Secondo una ricerca pubblicata dalla rivista Journal of Consumer Research, il punto dell’alfabeto in cui si colloca il nostro nome forma le nostre abitudini di consumo.
Pare infatti che fin da piccoli, ad esempio con l’appello a scuola, i bambini chiamati per ultimi sviluppino una capacità di reazione superiore rispetto a chi invece è abituato ad esser primo e può prendersela comoda.
In poche parole, secondo lo studio, gli eccessi incontrollabili di shopping deriverebbero dall’avere un cognome che inizia con le ultime lettere dell’alfabeto.
Chi è stato abituato ad essere percepito come ultimo cerca una sorta di rivalsa, vuole arrivare primo e questo suo desiderio trova appagamento quando riesce ad acquisire oggetti che vengono considerati di un certo valore per quanto riguarda il benessere e lo status sociale.
Potremmo immaginarci, pensando alla nostra classe politica, ad una Iva Zanicchi pronta a scattare al solo nominare i saldi e ad un certo Silvio Berlusconi che dice: “Eh no cribbio se i saldi mi vogliono vengono loro da me”