Magazine Ecologia e Ambiente
Che mio figlio sia un indignado non ci sono dubbi, quando ero incinta ero già in piazza con il nascente movimento del 15M e stavo in 3 diverse commissioni di lavoro: fino all'ultimo ho partecipato anche quando con il pancione non riuscivo più ad alzarmi da terra e mi dovevano sollevare in tre.
In Italia -non so perché- non siete riusciti ad indignarvi tanto, mi pare che dopo tanto clamore l'emozione si sia sgonfiata, mentre qua invece la cosa si è stabilizzata e ogni quartiere ha fondato un autogoverno che dà le sue belle gatte da pelare al Comune, esigendo scuole, pulizia, attività sociali che comunque vengono messe in piedi si o si dai cittadini. Sono nati molti orti urbani, ludoteche, si sono organizzati in servizi di pulizia delle strade (e Valencia puzza molto meno) , ci sono gruppi di consumo,conferenze, e ogni giorno un sit-in per chiedere migliori servizi sociali. E dimenticate pure le scene da anarco-punk con questi che passano le giornate fumando canne, io parlo di persone vere dalle casalinghe ai medici che partecipano attivamente nella vita del quartiere.
La crisi in Spagna ha colpito che voi manco vi immaginate, ieri alle 12 c'è stata una manifestazione contro la nuova riforma del lavoro (vi dico solo alcuno dei punti più bollenti: licenziamento se uno prende più di 9 giorni di malattia- anche sciolti- e contrattazione della cassaintegrazione senza il consenso del sindacato, non c'è più separazione tra malattia, permessi e vacanze) e quindi con amiche parlavo di quanto oramai uno si debba reinventare per tirare avanti; parlavamo di che razza di mondo lasceremo ai figli se passa il messaggio che siamo carne da macello; ma dove cavolo andremo a finire se aspettiamo che "quelli" ci risolvano le cose. Il giorno prima qua a Valencia c'è stata una manifestazione degli studenti delle superiori che protestavano perché non hanno manco il riscaldamento nelle scuole, mentre il Comune si è speso quei 20 milioni di euro per due torri bianche, ma le biblioteche rimangono chiuse perché il Comune non ha pagato la bolletta della luce. E la polizia ha mandato in ospedale dei sedicenni.
Quindi Autogestione.
Tu dai a me quello di cui ho bisogno, io lo compro a te e preferisco pagarlo un po di più ma almeno sono sicura del valore dell'oggetto e del lavoro che una persona ha messo. Altro che centri commerciali che fanno girare l'economia stando aperti pure la domenica mentre i piccoli negozi che dovranno pur riposare, sono strozzati dalle grandi industrie del commercio.
Due domeniche al mese andiamo ad un merctino organizzato dal Partito Comunista Spagnolo (ancora esistono i comunisti!) diciamo che questo mercatino che viene organizzato nel giardino della sede del partito in Ruzafa, il quartiere bohemiènne di Valencia, non è fatto tanto per fare su dei soldi, quanto per mettere in piedi relazioni sociali: il nostro obiettivo è farci conoscere e tessere tutta una rete commerciale basata sullo scambio. La figata di avere una piccola azienda biologica è che già mangiamo gratis in ogni ristorante che riforniamo. E i ristoranti bio si sa cucinano benissimo. L'altro vantaggio è che il cibo è uno dei bisogni primari dell'uomo e per come la metti, nessuno dirà mai di no se per "rapporto commerciale" noi intendiamo una fornitura per un anno di hamburger vegetali artigianali, vino rosso bio, miele e polline, polpette di avena, salame vegano e tutta una serie di materie prime che non possiamo produrre ma che consumiamo in quantità, dai biscotti, all'olio d'oliva passando per succhi di frutta. Quindi Raul tra un cliente e l'altro va in giro con la calcolatrice cercando di chiudere affari e prendendo nota di quanta verdura vuole uno e l'altro in cambio di quello che produce. A me pare che noi vinciamo sempre perché quest'anno per esempio i miei contadini si sono particolarmente emozionati e hanno piantato la bellezza di 12mila cipolle, 6 mila agli e circa 5 mila insalate varie, che non potremmo mai e poi mai finire prima che fioriscano solo attraverso il normale canale della vendita. E abbiamo pronti in serra non so quante piantine di pomodori, melanzane e peperoni che sono il pezzo forte che va a ruba.
Quindi Marc ecco perché non vuole vedere manco da lontano le pappette che la Nestlé mi ha mandato a casa.
Oggi c'era un'amica mia e in cambio di un chilo di mandarini, 1 insalata, 2 patate, 3 mele e 1 cipolla mi ha dato due piccoli portamonete che fa lei artigianalmente, così li regalo alle mie nipotine.
Io credo moltissimo in queste cose, oramai da anni siamo perfettamente integrati in questa realtà alternativa fatta di gente un po' anonima ma che si muove, ha idee, è solidale e riusciamo a non farci mancare niente.
Anche perché noi che ci consideriamo degli anarchici, siamo dell'opinione che si possa vivere senza soldi o almeno non con i loro soldi, ma con monete sociali.
Marc con tutta probabilità non andrà mai in una scuola normale, abbiamo una scuola libera ad un kilometro e piuttosto che inserirlo nella pubblica me lo tengo a casa con me.Tra l'altro non escludiamo chissà di andare un paio d'anni in Repubblica Dominicana nello stesso ecovillaggio dove Raul ha passato qualche mese della sua vita, insomma non diamo niente per scontato. Però a volte mi chiedo se sia giusto tenerlo in un mondo parallelo. Prima o poi farà il suo ingresso nel mondo reale e scoprirà la cattiveria: meglio quindi che si scontri con i bulletti già dall'asilo o quando a 18anni e un bel bagaglio multiculturale mi dirà che se ne andrà per il mondo?
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