Quest’estate, a quanto pare, è quella del genere New Adult.
Pensavate di aver toccato il fondo col paranormal romance (sottofilone dello Young Adult) in stile Twilight? E invece no! Eccoci a fare i conti con l’ennesima bruttura editoriale.
Ma cosa s’intende col termine New Adult? Wikipedia USA ci viene in aiuto:
Il New Adult (NA) è un nuovo genere letterario con protagonisti che hanno tra i 18 e i 25 anni. Il termine è stato usato per la prima volta nel 2009, per indicare dei libri da commercializzare a chi è appena uscito dalla fascia di letture Young Adult (YA). Le classiche tematiche NA comprendono problemi di vita quotidiana come andare a vivere da soli, sviluppare la propria sessualità, negoziare tra le scelte di istruzione e carriera.
Posto il fatto che il NA mi attira ancor meno dello YA, trovo alquanto disturbante questa mania di classificare tutto con etichette, secondo dei paletti rigidi, dentro limiti molto precisi.
Ovviamente non si tratta altro che di spietate strategie di marketing, Delimitando il territorio si crea un pubblico; creando un pubblico si dà vita a una clientela fedele.
Così è stato per il paranormal romance, così sarà anche per il NA. Tra l’altro anch’esso sta sconfinando nel genere fantastico, nella speculative fiction, creando gli ennesimi, terribili ibridi letterari.
Tra l’altro scrivere un romanzetto NA, per un autore esperto, è un gioco da ragazzi. Non a caso in questo filone escono molte cose sotto pseudonimo, che permettono agli scrittori in questione di pagarsi le bollette. Eh, sì: all’estero c’è questa stravagante moda di pagare chi scrive e pubblica libri, mica come da noi.
Quindi le novel NA, come prima succedeva per quelle paranormal romance, sono anche delle occasioni per arrotondare. Ammesso e non concesso che uno scrittore che di solito si occupa di altro riesca a buttar giù una novel su tematiche tanto banali.
Se hanno dei debiti da saldare credo che la risposta sia sì: ci riescono eccome.
Il NA ha anche il suo bel carico di polemiche, non solo riguardanti la qualità dei libri (livellata verso il basso), bensì anche per una crescente e dilagante sottocultura che prevede l’uso e l’abuso di tematiche sessuali. Il capostipite di questo filone è ovviamente quella roba triste intitolata Cinquanta Sfumature di Grigio, che appartiene proprio al genere NA (almeno di straforo).
Che poi noi possiamo stare qui a fare tutte le critiche del mondo, eppure questi libri vendono. Il che spinge gli editori, che non sono enti benefici, a pubblicarne sempre di più, finché non salterà fuori una nuova moda che scalzerà quest’altra.
Ovviamente non posso fare a meno di avanzare quantomeno qualche dubbio sulla positività di questi fenomeni di marketing. Un tempo si diceva “va bene tutto purché si legga”, ma in realtà un’affermazione del genere non ha più grandi ragioni di esistere.
Già dalla tendenza all’omologazione di storie, personaggi e perfino copertine, si capisce che il NA si rivolge a un pubblico monotematico, che difficilmente sposterà le sue attenzioni su altre letture.
A questo punto, con un po’ di cinismo, non mi viene altro da dire, se non: complimenti agli autori che riescono a scrivere ‘ste robe.
Il futuro (economico) è senz’altro dalla loro parte.
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(A.G. – Follow me on Twitter)