Il non-luogo delle elezioni scatena impressionanti alienzazioni

Creato il 28 maggio 2013 da Ildirettorio

Il "non-luogo" è una definizione socio-antropoligica che indica sostanzialmente un'assenza di causa, intesa come essenza sociale, di un dterminato luogo.Aeroporti, stazioni ferroviarie, centri commerciali; sono questi gli esempi più comuni per la identificazione del "non-luogo".Dopo ogni maratona elettorale vissuta operativamente all'interno dei seggi (scrutatore, presidente o segretario) riteniamo di aggiungere d'ufficio a questa categoria anche il seggio elettorale, vi spieghiamo il perchè.Il luogo di esercizio del voto, al di là di ogni retorica democratica, è un posto completamente alienante per chi nei giorni del voto ha l'opportuità di lavorarvi.Non è una nostra impressione, sembra che anche la legge atta alla selezione del personale ivi preposto per lo svolgimento delle consultazioni rispecchi questa triste considerazione; essa legge, infatti, dispone che in assenza dei soggetti nominati per la costituzione del seggio è possibile sostituirli reguendo l'alternanza tra i presenti più giovani e più vecchi.Inutile dire che in occasione di ogni competizione elettorale il sabato precedente al voto si inaugura una vera e propria guerra tra poveracci al fine di ottenere un assegno che, fra stress, responsabilità penali e fatica mentale certamente non ricompensa alcunchè.Abbiamo assisitito di persona al realizzarsi di queste piccole battaglie alle ultime amministrative di Barletta; due attempati pensionati che discutevano animatamente con un giovane presidente di seggio su ci di loro due dovesse sostituire uno scrutatore assente al momento della costituzione del seggio.Ovviamente in questa contesa l'hanno spuntata i giovani (tendenzialmente inesperti) ed uno solo dei due anziani litiganti a fronte di una fascia di media età che ha subito un'esclusione (l'ennesima) imposta da una legge che massacra gli adulti anche in queste "piccole" scelte selettive privilegiando l'incontro (salutare?) tra giovani e vecchi.È il segno dei tempi anche per questo ristretto quitidiano vivere; dopo il giovanilismo politico dilagante e modaiolo è utile soffermarsi su queste curiose impostazioni legislative che hanno precorso, è il caso di ammetterlo, i nostri tempi aumentando (forse) quel conflitto generazionale che un tempo veniva temperato dalla possibilità concreta di un lavoro, stabile e sicuro, dall'aggregazione sociale (chiese, partiti e associazione) e dall'unità familiare.Visto da quest'ottica il momento elettorale non può che passare in secondo piano dispetto a quento detto; esso resta così, con tutte le cautele del caso, una triste sequela di croci e nient'altro, un rito laico che (purtroppo) perde fedeli ogni giorno.Ci chiediamo solamente se un "battito d'ali", un volo ideologico (comunque inteso), potrà aggravare o risollevare questa Italia in cui siamo stati costretti a vivere.Concedteci infine una banalità: senza inopportune citazioni del principio di speranza, noi del Direttorio desidereremmo che l'attuale condizione di medioevodelle coscienze finisca in fretta, magari aiutati dal mezzo tecnologico, generando così un rinascimento colletivo.Non sappiamo ancora come indurre tutto ciò ad accadere, ci stiamo lavorando, magari iniziare a parlarne può fungere da scintilla, chissà; noi ci speriamo, sempre.

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