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Il Natale di Gino Gavioli mago del mitico "carosello" della nostra infanzia e il mondo bisognoso di cure

Creato il 04 dicembre 2011 da Marianna06

Siamo in questi giorni, nell'angolazione di cristiani e di credenti, in quello che liturgicamente si defisce il tempo d'Avvento, che vuol dire cammino incontro alla luce.

E la luce altri non è che quel tenero e indifeso "bambino" di Betlemme, Gesù il Nazareno, il figlio del Padre, fattosi uomo come noi  nel ventre di Maria ,per indicare a tutte le persone di buona volontà qual'  é la vera via, la verità , la vita.

I giorni che stiamo vivendo non sono dei migliori. E  non solo in Europa.

E, a ben vedere, è stato poi quasi sempre così nella storia del mondo, nonostante quell'antico "comandamento" che invita ad amare il nostro prossimo come noi stessi.

Se, infatti, diamo uno sguardo attento al planisfero, quasi ovunque, per un motivo o per un altro, ieri come oggi, manca pace, serenità e forse anche buon senso.

E il male pare avere la prevalenza sul bene con guerre, violenze d'ogni genere e sopratutto politiche sbagliate.

Sì, perché anche la "politica" dovrebbe essere l'arte di" fare il bene comune" e non, invece,  lotta di sopraffazione, quella che è nei fatti, per ottenere esclusivamente il proprio tornaconto, accaparrarsi la "carega", la poltrona, il "potere" e quasi sempre  soltanto a danno della collettività.

Ma tornando al ricordo di Gino Gavioli che, con i suoi disegni animati, ci ha fatto compagnia negli anni  anagraficamente più spensierati della nostra vita,regalandoci spesso e volentieri un sorriso, voglio proprio raccontarvi  di lui una "cosa".

Un giorno, uno dei tanti in cui la sua febbrile attività d'artista della matita e dell'inchiostro a china lo teneva super-impegnato al tavolo da disegno, Gino mostra  agli amici a lui più vicini, approssimandosi le festività natalizie, quella che per lui è una  illustrazione del Natale. Il "suo" Natale.

Ebbene il "mago", come in molti lo chiamavano, propone un angelo-donna, dai lunghissimi capelli e con le ali spiegate, che regge un cartiglio scritto in più lingue tra cui anche l'arabo, il cinese e il russo, sul quale si può leggere :"Pace agli uomini che Egli ama".

Sono gli anni della "guerra fredda", del mondo diviso in due blocchi, del pericolo russo e cinese, del risveglio del mondo arabo.

E quella "scritta" è un'autentica provocazione proprio perché parla d'Amore.

La campagna attorno alla grotta, nel disegno, dove una mamma giovane allatta il suo Bambino, è tutta ricoperta di neve e sulla neve fresca si nota inquietante la traccia di un cingolato bellico, che  é avanzato e poi tornato indietro, uscito di scena, forse per non disturbare il luogo e il tempo della pace.

Qual'é  l'intenzione comunicativa dell'artista?

Alt alla guerra ! Si depongano le armi! Cessino le ostilità !

Perché?

Perché dinanzi all'Amore, che si dona gratuitamente, è d'obbligo una riflessione.

E riflessione significa semplicemente una "risposta" priva di egoismi.

Egoismi privati, egoismi collettivi.

Egoismo del singolo ed egoismi degli Stati, delle Nazioni, delle Super-Potenze. 

Ma non sempre, limitati qual siamo o  neghittosi, ci fermiamo a riflettere.

Questa è un'altra terribile vera verità.

E l'importanza del Natale si trasforma nello scontato e ripetitivo rito consumistico cui quest'anno  dovremmo, facendo di neccessità virtù,  molto probabilmente mettere anche un grosso freno .

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Natale-2005

 


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