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Il Nobel Pérez Esquivel: perché è giusto nazionalizzare l’argentina YPF

Creato il 07 maggio 2012 da Eldorado

Adolfo Pérez Esquivel è stato premiato con il Nobel per la pace nel 1980. Argentino, 80 anni, è oggi ancora attivo nell’ambito delle problematiche sociali e dei diritti umani. Attualmente è presidente del Servicio Paz y Justicia. L’articolo che riproponiamo ed in cui ci spiega perché la nazionalizzazione di YPF è lecita, è apparso sul settimanale Liberación (http://www.liberacion.se/).

Il governo spagnolo alza la voce con il governo argentino difendendo l’indefendibile, un’impresa come Repsol che ha ottenuto grandi guadagni ed ha fatto pochi investimenti  nello sviluppo della produzione petrolifera. Anche se si sapeva delle attività di Repsol in altri paesi, la decisione del menemismo fu di consegnargli YPF e le conseguenze sono oggi alla vista di tutti.

Non farò commenti su chi in provincia ha appoggiato le privatizzazioni e festeggiava credendo che fossero la soluzione ai mali del paese, però dobbiamo mantenere la memoria e ricordarla ai senatori e deputati che approvano leggi dannose che poi il paese deve sopportare per generazioni, come le leggi di impunità, dell’antiterrorismo e delle privatizzazioni, tra le tante calamità.

Ricordiamo Aerolíneas Argentinas, smantellata da Iberia, che si impadronì di aerei, motori, strutture e tutto quanto potè, con il governo argentino che successivamente dovette assumersi la rinazionalizzazione e farsi carico del debito e dei disastri lasciati dall’azienda. Oggi, la nazionalizzazione di YPF ci riporta allo stesso problema, alla mancanza di investimenti e di forniture; i costi ed i debiti, gli attivi ed i passivi che lascia Repsol sono enormi ed è necessaria molta serenità perché l’azienda torni ad essere redditizia.

Ho segnalato molte volte, e la mia è quasi una cantilena, che un paese che non controlla le proprie risorse naturali e le imprese strategiche per lo sviluppo integrale, è un paese privo di sovranità. Si tratta di un male che colpisce l’Argentina da decenni che, per privatizzare quasi tutto, ci ha condotto ad una pericolosa arretratezza e che continua a procurare un debito estero incommensurabile che ci costerà grandi sacrifici ed un grande sforzo. Repsol vuole incassare dall’Argentina e passare per creditore, quando è il grande debitore del popolo argentino. Il governo deve esigere all’azienza il pagamento per tutto ciò che ha lasciato incompiuto.

Il Nobel Pérez Esquivel: perché è giusto nazionalizzare l’argentina YPF
I paesi europei protestano con l’Argentina ed adducono che il paese non è sicuro per i loro interessi. Chi invece non danno sicurezza sono le imprese transnazionali come Repsol ed altre, che vengono a sfruttare e non a investire per lo sviluppo e la vita dei popoli. Non ci aspettiamo carità, ma la responsabilità che queste aziende non possiedono. Dobbiamo esigere dai governanti e dai legislatori che non si comportino seguendo i venti che soffiano a loro favore nella speculazione politica. Bisogna stabilire leggi che impediscano che un governo privatizzi i beni e le risorse che sono patrimonio del popolo e non dei governanti, tanto nazionali come provinciali. La decisione su questo patrimonio deve essere adottata dal popolo attraverso consulte popolari d’accordo al diritto costituzionale per evitare abusi.

Bisogna finirla con questa democrazia che delega, dove i governanti fanno quello che vogliono e non quello che devono e costruire una democrazia partecipativa che decida sui grandi temi del paese, sulle politiche del governo ed evitando il feudalismo delle province. Siamo arrivati allo spossamento che arreca povertà ed emarginazione al nostro popolo. YPF ha avuto la sua epoca di splendore ed orgoglio nazionale che oggi è solo un ricordo ed il governo attuale deve percorrere un difficile cammino per solventare l’irresponsabilità di Repsol.

Non posso non segnalare che il petrolio non è l’unica risorsa da recuperare per la nostra sovranità nazionale. Non si tratta di nazionalismo dell’ultima ora. Il governo deve agire, prima che sia tardi, sulle imprese estrattive, che si impadroniscono del 97% di quello che estraggono con una semplice dichiarazione giurata, e sulla vendita del territorio nazionale. Il paese ha abbandonato il suo diritto sovrano per sottomettersi a tribunali internazionali che non terranno conto del diritto del popolo argentino. Si mettono in pericolo le risorse come l’acqua e l’ambiente, la salute degli abitanti e si generano danni economici ai piccoli e medi produttori. È questo il frutto dell’epoca di privatizzazioni voluta da Carlos Menem che si assogettò agli interessi stranieri provocando grandi danni al paese. Speriamo che la decisione presidenziale di rinazionalizzare YPF avanzi e per farlo dobbiamo appoggiare risoluti il recupero della sovranità, con serenità e fermezza.


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