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Il Mullah Nicola è vivo e loffia insieme a noi

Creato il 24 maggio 2011 da Frankezze

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Ora gli americani se ne vengono fuori con la storia che Zio Nicola è morto. L’imprendibile, impareggiabile Mullah Nicola che per anni ha portato un vento di morte nei centri commerciali della Bat (Barletta-Andria-Trani) con sconfinamenti nel Foggiano e nel Materano. Era un terrorista della loffia e noi eravamo con lui.

Lo riempivamo di caffelatte e pan di stelle e lo mandavamo a digerire in quelle piazze finte piene di persone vere che puoi trovare negli ipermercati. Zio Nicola, grosso produttore di gas naturale e metano, riusciva a saturare ogni molecola d’ossigeno in meno di mezz’ora, anche in spazi enormi. Non faceva vittime ma faceva veramente schifo e la gente evacuava dalle evacuazioni di Zio Nicola.

Poi brevettammo i “Talebani” (del Mulino Franco). I “Talebani” erano una mistura di pan di stelle, fibre, scarti di computer e arachidi. Ricoperti di cacao del Guangdong. Una colazione con un po’ di caffe americano, latte freddo e mezzo chilo di “Talebani” trasformava Zio Nicola in uno Stato-canaglia.

Le emissioni erano così intense che l’Eni gridò: “Al giacimento! Al giacimento!”. Tutti iniziarono a leccarci il culo (non quello di Zio Nicola, che poi finisci col taglio all’Arrigo Sacchi). Chiamò Gerhard Schoeder, per conto della Gazprom. Ma noi volevamo utilizzare Zio Nicola per salvare dall’estinzione il commercio al dettaglio.

Non vi racconto com’è finita e non vi dico chi siamo noi, e non vi dico dov’è Zio Nicola, né perché alla Nato lui fa più comodo da morto, in questo momento. Ma sappiate che, se anche fosse davvero finita l’avventura fetente dello Zio, egli sopravvive nel vostro caffelatte. Sappiate che, con gli opportuni accorgimenti dietetici, c’è un terrorista dentro di voi e non aspetta altro che uscire. A fine pasto.


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