È idealmente sospeso tra Borges e Cortazar, con l’ammirazione che le sue opere suscitavano in Bolano, non potevamo farci sfuggire l’occasione di recensire positivamente Ricardo Piglia e il suo recente libro edito da Sur. Il nostro, professore alla Princeton University, ben conosce i vertici della letteratura sudamericana, su cui ha scritto diversi saggi, tra Roberto Arlt e Macedonio Fernandez. Proprio quest’ultimo, uno dei patron narrativi anche di Borges, diventa l’involontario protagonista di questo affascinante romanzo in cui l’autore riesce a fondere generi ben diversi, a mescolare abilmente le carte.
Un libro mondo in cui confluiscono tante cose, dalla storia dell’Argentina ai suoi miti, reali o letterari che siano, dal fascino che le storie possono creare nell’animo umano ai labirinti in cui si può smarrire il lettore. E’ la città (assente?) che ammalia e circuisce, attira e respinge, sempre sfuggente ad ogni defizione, come una storia inventata dalla macchina inventata da Macedonio Fernandez…
Ricardo Piglia, La città assente, Sur
Facendo ricerche per un articolo, Junior si imbatte in un mistero che turba l’intera città: un museo e la strana macchina che vi è custodita. Si tratta di un generatore di storie, progettato dal grande Macedonio Fernández, nelle quali si delinea una cartografia alternativa di Buenos Aires. Ambientato in un futuro che assomiglia al passato recente della storia argentina, il romanzo gioca con i generi letterari unendo poliziesco, fantascienza e storia d’amore. Con grande maestria e uno stile impeccabile, Piglia costruisce una complessa narrazione che rende La città assente una delle migliori sfide della letteratura contemporanea.
Un commissario speciale, atipico, dotato di un fiuto quasi sovrannaturale (una volta intuì che il colpevole di uno stupro era colui che si era recato due volte a vedere Dio vi ripagherà. L’indizio che lo incriminava non aveva alcun senso, però aveva visto giusto). un mulatto statunitense originario del Portorico di grande successo tra le donne, un giornalista (alter ego dell’autore) giunto dalla capitale per riferire del caso sono gli straordinari interpreti di questo ottimo romanzo.
Un noir speciale, di alto livello letterario (in effetti, molti sono i premi vinti da questo autore ), in cui protagonista è la vita che si affaccia dalle strade di una tranquilla cittadina della pampa, dove non accade mai nulla di importante.
Ricardo Piglia, Bersaglio notturno, Feltrinelli
“Non è vero che si possa ristabilire l’ordine, non è vero che i crimini si risolvono sempre… Non c’è nessuna logica. Lottiamo per ristabilire le cause e dedurre gli effetti, ma non riusciamo mai a conoscere la rete completa degli intrighi… Più sei vicino al centro, più ti invischi nella ragnatela che non ha fine.” Un thriller letterario, appassionante e sofisticato, di uno dei più grandi narratori sudamericani contemporanei.
Il libro
Bersaglio notturno è un thriller letterario, appassionante e sofisticato, di uno dei più grandi narratori sudamericani contemporanei. I fatti si svolgono nel 1972, nella provincia di Buenos Aires, quella che Piglia chiama la “pampa umida”, un anno prima del ritorno di Perón in Argentina. Tony Durán, un dandy mulatto, nato a Portorico ed educato come un nordamericano nel New Jersey, approda in una piccola cittadina di provincia. Il motivo apparente del suo arrivo è la relazione con Ada e Sofía Belladonna, sorelle gemelle, figlie di una delle più facoltose famiglie del luogo. Durán le ha conosciute ad Atlantic City, dove hanno vissuto un felice ménage à trois, e le ha seguite in Argentina, dove poi viene trovato morto nella sua stanza d’albergo in circostanze misteriose. Incaricato dell’indagine è il vecchio commissario Croce, dotato di un intuito quasi sovrannaturale. Da Buenos Aires arriva anche Emilio Renzi, personaggio ricorrente nei romanzi di Piglia, come inviato speciale di un quotidiano per riferire degli avvenimenti delittuosi della cittadina.
Ambientato nell’impassibile paesaggio della pianura argentina, Bersaglio notturno è un romanzo giallo ma anche un racconto che intreccia archeologie famigliari, che narra la vita di uno di quei paesini di campagna, isolati da tutto, dove la gente vaneggia per non morire di noia.
“Imprescindibile.”
Francisco Solano, “El País”
“Come se Chandler e Faulkner si fossero incontrati nella pampa gaucha di Martín Fierro. Uno dei grandi romanzi dell’anno.”
Josep Massot, “La Vanguardia”