale, tengo famiglia, è retta da Di Pietro, dalla di lui moglie (la stessa che non è moglie e ha una sua testa) e da una fedelissima della prima ora. Nessun altro, perché la democrazia è pericolosa.
Ora, io ho perso da tempo l’interesse verso comportamenti penalmente rilevanti. Mantengo un certo attaccamento, per un concetto assai calpestato dalla classe dirigente di oggi, con modalità più variegate dello stesso rilievo penale, che è il concetto di opportunità umana e politica.
Penso che tale concetto debba assorbire la stessa fattispecie penale. Ovvero che sia l’unico reale margine oltrepassato il quale si assiste alla degenerazione della classe dirigente. La coscienza della singola persona si fa stile comportamentale e riflette ciò che i cittadini vorrebbero accadesse nella gestione del danaro pubblico. O che si aspettano, accada.
Il concetto di legalità gridato fino al parossismo ha comportato questa degenerazione per cui tutto ciò che non è illegale è possibile. Anche quei comportamenti che, nella vita comune di un cittadino, imporrebbero una seria riflessione sulla loro adozione. Che è quello che accade nei paesi la cui coscienza civile non è ordinata per decreti penali di condanna ma per senso di responsabilità e orgoglio di essere, nella forma e nella sostanza, una persona per bene.
Anche Di Pietro entra nel mazzo; non in quello dei gaglioffi (i magistrati, bontà loro, hanno certificato che non lo è) ma in quello, più numeroso e pericoloso per questo paese, dei “furbetti“ che hanno progressivamente sostituito l’astuzia alla intelligenza.
Una lotta politica ridotta ad una diatriba tra chi è astuto e chi è corrotto speriamo non rappresenti il futuro della terza repubblica.
Bologna, Movimento cinque stelle alla resa dei conti: “Salsi si dimetta”
La spaccatura sempre più evidente dopo la partecipazione del consigliere comunale alla trasmissione Ballarò. Ormai esistono due gruppi: quelli sulla linea di Grillo e Casaleggio e quelli che chiedono maggiore voce
di Giulia Zaccariello | Bologna | 3 novembre 2012È partita la resa dei conti nel Movimento 5 stelle emiliano. Se fino a oggi lo scontro tra i fedelissimi schierati “con Grillo senza se e senza ma” e la fronda dei dissidenti è sempre rimasto sottotraccia, dopo il caso di Federica Salsi, il consigliere comunale di Bologna bacchettata per la sua presenza a Ballarò, la spaccatura interna tra le due anime sembra ormai irrimediabile. E nessuno tra i 5 stelle ne fa più mistero. Tanto che alcuni tra gli attivisti più vicini al capo ora chiedono pubblicamente a Salsi di fare un passo indietro e di rimettere il suo mandato.
La proposta di dimissioni arriva dal consigliere di quartiere a Bologna, Serena Saetti: “Federica Salsi non mi rappresenta più chiedo pubblicamente che si dimetta o che passi al gruppo misto”, scrive sul forum del gruppo a 5 stelle bolognese, luogo di confronto virtuale tra i militanti. Attivista della prima ora, eletta nelle amministrative del 2011, Saetti è una delle più battagliere e convinte seguaci di Beppe Grillo. Fa parte del gruppo di bolognesi stretti intorno a Massimo Bugani, e da tempo in rotta di collisione con gli eletti in Regione.
Fino a ieri, nel mirino dei fedelissimi erano finiti soprattutto Giovanni Favia e Valentino Tavolazzi, i due consiglieri che più di tutti hanno denunciato lo strapotere di Gianroberto Casaleggio e l’assenza di democrazia interna. Ora però bersaglio è diventata di diritto anche Federica Salsi, che ieri, dopo giorni trascorsi in famiglia lontano dai microfoni e dalla rete, ha deciso di non accettare in silenzio il rimprovero di Grillo. E in un’intervista si è detta “delusa” da una persona “maschilista”, che si è dimostrata “vittima della peggiore cultura berlusconiana”. Parole di fuoco, che hanno avuto l’effetto di un terremoto all’interno del Movimento. “Con quelle frasi si è autoesclusa – chiarisce Saetti – Vuole continuare a fare la consigliera? Benissimo, ma ritengo che non lo possa fare nel Movimento 5 stelle di Beppe Grillo”.
quando l'incoerenza è a capo di ogni ideologia e l'unico interesse è il proprio