Escalation di episodi che riportano il tema dell'intolleranza sulla scena dei problemi quotidiani. Siamo tutti d'accordo che la nostra era è, e sarà, molto difficile; ma da quanto sta accadendo ultimamente la stiamo affrontando nel modo sbagliato. L'epoca delle incertezze porta alla ribalta sentimenti di odio e repulsione verso ciò a cui diamo le colpa per la nostra situazione. L'ignoranza rispetto ai fatti e la "genialità" di gruppi incitanti odio razziale che colgono la palla al balzo per accogliere nuovi seguaci, portano ad un clima abbastanza teso tra vecchi dissapori (anche se molti altri protestano contro queste forme d'odio e dicono no al neonazismo, come in Grecia).
L'ultimo episodio di Tolosa (che si è risolto con la morte del Killer) ne è la prova: un antico odio che non si è esaurito con la seconda guerra mondiale. Ma lo straniero ha sempre fatto paura e sempre lo farà se c'è qualcuno che ce ne da motivazione. Abbiamo una mente talmente malleabile che saremo capaci di aver paura del nostro vicino di casa se solo ce ne dessero il motivo. Queste tecniche psicologiche non sono nuove, eppure la gente riesce sempre a farsi fregare. Molti crescono con concetti anacronistici di razza superiore, "guerra santa" contro gli infedeli e discriminazione sessuale e molti episodi di violenze di questo tipo non vengono puniti a dovere. Nel 2012, dobbiamo ancora assistere a casi di razzismo negli stadi, come ne è da esempio l'episodio (Fatto quotidiano) della Giovanile del Rimini:
“Non ne possiamo più di insulti e comportamenti razzisti, ci ritiriamo dal campionato”. E’ la denuncia che arriva dalla Giovanile Rimini, squadra multietnica di II categoria, composta da pochi ragazzi italiani e giovani senegalesi, albanesi, ivoriani e di altre nazionalità. [...] “C’è un grosso problema di ignoranza: ogni domenica i miei giocatori devono fare i conti con insulti razzisti e comportamenti ostili che non vengono sanzionati da chi di dovere. Proprio per questa ragione diciamo basta, non andiamo più a giocare. Io mi sono scocciato di fare il carabiniere per calmare i miei giocatori e loro sono stanchi di subire questi atteggiamenti”.
Quindi nessuno prende giusti provvedimenti, quindi siamo costretti a sentire queste notizie almeno una volta al mese tra xenofobia, omofobia e invasati religiosi che inneggiano alla morte degli infedeli. Molto interessante è questo articolo di Nazzi sul Il Post, dove commenta una articolo de La Stampa intitolato Perché i nazisti non muoiono mai?. Frase cruciale è, a mio avviso, quella finale:
I nazisti esistono in Europa, in Francia come in Italia. La cosa grave è che c’è chi li sopporta. E c’è anche chi li aiuta.