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Il nostro Halloween tra riflessioni e art attack

Da Robedamamma @robedamamma

Non che Halloween sia esattamente una festa a cui tengo particolarmente, ma anni fa ho scoperto che fare la famosa Jack O’Lantern (dicesi anche zucca di Halloween) ha un non so che di terapeutico.

Oltre al fatto che il risultato poi, per quanto casereccio, può rivelarsi una gran bella soddisfazione, svuotare una zucca e intagliarla porta ottimi benefici alla psiche: sfoga, rilassa e gratifica.

Avete mai provato? Ora, senza trasformarmi troppo nella Sora Lella, provo a spiegarvi in breve come faccio io la mia zucca di Halloween: prima di tutto ogni anno, poche ore prima del giorno di festa (avendo puntualmente scordato di farlo nei giorni addietro), mi reco di corsa al banco frutta e verdura dell’ipermercato più vicino dove trovo solo gli scarti, ovvero le zucche che nessuno ha avuto il coraggio di acquistare perchè bitorzolute, affatto tonde e dal peso specifico di una lavatrice (a pieno carico); non potendo (nè volendo) rinunciare, acquisto la meno peggio rotolandola a spintoni fino a casa e rischiando quanto meno un’ernia e il colpo della strega (che però risulta pienamente a tema con la festa); una volta lavata, disegno un cerchio intorno al picciolo e lo taglio col coltello fino a staccare come una sorta di “cappello” (che poi conservo a parte); con un cucchiaio inizio a svuotare pazientemente la zucca, disegno su di un foglio occhi e bocca (su internet si trovano parecchi disegni ma io, già in ritardo di una vita, di solito opto per il fai da te), applico il foglio sulla zucca ed inizio ad intagliare.

Inserisco una candelina, appoggio sopra il “cappellino” et voilà Jack O’Lantern pronta!

Ora, quest’anno la preparazione della zucca è avvenuta durante una seduta di “come stiamo messe – nessuno ci capisce – prima o poi abdichiamo” con Compagna di Merende e, a lavoro terminato, non abbiamo potuto fare a meno di notare quanto segue: mentre la zucca della Compagna diceva chiaramente “Dolcetto o Scherzetto” con tono affabile ed espressione gioconda, alla mia mancava quasi la parola. La parola che mancava credo fosse: “E levate!”.

A parte la pessima qualità dell’immagine (sorry), a voi che sembra?

Il nostro Halloween tra riflessioni e art attack

Incaxxata? Polemica? Minacciosa? A me tutte e tre!

Da qui una serie di riflessioni si sono fatte strada nella mia testolina, disturbando peraltro il cricetino che instancabile continua a pedalare:

ho forse una sorta di aggressività repressa? Sono arrabbiata? Se sì, con chi? Sto avendo un picco di asocialità misto repulsione per il genere umano e forse dovrei emigrare su di un’isola deserta?

Interrogata sulle questioni di cui sopra, la Marmocchia (ormai mia mini-confidente sulla qualunque) ha espresso il suo più accorato dei “Ba bè”, lasciando intendere che forse non tutti i miei dubbi sono infondati.

La seconda parte dei festeggiamenti (si fa per dire) ci ha viste protagoniste del colpo di testa del secolo. Lei schizzinosa a livelli inauditi, io con l’ansia dello sporco e del disordine, entrambe vittime di norma della sindrome della Bella Lavanderina, siamo state sopraffatte da un colpo di Art Attack senza precedenti.

Questi i risultati:

Il nostro Halloween tra riflessioni e art attack

Il nostro Halloween tra riflessioni e art attack

Il nostro Halloween tra riflessioni e art attack
Ovviamente è stata eliminata la documentazione fotografica della fase successiva, quella delle pulizie, che mi ha visto scomodare un paio di santi dal calendario.

Ed infine, americanizzati ormai fino al midollo osseo: cupcakes per tutti!

Il nostro Halloween tra riflessioni e art attack

Il nostro Halloween tra riflessioni e art attack

E voi come avete festeggiato Halloween?


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