In uno degli ultimi fine settimana, i maschi grandi di casa sono usciti per una giornata tutta loro fra Go kart, shopping e parchi acquatici. Io ed il piccolo di casa invece ne abbiamo approfittato per visitare un giardino che volevo visitare da tempo a Pattaya: il Nong Nooch Garden. Chiamarlo solo un giardino è però alquanto riduttivo in quanto è un luogo dove si possono passare diverse ore fra spettacoli tradizionali, esibizioni e passeggiate, unendo interessi sia per gli adulti che per i bambini.
Il terreno su cui sorge, 240 ettari caratterizzati dalla presenza di colline e piccole valli, è stato acquistato da una coppia thailandese nel 1954 per diventare una piantagione di frutta. In seguito, i tanti viaggi all’estero fatti dalla coppia danno però loro l’idea di trasformarli in bellissimi giardini tropicali e non. Con il passare degli anni il complesso, che ha preso il nome dalla proprietaria, la signora Nongnooch, è diventato uno dei più grandi e visitati giardini del Su-Est Asiatico.
Dal punto di vista paesaggistico ci si trova davanti ad un insieme un po’ utopistico e molto fantasioso di vari stili di giardini ed installazioni. Anche se devo ammettere che l’effetto finale è abbastanza armonico. Si passa da panorami prettamente thailandesi a perfetti giardini alla francese, passando attraverso l’arte topiaria e le collezioni di palme.
In mezzo ci sono disseminati molti padiglioni in vari stili orientali: thai, cinesi ed indonesiani.Così come gruppi di costruzioni che ricordano le case degli spiriti. Ovunque poi ci sono installazioni colorate che riproducono gruppi di animali, alcuni in dimensioni realistiche alcuni in formato gigante: chiocciole, formiche, giraffe, cinghiali. Costruiti con gesso, vasi di terracotta e bambù.Gran parte del parco si può vedere da posizione elevata passeggiando sullo Skywalk, una passerella sospesa che permette di godere della vista ravvicinata delle chiome delle tante palme.Conduce inoltre ad una alta piattaforma dove c’è la tipica fila di campane buddhiste da far suonare manualmente una dopo l’altra e ad un padiglione sospeso in stile Thai da dove si ammira un bel panorama. A destra il giardino francese, costeggiato da improbabili cabine telefoniche inglesi rosse e davanti una riproduzione di stonehenge. Probabilmente c’è tutto ciò che ha colpito la fantasia della coppia di proprietari mentre viaggiavano fra Europa ed Oriente! Particolarmente bello è il giardino dei bonsai.Questo, insieme ad altri, si trova dislocato più lontano dal centro del sito.Li si può raggiungere a piedi, noleggiando biciclette, a dorso di elefante o con un comodo pulmino/trenino aperto. Noi, con grande gioia di Diego, abbiamo optato per quest’ultimo. Abbiamo ammirato tutto il parco scendendo alle varie fermate, visitato giardini e costruzioni e fatto incontri interessanti!Diego ha fatto tutto con grande curiosità correndo sempre davanti a me. Eccolo mentre si riposa e studia la mappa del parco!Purtroppo un temporale in piena regola ci ha impedito di raggiungere il giardino delle orchidee che richiedeva una lunga camminata da dove ci trovavamo.Lungo il percorso in trenino abbiamo visto che parte del parco è dedicata anche alla produzione, per esempio delle cactacee.
In diversi orari, lungo l’arco della giornata, vengono ripetuti due spettacoli: quello della “cultura Thai” e quello degli “Elefanti”. Entrambi durano circa 25 minuti. Il primo permette, in poco tempo, di farsi un’idea sulle diverse danze tradizionali Thai e sulle antiche tecniche marziali di combattimento. Si assiste anche ad una breve dimostrazione di come si combatteva a bordo degli elefanti. Con esemplari veri ovviamente e tutti i figuranti in bellissimi costumi tradizionali. Il tutto a ritmo di musica. Devo dire che è stato uno spettacolo piacevole ed anche Diego è rimasto ad occhi spalancati a guardarlo. Forse anche con un po’ di timore durante il combattimento con gli enormi pachidermi.Lo spettacolo che segue nell’arena a fianco, lo show degli elefanti, mi ha lasciata invece un po’ perplessa. Non perché non fosse spettacolare, anzi, ho visto fare cose da questi animali che mai avrei immaginato possibili. Però mi ha fatto venire in mente un articolo letto tempo fa in cui si condannavano diversi centri in Thailandia che spacciandosi come centri di recupero degli elefanti, li sfruttavano ed ammaestravano con metodi poco piacevoli al fine di farli diventare un’attrazione turistica. Ora, io non so ovviamente se ciò avvenga ovunque. Posso dire che gli elefanti sembravano ben tenuti ed in ottimo stato di salute. Ognuno con il proprio ammaestratore in sella che teneva in mano un piccolo bastone con un uncino in cima. Ho osservato con attenzione e quasi nessuno lo usava durante le esibizioni. Non so ovviamente se sia stato usato talmente tanto in precedenza da non renderlo più necessario. Posso però dire che non viene del tutto naturale vedere un elefante enorme ballare perfettamente a tempo, andare in bicicletta (ovviamente costruita appositamente per reggerlo), giocare a calcio e fare goal, alzarsi su due zampe e simulare una corsa umana prima di fare canestro, scoppiare palloncini lanciando freccette e scrivere “love” su una maglietta con pennello e proboscide. Diego ovviamente si è divertito tantissimo, ma io non ho sinceramente avuto voglia di fare nemmeno una foto.Esistono poi altre attrazioni per i bimbi: piccoli parchi gioco e la fattoria degli animali con possibilità di dargli da mangiare.
Completano il complesso diversi punti ristoro, un ristorante Thai ed uno shop di souvenirs. Insomma si può tranquillamente trascorrervi una mezza giornata molto piacevole.