Prima di affrontare il delicato tema del nucleare in un Paese tra i più poveri dell'Africa quanto invece ricchissimo di uranio, è bene fare una piccola premessa anche se la stessa potrebbe forse non interessare i più.
Come livre de chevet in questi giorni ho casualmente con me il" Manifesto per la terra e per l'uomo" di Pierre Rabhi, un algerino del sud, trasferitosi tanti anni fa in Francia e che ha capito nel corso della vita, semplicemente, attraverso il contatto diretto con la "terra", da contadino e non da esperto "laureato", qualcosa di "fondamentale per l'uomo e per il nostro pianeta.
E questo "qualcosa" prova da tempo e, sopratutto oggi, in tempi di crisi anche alimentare, a comunicarcelo se noi riuscissimo ancora ad avere occhi ed orecchie ben aperti sulla realtà che ci circonda.
"Al di là delle categorie-scrive Rabhi- dei nazionalismi, delle ideologie, delle divisioni poltiche e di tutto ciò che frammenta la nostra realtà comune, è all'insurrezione e all'unione delle coscienze che io faccio appello, perché l'umanità possa mettere in comune ciò che ha di meglio, evitando così il peggio. E questa coalizione mi sembra più che mai indispensabile, tenuto conto delle minacce che pesano sul nostro destino (in primis fame garantita, a breve ,e anche in Occidente!), essenzialmente dovute alle gravi violazioni che l'uomo ha compiuto nel tempo.Per coscienza intendo quel luogo intimo in cui ogni essere umano può in tutta libertà valutare la propria responsabilità nei confronti della vita e determinare gli impegni attivi che un'etica autentica di vita gli ispira per se stesso, per i suoi simili, per la natura, per le future generazioni".
Ecco invece,a contraddire questa lapalissiana verità(cambiamenti climatici,desertificazioni, alluvioni, esodi forzati) che in Niger, dove la fame è sovente una realtà e lo è proprio per i più, che il presidente Mahammadou Issofou in persona, per altro salutato in positivo per la sua ascesa politica alla massima carica del Paese dagli elettori, in unione con la società francese Areva, annucia la costruzione di centrali nucleari.
Anche Fukushima non ha insegnato niente!
Il giacimento in questione è quello della miniera di Imouraren che, secondo previsioni molto ottimistiche, salvo per altro inconvenienti di percorso, dovrebbe produrre a partire dal 2013 circa 5mila tonnellate di uranio all'anno.
E nelle parole di Mahammadou Issofou ai "media" locali c' è tutta l'ambizione di chi è convinto, ad opera sua, di fare del Niger il secondo Paese al mondo per produzione ed esportazione di uranio e così passare alla storia.
Vanitas vanitatum !
E intanto i francesi realizzano i loro profitti come sempre hanno fatto e continuano a fare in Africa.
E ,stavolta, con la patente addirittura di benefattori.
E concludo senza nulla aggiungere con un'altra frase, forse ad effetto ma tanto profondamente vera, di Pierre Rabhi .
Il pianeta non ci appartiene- ci ricorda il contadino scrittore, che tanto ha amato Antoine de Saint-Exupery - siamo noi ad appartenergli. Noi siamo di passaggio, lui rimane.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)