Ed ora cosa succederà?: “Così la situazione non può continuare. Nei prossimi giorni auspico un incontro con l’assessore alla Cultura della Città di Torino, Braccialarghe, finalizzato all’inserimento della mia struttura nei percorsi di visita turistici e scolastici. Avendo aperto nello scorso novembre non sarebbe stato possibile farlo per la stagione conclusa ma per la prossima sarà improrogabile. Confido anche nei prossimi World Masters Game e nelle Agenzie che si occuperanno dell’incoming. Torino, in sintesi, pare non accorgersi dell’unicità di questo Museo. Non esiste al mondo, all’interno di uno stadio di calcio, una struttura similare che dia lustro all’intero panorama del movimento sportivo. I campioni delle diverse discipline stanno facendo a gara per esserci e lasciare delle testimonianze. Sono stati tra i primi ad aver apprezzato l’impresa. Un esempio. Matteo Manassero ha voluto esserci non appena ha saputo della presenza dei fratelli Molinari. Prossimamente, è già a disposizione, inserirò la canoa della Ministra Josefa Idem tra i cimeli di “culto”. Manca “solo” la sensibilità del “Pubblico”.
Il tempo ormai stringe. Se nulla dovesse succedere entro Ferragosto sarò costretto a chiudere, vendendo il Museo ad altri, magari al CONI romano che pare aver voglia di dar vita ad un qualcosa di analogo. Oppure disperdere quanto raccolto e tutti capite che cosa significherebbe. Sarebbe una sconfitta di tutti se ciò dovesse accadere, della Città in primis!”.
L’augurio è che ciò non accada e che Torino, nei suoi massimi vertici, anche e soprattutto in ragione della tanto conclamata stagione 2015, in cui sarà Capitale Europea dello Sport, sappia valorizzare ciò che ha e si è trovata ad avere grazie all’iniziativa, in questo caso, totalmente privata. Di un appassionato che chiede il sostegno che merita.