Il neoespressionismo astratto di Antonio Curia fra le suggestioni di Pollock e del Brasile

Creato il 15 marzo 2015 da Criticaimpura @CriticaImpura

Antonio Curia – Green

Di SONIA CAPOROSSI

Antonio Curia è un artista italiano ormai da tempo di base in Brasile, più precisamente a São Paulo, dopo essere approdato dapprima a Brasilia nel 2007.

In una prima fase sperimentale e identitaria, ha cominciato a lavorare sull’onda delle suggestioni offertegli dallo studio delle opere di Pollock, Basquiat e Kooning, e successivamente ha cercato di sviluppare un percorso stilistico e tematico personale che lo ha condotto verso una rielaborazione tecnica e stilistica dell’astrattismo delle avanguardie storiche. In effetti il richiamo immediato che viene in mente osservando il suo lavoro è all’espressionismo astratto statunitense, movimento diffusosi subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale in virtù della definizione precedentemente coniata, com’è noto, da Alfred H. Barr Jr., l’indimenticato primo direttore del Museum of Modern Art di New York, che la propose osservando un quadro di Vasilij Kandinskij, definizione poi ripresa da Robert Coates nel 1946.

Antonio Curia – Noblesse Oblige

In Antonio Curia,  il neoespressionismo astratto si rende manifesto attraverso i procedimenti individuali che l’artista mette in atto per rendere in forma razionale le macchie materiche di colore gettate sulla tela, le quali appaiono così distribuite in modo preordinato, come attraverso il richiamo di un logos metaforico che ne sottintende la sostanza sensoriale. A volte, quando nelle intenzioni dell’artista il processo di razionalizzazione necessita di una maggiore esplicitazione concettuale, la tela presenta parti scritte, parole, pensieri e frasi a sottolineare l’istanza metaforica dell’astrazione ottemperata tramite la fluidità del colore. Ecco che, all’osservazione di opere come Noblesse Oblige, risalente al 2012 ma esposta a Milano a maggio del 2014, la lezione di Jackson Pollock e della sua tecnica denominata dripping appare più evidente, mentre in opere come Green, Blue Vibes e le altre che all’interno di quest’articolo proponiamo in visione al lettore, lo stile appare maggiormente svincolato da istanze scolastiche o comunque prefigurate. Si rende peraltro evidente, in talune opere, l’influenza dei colori e delle forme provenienti dall’esperienza della natura brasiliana, come accade ad esempio all’interno dell’opera intitolata The Three Of Life, dove l’astrattismo si fonde con una sorta di naif primigenio (cliccare sulle immagini per ingrandirle).

Antonio Curia – The Three of Life

Nonostante viva all’estero da otto anni, Curia continua a mantenere uno stretto rapporto artistico con l’Italia, come dimostra il fatto di aver appena partecipato ad una esposizione collettiva  al Teatro dei Dioscuri presso i Giardini del Quirinale, guadagnando peraltro il premio principale nella sezione pittura da parte della Commissione tecnica, nel corso dell’evento denominato Open Art XII Edizione svoltosi a Roma nel gennaio 2015. Ha inoltre di recente partecipato a Peace: Primo Festival dell’Arte Contemporanea per la Pace esponendo dall’11 al 26 febbraio presso il Museo Miit di Torino. Del resto, numerose sono state le esperienze espositive in patria specialmente nell’ultimo periodo, a cominciare dagli eventi del 2014, come l’esposizione a maggio di The Seven Deadly Sins Art Work Project presso Spazio Indaco a Milano, il Monnalisa Day Collective presso Piazza della Passera a Firenze a giugno, il Plastic Exhibition Event di novembre a Torino presso l’Inner Space durante Artissima: Fiera Internazionale di Arte Contemporanea. Curia ha esposto ultimamente anche negli Stati Uniti, più precisamente, a dicembre 2014, presso lo Scope Art durante l’Art Basel, Fiera Internazionale di Arte Contemporanea di stanza a Miami, in Florida.

I prossimi impegni espositivi dell’artista sono presto detti: a maggio del 2015 Antonio Curia esporrà presso l’Istituto Italiano di Cultura di São Paulo in Brasile, mentre subito dopo, a giugno, esporrà sempre a São Paulo presso il Centro Culturale Aliança Francesa.

Dopo averlo scoperto nel marasma indistinto e spesso fuorviante dell’arte ultracontemporanea, Critica Impura,  d’ora in poi, terrà d’occhio sicuramente l’arte di Antonio Curia e renderà report puntuali delle sue prossime uscite.

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