Magazine Curiosità
Sulla nostra salute… e non un effetto trascurabile ma una grande influenza! Mentre facevo i miei soliti giri su internet ho trovato qualcosa che a prima vista sembrava la solita raccolta di articoli ma che poi ha attirato la mia attenzione proprio a questo proposito. “Nothing: Surprising Insights Everywhere from Zero to Oblivion”, di Jeremy Webb editore del New Scientist , una raccolta incredibile di saggi e articoli che esplorano tutto, dal vuoto cosmico alla nascita, dalla morte dell’universo a come il concetto di zero si è guadagnato un largo consenso nel 17 ° secolo dopo essere evitato come innovazione pericolosa per 400 anni. Tra i pezzi più interessanti della collezione mi ha colpito quello di una giornalista scientifica Jo Marchant, che esplora proprio come il modo in cui pensiamo influisce sul nostro fisico. Per farlo tocca diversi argomenti, in particolare studiando come la solitudine, l’ottimismo e la meditazione influenzano il nostro corpo e la nostra salute. Essere ottimisti ha effetto sulla salute? Il primo argomento di cui parla è una nuova dimensione dell’effetto placebo che è in contrasto con tutto ciò che fino ad ora si sapeva a proposito. Jo scrive: “Si è sempre pensato che l’effetto placebo funzioni solo se le persone sono convinte di stare prendendo un farmaco attivo reale. Ma ora sembra che non sia vero. La fede nella effetto placebo stesso – piuttosto che un farmaco vero e proprio – potrebbe bastare per incoraggiare i nostri corpi a guarire.” A sostegno del suo pensiero, la giornalista cita uno studio condotto da poco presso la Harvard Medical School per testare l’effetto placebo. Ad un gruppo di persone con sindrome dell’intestino irritabile sono state date delle pillole placebo, informandole che si trattava di semplici pillole che contenevano una sostanza inerte, “come pillole di zucchero”, che avevano prodotto dei miglioramenti significativi in altri pazienti con la stessa sindrome. I risultati hanno sorpreso persino i ricercatori: pur sapendo che stavano assumendo un semplice placebo, tutti i partecipanti hanno riferito i loro sintomi come “moderatamente migliorati”. In altre parole queste persone sapevano che ciò che stavano assumendo non era assolutamente un farmaco ma la stessa consapevolezza di stare assumendo qualcosa ha fatto esperienziare loro un miglioramento dei sintomi. La giornalista commenta così i risultati dello studio: “Il realismo può essere un male per la vostra salute. Gli ottimisti guariscono meglio dopo interventi medici come il bypass coronarico, il loro sistema immunitario è più sano, vivono più a lungo, sia in generale sia quando soffrono di patologie come il cancro, malattie cardiache e insufficienza renale.” “Si sa ormai che pensieri negativi e ansia possono farci ammalare. Lo stress – inteso come la convinzione di essere in pericolo – attiva percorsi fisiologici come la risposta “attacco o fuga”, mediata dal sistema nervoso simpatico. Questi percorsi si sono evoluti per proteggerci dal pericolo (di fronte a un pericolo la fisiologia del corpo si modifica a seconda che la nostra risposta sia di attacco o di fuga) ma se rimangono attivi per molto tempo aumentano il rischio di patologie come diabete e demenza.” “Ciò di cui i ricercatori si stanno rendendo conto è che le credenze positive non solo funzionano riducendo lo stress ma hanno anche un effetto attivo: sentirsi al sicuro e protetto, credere che le cose andranno bene, sembra aiutare il corpo a mantenersi sano e a guarire se stesso…” “L’ottimismo sembra ridurre le infiammazioni indotte dallo stress e i livelli di ormoni stress correlati come il cortisolo. Può anche ridurre la predisposizione alla malattia regolando l’attività del sistema nervoso simpatico e stimolando il sistema nervoso parasimpatico. Quest’ultimo regola proprio la famosa risposta di “attacco o fuga.” “Così come è utile avere una visione positiva del futuro lo è anche avere una visione positiva di se stessi. Le persone che si vedono sotto una luce positiva hanno bassi livelli di cortisolo (l’ormone dello stress), risposte cardiovascolari allo stress inferiori e recuperano più velocemente.” E’ utile insomma avere una percezione positiva del mondo così come lo è averla di se stessi: questa tendenza si chiama “bias di auto-miglioramento”, una specie di auto-illusione che ci aiuta a mantenerci sani, “Io mi vedo OK, quindi sono OK”. La solitudine influisce sul corpo? Lo stesso vale per i nostri atteggiamenti verso gli altri, anche questo infatti può influire sulla nostra salute. Lo psicologo John Cacioppo dell’Università di Chicago ha dedicato la sua carriera a studiare come l’isolamento sociale influisca sugli individui. Secondo i suoi studi essere soli aumenta