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il nostro libro del cuore della settimana, Come un soprammobile, Mary Wesley

Creato il 26 febbraio 2014 da Atlantidelibri

Mary Wesley è approdata alla narrativa a 71 anni, dopo la morte del secondo marito e sulla soglia della povertà. Ispirazione e necessità, mettiamola così. Si è però conquistata un solido posto nel cuore dei lettori inglesi con i suoi romanzi, raccontando la vita della società britannica negli anni che vanno dalla Seconda Guerra agli Ottanta: con partecipazione e con garbo, senza indulgere in sentimentalismi ma con spietata lucidità.

Quella di Juno (da Giunone, visto l’amore per il mondo classico dei genito) è la leggerezza con cui si affronta il mondo da adolescenti, pronti ad affrontare le cose senza il timore di sbagliare, cercando di provare tutto senza avere rimpianti. Può esserci la guerra o la fame intorno, ma questi sentimenti non lasciano il posto ad altri! Un formidabile ritratto di ragazza, alle prese con la sua necessità di non essere più “solo un soprammobile”, per trovare un proprio posto nel mondo, un vibrante ritratto dell’Inghilterra serrata nel giogo delle bombe naziste dei primi anni Quaranta, tra i razionamenti e la voglia di continuare a vivere (e le rampogne ai giovani, così difficili da capire). Da leggere!

 

Come un soprammobile, Mary Wesley, Astoria

Trad di Paola Muzzarelli

 

Londra, 1941. Juno, diciassette anni, accompagna alla stazione i due giovani che ha amato per gran parte della sua vita: Jonty e Francis, cugini e amici inseparabili, che l’hanno da sempre trattata come un soprammobile e che, prima di partire, con la gelida spietatezza della gioventù, non volendo andare al fronte vergini, un po’ la forzano un po’ la convincono a trascorrere una notte di sesso tutti insieme.

Rimasta sola, si ritrova a vagare per Londra in una notte di bombardamenti.

Viene soccorsa da Evelyn, un uomo dall’aspetto fragile, che con grande gentilezza le offre rifugio e, dopo aver sentito la sua storia, scrive una lettera al padre, invitandolo a ospitare la giovane Juno.

Con un misto di spavalderia e infantilismo, che rendono Juno un personaggio indimenticabile, la ragazza decide di non raggiungere la madre, partita per il Canada con il nuovo marito, e di andare alla ricerca della famiglia di Evelyn, in Cornovaglia. Qui, trasformatasi in mozzo di stalla, contadina e dopo poco “piccolina” di casa, scoprirà un mondo nel quale non solo troverà pace, ma anche un luogo in cui non è più solo un soprammobile. Il capitolo finale, vent’anni dopo, è degno della migliore Jane Austen.

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