No, credetemi, in questo post non c’entra nè la crisi nè la Costa Concordia!
E’ un quadro di Friedrich, che mi è sempre piaciuto. La nave rotta sembra pezzi di scoglio che si conficcano in un cielo tempestoso, che fa quasi da preludio all’aldilà.
Mi fa male questo quadro, dove non compare vita umana, dove non c’è alcun elemento naturale riconoscibile se non il legno della carena distrutta, se non il mare inquieto ma steso all’orizzonte come un lenzuolo livido e funebre.
Alcune giornate sono così, e ciò che permea le ore è il silenzio; un puro silenzio spettrale che fischia come un vento sulla pelle e sembra voler spezzare le ossa. Osservando questo quadro lo senti, il vento; lo senti il gelo artico che ti permea fino al midollo e che blocca le tue tempie sulla ripetitività indolente del dolore…
Oggi è così, mi è capitato tra le mani questo dipinto, e mi sono bloccata nel gelo delle mie profondità come una nave inabissata in fondo al mondo.