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Il musicista-operaio

Creato il 14 febbraio 2014 da Musicamore @AAtzori
Il musicista-operaiodi Riccardo Leone

 Si, qualche volta anche io ho lavorato nei Teatri.

In orchestra, più che in palcoscenico, sei davvero “qualcuno”. Sei pagato per suonare o per dirigere, e di quello ti devi occupare…arrivare puntuale, studiare le parti a puntino, a volte qualche piccola discussione con il Collega, il Direttore o il Regista di turno…ma il tuo lavoro è quello. Un bellissimo lavoro, ben retribuito e molto gratificante. Difficile e stancante, dopo una giornata di prova di regia al pianoforte o in quinta…si sente davvero la stanchezza. Dopo si riposa bene perchè “hai fatto il tuo dovere”…tutti hanno una fetta del merito dello spettacolo che va in scena. Quando il pubblico applaude senti che una piccola parte è anche per te….che anche se poco, ti spetta di diritto. E sei contento.

Ho avuto spesso per lunghi periodi l’inebriante e coinvolgente impressione di esser parte di un meccanismo perfetto (o quasi), di essere un ingranaggio dell’orologio. Che meraviglia! In effetti ho lavorato, però, molto più “fuori” dai Teatri.

Quando un musicista si occupa prevalentemente di musica da camera, contemporanea, classica o “antica” nei teatri ci mette poco i piedi. Spesso capita di fare dei concerti in posti dove non è consuetudine…..qualcuno ti chiede di fare un concerto dove non c’è un palco, luci, magari serve una pedana…o c’è freddo (chi suona deve scaldarsi in qualche modo). Spesso succede in provincia, nelle chiese, scuole, sale fredde come se si fosse in Norvegia o in Russia, e magari sei ad Oristano o Tempio. (invece in Norvegia o in Siberia in inverno si suona con 20° in sala)

“Dove non è consuetudine”…….

Qui, da noi, ovunque non è consuetudine. Obbligatorio diventa allora, per te operaio della musica,  acquistare un auto con un capiente bagagliaio…Imparare come funzionano gli impianti elettrici..Avere un bel carrellino per trasportare di tutto…

Inoltre, per mettere insieme un buon gruppo bisogna organizzare le prove, (senza quelle non si suona) le sale, strumenti, accordature, partiture, leggii, sedie, orari, calendari che ottimizzino le disponibilità di tutti….bisogna prendere accordi con i parroci, le biblioteche, le scuole i comuni…. A proposito dei Comuni…..per retribuire un minimo chi suona con te, devi chiedere ed ottenere dei soldi da qualche parte, quindi domande di contributo, bilanci preventivi e poi consuntivi, burocrazia, spesso valanghe di documenti, di fotocopie, bolli, timbri. Dimenticavo le banche, perchè i soldi non ti arrivano subito ma dopo mesi…anche anni. Non bisogna dimenticare di pagare la Siae, le ritenute di legge e quelle previdenziali (in Italia è una giungla, si sa). Certo per tutto questo è necessario avere dei collaboratori….ma:

come li paghi i collaboratori se spesso il contributo a disposizione non basta neanche per pagare chi suona? Io ho studiato per suonare il pianoforte….ma se devi noleggiare un pianoforte per un concerto, spesso, ciò che può darti un Comune non è sufficiente per pagare il pianista ed anche il pianoforte….

Allora rinunci? Dici non vale la pena? Questa organizzazione sociale non prevede il fare musica al di fuori dei “Teatri”? Costa troppo, non possiamo permettercelo? Chi ce lo fa fare? E’ qui, allora, che scatta il meccanismo “perverso” e dici io rinuncio! Rinunci a cosa?

Il musicista-operaio

Rinunci invece ad essere pagato. e a suonare? Ma se è ciò che fai da una vita…non rinunceresti mai a suonare. Non sai fare altro….! (che è però un controsenso, visto tutte le altre cose che fai!)

Usi i pochi soldi che hai a disposizione per pagare le necessità “tecniche indispensabili

” E consideri tuo dovere….visto che sei un insegnante…concepire la tua retribuzione da insegnante come comprensiva anche di tutto il resto. Qui da noi davvero “non è consuetudine”

Pazzo! Quell”inebriante e coinvolgente impressione di esser parte di un meccanismo perfetto”….. Te la scordi in breve….Sei sempre stanco morto perchè ti devi occupare di mille cose…e non ti fidi di affidarle  ad altri….sei stressato perchè, spesso, devi pagare fatture arretrate e non sai come far fronte (se non pagando di tasca tua). Hai sempre paura di aver dimenticato delle cose fondamentali….altro che “ingranaggio dell’orologio” ….L’orologio, spesso, è rotto.

Eppure io vedo le espressioni di chi segue il concerto, parlo con chi ascolta e mi rendo conto di quanto anche il più scarno e semplice “evento” venga vissuto con entusiasmo e porti la gente ad applaudire e ringraziare per ciò che riceve. Noto l’entusiasmo di chi canta e suona con me. Brevi momenti di felicità pura, in anni in cui c’è ben poco da essere felici.

Ti senti “qualcuno” anche quando vedi un bimbo che sorride curioso, osservando un contrabbasso. O quando un anziano signore ti abbraccia perchè ha riconosciuto quell’ “aria” che non sentiva dal 1950…

Si, qualche volta anche io ho lavorato nei Teatri….

Da un pò di tempo faccio il musicista/operaio.

E nonostante tutto, ancora mi sento “qualcuno”.

La foto di testa è di Gabriella Cittadini

la seconda foto è di Ettore Martinez

Riccardo Leone, diplomato in pianoforte al Conservatorio di Cagliari, ha studiato direzione d’orchestra, clavicembalo e canto, prima di orientarsi verso la musica da camera e affinare la preparazione con il Trio di Trieste alla Scuola di Musica di Fiesole e all’ Accademia Chigiana di Siena.
Con il Trio Castello e con l’ Ensemble Spaziomusica , a partire dai primi anni ottanta orienta la propria attività verso il repertorio classico-romantico, eseguendo opere di Mozart, Beethoven, Schubert, Schumann e Brahms ma anche pagine di musica contemporanea e del Novecento per pianoforte solo e in ensemble.
È stato sul podio della Filarmonica della Repubblica di Corea , l’ Orchestra Sinfonica di Bacau , l’ Orchestra e la Sinfonietta del Teatro Lirico di Cagliari , gli ensemble Spaziomusica di Cagliari e Opera ma novità di Sassari con cui ha diretto in prima assoluta opere teatrali da camera di Oppo, Manzoni, Melchiorre, Lombardi, Solbiati, Sani, Pusceddu, Cocco, Carta, Saba, Garau, oltre a molte prime italiane di protagonisti dell’avanguardia musicale europea.
Collabora come pianista con l’ Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari dopo anni di collaborazione alle produzioni d’Opera lirica.
Svolge una intensa attività concertistica, partecipando a varie manifestazioni in varie parti del mondo (Europa, Asia, America del sud) in qualità di pianista e direttore, sia in formazioni cameristiche che da solista.
Insegna musica da camera al Conservatorio di Cagliari.

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