“Il Natale è una festa per bambini“. Sono i bambini che ricevono tanti regali. Sono i bambini che credono ancora a Babbo Natale. Sono i bambini che si divertono a fare gli alberi (e a rompere le palle…ops)! Sono i bambini che non sono ancora diventati dei cinici pallosi e pesantissimi. Sono i bambini che non collegano ancora questa Santa Festa alla religione e alla chiesa. Sono i bambini che non si devono preoccupare di come vestirsi (ci penseranno le mamme ad infiocchettarli come piccoli pacchettini luccicanti), del menu della cena, di dove andare a pranzo, di cosa regalare ai parenti. Sono i bambini che si godono davvero la festa senza pensare a nient’altro…
Il mio Natale segue delle tradizioni più o meno precise da quando ero bambina… Tradizioni terrone che reggono nel tempo, con quel misto di familiarità e sicurezza che sono meglio della garanzia allungata di un motorino. I preparativi pre-partenza sono una costante di mia madre che chiede consigli su cosa portarsi e mio padre che impreca (mentre io dico sì a tutto). Il viaggio è una 5 ore di macchina in cui le peggiori canzoni da balera passano per radio (e io che sogno project vibe radio). La vigilia è la cena fish-inspired a casa della sorella di mamma. Il pranzo è a casa della sorella di papà. I pomeriggi li passo a fare le bolle sul divano ed in giro a guardare presepi artistici napoletani (con una variante su quelli viventi). Il 26 è il giorno jolly, in cui non sai mai cosa succede, ma sempre a tavola finisci! Mentre confermo ai miei parenti che sì, sono ancora single (e sono l’ultima nipote “scoppiata” rimasta in famiglia) e sì, faccio ancora 200 lavori, sogno un Natale al caldo su una spiaggia semi deserta…