Il Neolitico

Creato il 14 marzo 2010 da Cinzial



Neolitico, cioè "Età della pietra nuova", è quel periodo che comincia 10 000 anni fa con la comparsa delle prime spighe, e che finisce quando la pietra cessò di essere l’unico materiale resistente per costruire utensili perché l’uomo imparò a fondere e lavorare i metalli.
Circa 12 000 anni fa un mutamento climatico importante segnò la fine dell'era glaciale: la temperatura della Terra cominciò ad alzarsi fino a raggiungere lo stesso livello che ha oggi.
Gli animali reagirono al cambiamento del clima in modi diversi. Le renne, i cervi e gli animali maggiormente adattati al clima freddo migrarono verso la Scandinavia, il Canada, la Siberia settentrionale in cerca di temperature più basse. Altri, come il mammut e l’orso delle caverne, si estinsero. Nelle zone temperate del pianeta si diffusero nuovi animali: maiali, pecore, capre, asini, polli.
Anche le piante subirono cambiamenti notevoli. Sparirono quelle tipiche dei climi freddi e al loro posto crebbero erbe di ogni tipo, tra le quali alcune che terminavano con spighe piene di chicchi: i cereali.
Le trasformazioni del mondo vegetale e animale accaddero contemporaneamente un po’ ovunque: in Europa, in Cina, in America.
Il luogo in cui gli esseri umani seppero per primi sfruttare a fondo le conseguenze dei cambiamenti ambientali fu una regione della Terra che si trova dove ora esistono l'Egitto, la Turchia, la Palestina, la Siria e l'Iraq; ad essa gli storici hanno dato il nome di Mezzaluna fertile.
Intorno all'8000 avanti Cristo, cioè 10 000 anni fa, nella Mezzaluna fertile gli uomini impararono ad addomesticare e allevare i nuovi animali.
Con questa attività era possibile avere sempre a disposizione carne per nutrirsi, pelli per coprirsi e, successivamente, latte, lana, piume.
Impararono anche a raccogliere le spighe di cereali che contenevano chicchi molto nutrienti. Questi diventarono l'elemento più importante della loro alimentazione. Cominciarono quindi a osservare il ciclo di vita dei cereali, che nascevano e morivano esattamente come gli uomini e gli animali.
Lentamente e gradualmente, capirono che dai chicchi caduti sul terreno nascevano nuove piante. Allora si trattennero dal mangiare tutti i chicchi che raccoglievano, selezionarono i più grossi, li seminarono e favorirono la nascita di nuove spighe, migliori di quelle che crescevano spontaneamente nei prati.
Da quel momento le comunità umane della Mezzaluna fertile si trasformarono da "cacciatori e raccoglitrici" in "allevatori e agricoltori".
Molti storici concordano nel ritenere che furono probabilmente le donne, che nell'epoca precedente si erano occupate principalmente della raccolta di vegetali, ad avere le prime intuizioni sulla possibilità di coltivare le piante: è l'ipotesi più logica, visto che nel Paleolitico uomini e donne si erano dedicati ad attività differenti.
In seguito, una volta che si cominciò a praticare la coltivazione delle piante (l'agricoltura) non fu più necessaria una divisione di compiti netta tra uomini e donne. Allevamento e coltivazione venivano svolti indifferentemente dagli uni e dalle altre, perciò quando parliamo di "uomini" del Neolitico, indichiamo gli esseri umani in generale, maschi e femmine.
Gli allevatori-agricoltori continuarono anche a cacciare, pescare, raccogliere frutti; tuttavia queste attività divennero meno importanti e non fu più su di esse che si basò la sopravvivenza del gruppo.
I popoli di quella lontana epoca della storia sapevano seminare, ma non sapevano irrigare, cioè non erano in grado di portare l'acqua nei campi per innaffiare le piante. Quindi la loro agricoltura dipendeva interamente dai capricci del clima ed è chiamata "agricoltura secca". Essa fu la prima fase di un cambiamento nel modo di vivere delle comunità umane così importante che è stato chiamato Rivoluzione Neolitica.
Finché erano stati cacciatori e raccoglitrici, uomini e donne erano stati costretti a praticare il nomadismo.
Per allevare animali e raccogliere cereali, invece, spostarsi non era più necessario. Le comunità di agricoltori e allevatori della Mezzaluna fertile si trasformarono quindi da nomadi in stanziali, cioè si stabilivano in un territorio che diventava il loro ambiente di vita permanente.
In questo territorio, che comprendeva i prati dove inizialmente crescevano spontaneamente e poi vennero coltivati i cereali, fondarono villaggi come Gerico* e Çatal Hüyük*, costituiti non più da tende smontabili, ma da case vere e proprie, costruite con mattoni d’argilla seccati al sole.
Restare fermi in uno stesso luogo accelerò i tempi del progresso tecnico. In poche centinaia di anni le donne inventarono un sistema per trasformare i chicchi dei cereali in pane, macinandoli, impastandoli con l’acqua e confezionando focacce da abbrustolire su piastre di pietra roventi. Ancora le donne, probabilmente, applicarono lo stesso sistema all’argilla: la impastarono, le diedero una forma e la fecero cuocere, inventando così la ceramica.
Questa manifattura divenne così importante nell’economia dei villaggi neolitici che ben presto fu perfezionata dall'invenzione della ruota da vasaio, che permise di lavorare l'argilla più velocemente e di ottenere forme regolari, e dall'invenzione del forno chiuso, che provocava la rottura di un numero molto minore di vasi.
La pietra del Neolitico si chiama “nuova” perché è levigatissima, oltre che tagliente come un coltello. Con la pietra gli abitanti dei villaggi costruirono falci per mietere le spighe, zappe per dissodare la terra, e inoltre asce, anelli, collane.
Col tempo, gli uomini del Neolitico impararono a tosare le pecore e a ridurne la lana in fili e a lavorare i fusti delle piante di lino, riducendoli in fibre. Quindi costruirono il telaio per intrecciare i filati con il sistema della trama e dell’ordito e inventarono la tessitura. Così i tessuti sostituirono le pelli per confezionare abiti, coperte, tende e tappeti.
(*Gerico si trova nell'attuale Cisgiordania, accanto al fiume Giordano. Nel Neolitico è stata sede di un villaggio i cui resti sono stati portati alla luce dagli archeologi.
Anche a Çatal Hüyük, in Turchia, sono stati ritrovati resti di abitazioni e oggetti risalenti al Neolitico).

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