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"Il Mozart imprevedibile di Ettore Scola"

Creato il 25 gennaio 2016 da Pim
Il Mozart imprevedibile di Ettore ScolaEttore Scola scelse il Teatro Regio di Torino per debuttare nella regia lirica. Curò infatti la messinscena di Così fan tutte di Mozart che andò in programma dal 22 aprile al 4 maggio 2003, poi ripresa nella stagione 2011-2012. Lo spettacolo, al quale assistetti anch’io, venne accolto con molti consensi soprattutto per il lavoro puntuale che Scola fece sulla recitazione dei cantanti. L’intervista che riporto venne concessa dal regista a Stefano Della Casa per il mensile Sistema Musica, pubblicato nell'aprile 2003.   << Non ho difficoltà a concedere interviste, naturalmente: purché non si tratti di radio, di giornali o di televisione >>. La premessa con la quale Ettore Scola si schermisce da una possibile intervista sulla sua prima regia di opera lirica è coerente con il suo talento di umorista formatosi sulle colonne del "Marc'Aurelio", ma potrebbe raggelare per sempre il giornalista malcapitato. Per fortuna, Mozart è un ottimo argomento e “Così fan tutte” si presta molto bene a una conversazione leggera ma approfondita. << È un'opera che non ha il significato di altre dello stesso Mozart, non suona come "mille bombarde che sparano contro la nobiltà". Ma forse è interessante proprio per questo. Consente di essere meno schiavo della fissità del libretto. Ad esempio ho alleggerito alcune parti recitative perché rallentavano l'azione appesantendola. E ho pensato di lavorare soprattutto sulla recitazione, su come gli attori staranno in scena. In questo posso intravedere un ruolo possibile per il regista. Per il resto, l'opera lirica è molto codificata. Il libretto spesso è modesto, il suo contenuto è completamente lontano e a volte incomprensibile. Ma l'appassionato di lirica giustamente non sopporta manomissioni. Ecco perché penso che la zona in cui il regista può far valere la sua autonomia sia la recitazione. E su essa io lavorerò >>. Non è la prima volta, naturalmente, che a Ettore Scola viene chiesta una regia lirica. Prima, ad esempio, è arrivato il Maggio Musicale Fiorentino. << Avevo appena girato “Il mondo nuovo”, era stato un buon successo, loro dovevano allestire un “Andrea Chénier” e così hanno pensato a me perché avevo appena trattato la Rivoluzione Francese. Ma non se ne fece niente >>. Il regista di “C'eravamo tanto amati” e di “Una giornata particolare” (che sta per essere restaurato dalla Philip Morris) ha appena terminato un nuovo film e conta i giorni che lo separano dal missaggio dell'ultima fatica per lo schermo e, a ruota, dal suo cimento teatrale con Mozart. << Già, Mozart. Non so nemmeno se sia il più grande. Io ascolto molta musica classica. Di Mozart mi piace il fatto che sia imprevedibile. La musica per me è importante, ma non mi sento uno specialista >>. Non sarà uno specialista, non si ritiene un appassionato, ma la musica è molto importante per il suo cinema. Basti pensare a “Ballando Ballando”, dove con le note scorrono un secolo di fatti storici e di drammi personali. Oppure al già citato “Una giornata particolare”, o ancora al ruolo che le canzoni avevano in un film che Scola ha firmato come sceneggiatore, “Io la conoscevo bene”, dramma socio-esistenziale per una giovanissima e stupenda Stefania Sandrelli. << Eppure, sembrava proprio che il mio cinema e l'opera lirica non si sarebbero mai incrociati. Da giovane, ad esempio, ho fatto il negro per moltissimi film, scrivevo sceneggiature e dialoghi senza figurare sui titoli di testa. È avvenuto per i Totò, per le commedie, persino per qualche film d'avventura. Mai per i film tratti da opere liriche. Eppure, all'epoca se ne facevano molti. Age, Scarpelli e lo stesso Monicelli, per esempio, hanno scritto la sceneggiatura di “Casa Ricordi”, vera e propria summa dell'opera lirica italiana. Un capolavoro di comicità involontaria, con dialoghi tipo “Oh, ciao Donizetti!”, “E tu come stai, Rossini?”. Il fatto di non averci partecipato sembrava un segno del destino. Invece, eccomi qua, al Regio e con Mozart. A Torino ho già girato due film, “Trevico-Torino. Viaggio nel Fiat-Nam” e “Passione d'amore”. Due film diversissimi, il primo militante e di attualità, il secondo melodrammatico e in costume. Con “Così fan tutte” mi presento per la terza volta. L'importante è fare sempre qualcosa di diverso. E naturalmente, non rilasciare mai e poi mai un’intervista >>.   (Fotografia tratta da Teatro Regio Torino)

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