I nostalgici - quelli che amano commemorare alla prima occasione una o più ex fidanzate - sono da mollare subito. Ma si sa, il senno del poi è una scienza esatta, e infatti io non lo mollai, il mio nostalgico. Non subito.
Cominciò tutto una sera d'estate. Ci frequentavamo da poco, stavamo passeggiando, lui all'improvviso si ferma e fa una faccia strana, occhio liquido e labbra strette.
"Che c'è?"
"Niente, è che qui... qui io e Lucilla ci demmo il primo bacio".
"Chi?"
"Lucilla. Siamo stati fidanzati per sei anni".
La voce gli tremava tanto che pensai al peggio:
"Ah. E...le è successo qualcosa?"
"Che vuoi dire?"
"No, dico, sta bene Lucilla, tutto a posto?"
"Eh, non lo so adesso come sta. Ha sofferto tanto quando ci siamo lasciati, poveretta! Per lei è stato un duro colpo. Poveretta!"
"Eh, sì. Poveretta".
Boh.
Da quella sera il fantasma della Povera Lucilla venne rievocato appena possibile.
Una volta, ad una festa, il nostalgico imbracciò la chitarra, azzardò qualche accordo sghembo, e dichiarò con voce commossa: "Questa era la preferita di Lucilla", poi attaccò una lagna da paura. Tutti gli invitati mi guardarono. Ero io l'usurpatrice della povera Lucilla.
Feci l'indifferente, ma odiai il nostalgico. Gli avrei sfasciato la chitarra sul testone. Sia per la dedica alla Poveretta sia perchè lo sguardo dei presenti mi aveva beccata proprio mentre mi ficcavo un pallone di riso in bocca. Già immaginavo i commenti di tutti: "La povera Lucilla è stata soppiantata da un criceto".
Un giorno il nostalgico si rese irreperibile. Cellulare spento e telefono di casa staccato. Bah.
Non sono certo il tipo che chiama i Carabinieri, ma verso le undici di sera cominciai a preoccuparmi, poi però il sonno prese il sopravvento e buonanotte.
Il mattino dopo il redivivo mi chiamò.
"Hei che fine hai fatto ieri?"
"Niente"
"Come niente, scusa?"
"Niente, è che ieri era una giornata particolare"
"Ah sì, avevi il saggio di danza afrocubana?"
"Scema. No, ieri era il 18 luglio"
"Ah! E' vero. Ieri si festeggiava San Topolino!"
"Smettila. Io e Lucilla ci siamo lasciati il 18 luglio di un anno fa."
"Ho capito. Quindi?"
"Quindi non mi pareva bello trascorrere questo anniversario con te."
"Anniversario?! E quindi cosa hai fatto? Lo hai trascorso con Lucilla?"
"Macchè! Lucilla si è trasferita a Modena. Per il dolore, sai. Poveretta".
"Ok, ma allora cosa hai fatto tutto il giorno? Hai acceso un lumino davanti alla sua foto, hai buttato un fascio di fiori in mare, che ne so, hai fatto dire una messa in suffragio?"
"Come sei arida e insensibile."
"Può darsi, ma sono viva e vegeta e stasera vado a ballare. Tu fai una cosa, commemora anche il giorno dopo che tu e Lucilla vi siete lasciati. Amen e stammi bene."
Quando ci siamo lasiati ero sicura che sarebbe tornato con la povera Lucilla. Anzi, lo speravo. Tutto sommato, non l'aveva mai dimenticata ed era giusto così.
Da un amico comune venni a sapere che lui ci aveva anche provato ma aveva ricevuto una gran tranvata: Lucilla era andata a convivere con un professore di fisica che per lei aveva lasciato moglie e figli.
Hai capito la povera Lucilla!
Per un attimo pensai a lei con un moto di simpatia.
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