il rischio generale, dagli attacchi di cuore alla demenza, dalla depressione alla morte, mentre le persone soddisfatte della loro vita sociale dormono meglio, invecchiano più lentamente e rispondono meglio ai vaccini Per capirci meglio: risolvere un problema di solitudine ha un effetto tanto forte sul nostro corpo quanto smettere di fumare. Chi medita è più in salute? Paradossalmente la scienza suggerisce che uno dei metodi più efficaci per risolvere una situazione in cui ci si sente soli e isolati ha a che fare con lo stare soli – più precisamente lo stare soli in meditazione. E’ intuitivo che chi medita assiduamente stia meglio mentalmente, più serenità, più pace… e il corpo? Meditare ha effetti anche sul corpo? In realtà ancora oggi gli studi sugli effetti benefici della meditazione non sono tantissimi, cosa che è emblematica della miopia con cui ci accostiamo alla salute mentale. Si dà infatti priorità al fisico e a mantenerlo sano (quante persone si allenano quotidianamente rispetto a quelli che praticano la meditazione?) tralasciando di prendersi cura dello spirito come strumento ottimo per stare bene. C’è da dire però che le ricerche fatte sugli effetti della meditazione sulla salute sono molto incoraggianti e positive. Gli effetti benefici sono tanti, in particolare: - aumenta la risposta immunitaria, anche in soggetti malati di cancro - protegge contro una ricaduta nella depressione maggiore - lenisce le malattie della pelle - rallenta la progressione dell‘HIV - rallenta il processo di invecchiamento . Come con l’interazione sociale, la meditazione funziona influenzando i percorsi di risposta allo stress. Le persone che meditano hanno livelli di cortisolo (ormone dello stress) più bassi e alcuni studi hanno mostrato che presentano anche dei cambiamenti nella loro amigdala, un’area del cervello coinvolta nella paura e nella la risposta alla minaccia. In parole povere, non è che se mediti non avrai mai più problemi, la meditazione modifica il modo in cui reagisci alle situazioni di stress e le affronti, dandoti un senso di sicurezza e di “andrà tutto bene” che aiuta il tuo corpo ad essere sano e a mantenere bassi i livelli di stress. Molti mi dicono “Eh ma ci vuole tempo perchè abbia effetto”… Sbagliato! Il bello è che basta pochissimo tempo per iniziare a sentire i benefici fisici della meditazione. Basta infatti un’ora al giorno di meditazione per 3 settimane per produrre già dei cambiamenti strutturali nel cervello. Forse però il risultato più sorprendente nello studio di come le nostre convinzioni influenzano il nostro corpo ha a che fare con la ricerca del proprio scopo e, ancora di più, con il trovare un significato nella vita. In uno studio su 50 persone con cancro polmonare avanzato coloro che avevano la cosiddetta “fede spirituale” hanno reagito meglio alla chemioterapia e sono sopravvissuti più a lungo. Più del 40% erano ancora vivi dopo tre anni rispetto a meno del 10% fra coloro che non avevano fede. Alcuni pensano che ciò che conta davvero è avere un senso di scopo nella vita, qualunque essa sia. Avere un’idea del perché siamo qui e cosa è davvero importante aumenterebbe il nostro senso di controllo sugli eventi, rendendoli meno stressanti. Senza contare che se sai il motivo per cui sei venuto su questa Terra, tutti gli ostacoli che ti si porranno davanti e le difficoltà le affronterai con un’altra consapevolezza. Sapere cosa è importante nella vita ci da la possibilità di trascorrere più tempo a fare ciò che amiamo, che si tratti di giardinaggio o di volontariato, e questo ha un effetto simile alla meditazione sulla salute. Del resto anche il filosofo Daniel Dennett ha detto che il segreto della felicità è “trovare qualcosa di più importante di quello che sei e dedicarvi la vita”. In questo articolo abbiamo parlato di 3 attitudini alla vita che possono davvero fare la differenza per la salute: ottimismo, solitudine e meditazione. Al di là dei temi specifici, che sicuramente sono molto interessanti, ciò che mi interessa trasmettere è che si può andare oltre l’etichetta di malattia, fisica o mentale che essa sia. Non intendo sminuire l’importanza della medicina e del progresso scientifico, anzi, ma è importante secondo me riflettere sul significato della malattia. Va benissimo prendere atto che ci sia qualcosa che non va e che necessita di essere curato ma è importante non fossilizzarsi dietro un’etichetta che, di per se stessa, non ci fornisce la soluzione per stare bene. Piuttosto sapere che la nostra attitudine alla vita può davvero modificare il nostro corpo fino a farlo guarire, questa si che è una cosa da sapere e non dimenticare! Dott.ssa Daniela Mascaro Fonte: psyta.net
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