Riceviamo e pubblichiamo
“Il movimento TerniDinamica dopo aver ascoltato e letto diverse opinioni in libertà (anche qualcosa di più talvolta) sull’episodio in oggetto ritiene doveroso ricondurre ai fatti quello che è successo. Un pugno sferrato da un bambino di 11 anni ad una quasi coetanea di 12.
Un bambino da un mese a Terni e proveniente dal Senegal, un bambino che non conosce ne la lingua ne la cultura di questo paese.
Ci permettiamo di inserire un breve cenno etnoantropologico sul Senegal.
Il Senegal pur essendo un paese a maggioranza islamica adotta una religione quasi sincretica, integrando nel credo prevalente cristianesimo ed animismo.
Quindi paradossalmente uno stato moderno quasi “new age”, senza dubbio nulla a che vedere con l’integralismo.
Inoltre chi ha avuto modo in questi anni di conoscere i molti senegalesi transitati a Terni ne ha conosciuto non tanto l’aspetto religioso ma la loro innata indole ad essere sempre e comunque grandi commercianti innamorati della trattaiva.
In fondo, il commercio, il loro vero credo.
Sorprendentemente da laici questa volta ci troviamo a condividere in toto le parole del vescovo di Terni.
Il più lucido e pragmatico nel valutare la vicenda.
L’episodio è grave come sono gravi tutti gli episodi violenti, non è comunque il primo episodio ne sarà l’ultimo nella scuola. Esistono simpatie ed antipatie. Tra bianchi, come tra neri, tra uomini come tra donne.
Talvolta anche tra uomini e donne.
Piuttosto da segnalare ancora una volta è l’ipocrisia del sistema scolastico italiano che a differenza ad esempio di quello francese e della maggioranza dei paesi europei, non prevede classi differenziate per l’integrazione degli immigrati nella prima fase della loro permanenza.
Provate a pensare di portare vostro figlio undicenne in Senegal e catapultarlo in una classe già formata e complice con una dose di sana crudeltà tipica dell’età verso quello “strano”, dove è l’unico bianco e non capisce una parola della lingua ne delle regole di ingaggio tra ragazzi, non ha un insegnante dedicato ne una metodologia di inserimento.
Non lo darebbe un cazzotto a qualcuno dopo un pò??”
Il Coordinamento di TerniDinamica
Commento: Quando i movimenti laici fondono i loro pensieri con quello dei vescovi sinceramente una riflessione è lecita. Oggi registriamo un “piccolo fatto” di cronaca riportato anche dalle tv, dove un ragazzo di 11 anni (o bambino …fate voi) da un pugno ad una quasi coetanea di 12 anni, pare (e dico pare) a causa del crocifisso che la bambina portava al collo e che voi non avete citato nella nota. Fare una riflessione sociologica ed etnoantropologica per giustificare il gesto ci sembra altrettanto pericoloso del gesto stesso, cosi facendo quando questo bambino avrà 14 anni giustificheremo magari una mazzata e a 18 cosa giustificheremo? Sul fatto che il bambino (cosi voglio chiamarlo) catapultato, suo malgrado, in una realtà diversa dalla sua cultura possa avere manifestazioni di disagio non ci piove, sono d’accordo, sicuramente andrebbe aiutato, ma per il resto, consentitemi, non condivido una parola. F.L.R.