Di MARIANO MENNA
Temporali d’estate (16/06/14)
Il sole lascia posto a un cielo cupo,
squarciato da fulmini e folate
di vento, che ottenebra le strade
e lacrima sul mondo senza indugio.
Avevo già dimenticato il suono
ipnotico della pioggia che cade;
così ogni vita è una lunga estate
di bruschi e devastanti temporali.
*
Crisi di panico (4 marzo 2014)
Il sentore dell’anomala apprensione
è tornato a lusingare i miei eventi.
Ho cercato di ingannarlo a fari spenti,
ma il treno era giunto già in stazione.
Quest’aria trema a ritmo con la mano,
sembra che prenda corpo nella notte:
è pane, carne e sangue, vino in botte
e rumoreggia come un uragano.
Il flusso di bugie nella mia mente
non tace sulla retina spaesata:
rintocca ad ogni immagine rubata
dai dubbi più gratuiti della gente.
I brividi corteggiano i pensieri,
li invitano a danzare senza tregua,
mentre la sensatezza si dilegua
e il panico mi mostra i suoi poteri.
*
Poesia del silenzio tra noi (08/10/14)
L’estate tarda a morire sui rami,
manca all’appello il calpestio
di un manto di gravi:
le foglie non cadono per gioco.
Su questa panchina, la resina
incolla le mani; non cerco le tue,
incerte tra l’oggi e il domani
del cuore.
Forse crolla la Borsa-
le nostre azioni in caduta libera,
sono le prime foglie d’autunno.
*
Alienazione (27 marzo 2014)
I passanti sono ombre indistinte:
avanzano incessanti nelle notti
senza fine,
osservando le vetrine dei negozi
che nutrono la sete di possesso.
Ho stracciato il solerte calendario
che si diverte a smuovere le ore,
ma non c’è sipario
al suo rumore prolungato.
Mi manca il fiato spesso
-i giornali mi soffocano –
i giorni sono guerre mai reali.
La casa mi protegge dal progresso,
è un bunker ed io confesso:
il cuore è una granata nel petto
e aspetto l’esplosione, inerte.
Lo specchio riflette un uomo nudo:
sono io -ho creduto-
ma non mi riconosco.