Nel novembre del 2013, l’Iran e il gruppo del 5+1 firmavano il cosiddetto Joint Plan of Action (JPOA), un piano temporaneo di 6 mesi di negoziati al fine di risolvere la controversia del programma nucleare iraniano. I sei mesi, inziati nel gennaio del 2014, sono scaduti a luglio, senza sortire alcun risultato. Invece di approvare nuove sanzioni contro il regime iraniano (e i Pasdaran), la Comunità Internazionale ha concesso un nuovo round di negoziati con Teheran. Sorprendentemente, però, nel testo del JPOA manca un punto fondamentale, considerato dagli iraniani intoccabile: il programma missilistico della Repubblica Islamica.
L’assenza del negoziato per fermare lo sviluppo dei missili balistici iraniani, i vettori che trasporteranno poi la bomba atomica, non è un aspetto di secondo livello. Al contrario, la decisione di non includere questo argomento nel testo del possibile accordo finale, rappresenta una vera e propria violazione delle innumerevoli risoluzioni sull’Iran approvate dalle Nazioni Unite sinora. Ad esempio, la pericolosità del programma missilistico iraniano, è chiaramente affermata nella risoluzione Onu 1737. La risoluzione, nella parte degli allegati, descrive chiaramente quali sono le istituzioni iraniane che controllano l’evoluzione e la costruzione dei missili balistici. La risoluzion, si badi bene, chiede espressamente espressamente la chiusura di questi centri. Tra i centri menzionati va ricordato il Gruppo industriale Shahid Hemmat, direttamente sotto il controllo dei Pasdaran. Rappresentanti del Gruppo Industriale Shahid Hemmad, vogliamo ricordarlo, erano presenti in Corea del Nord nel 2012, in occasione di un test balistico del regime comunista.
Ancora: la risoluzione dell’Onu 1929, approvata nel 2010, è particlarmente dura nei confronti del programma missilistico iraniano. Nel merito, citiamo in lingua originale, essa afferma che l’Iran. “shall not undertake any activity related to ballistic missiles capable of delivering nuclear weapons, including launches using ballistic missile technology, and that States shall take all necessary measures to prevent the transfer of technology or technical assistance to Iran related to such activities“. Praticamente, in sole due righe, le stessa Nazioni Uniti – con voto unanime del Consiglio – hanno dichiarato completamente illegale quasi tutto il programma missilistico degli Ayatollah.
Eppure, nonostante le Nazioni Unite, il Gruppo del 5+1 ha deciso di escludere il programma missilistico di Teheran dal tavolo negoziale. Non soltanto: il regime iraniano ha sempre negato agli ispettori dell’AIEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, l’ingresso a Parchin, la base militare dei Pasdaran ove vengono svolte ricerche sull’esplosione della bomba nucleare e sui missili ballistici. Lo stesso presidente Hassan Rouhani, descritto come un moderato aperto al dialogo, ha dichiarato senza mezzi termini che il programma missilistico dell’Iran non è assolutamente materia di negoziato.