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Il nucleare: il problema senza la soluzione

Creato il 13 aprile 2011 da Howtobegreen

Il nucleare: il problema senza la soluzione

Perchè il nucleare non è la soluzione dei problemi ma è il problema?
Ecco alcuni validi motivi:
Non esiste ancora alcun esempio di deposito a lungo termine delle scorie nucleari.
Le scorie a vita media rimangono radioattive per alcuni secoli, le scorie a vita lunga anche miliardi di anni. In sessant’anni l’industria nucleare non è stata in grado di sviluppare un sistema per la gestione in sicurezza. Negli USA è stato chiuso, dopo quindici anni e 9 miliardi di dollari spesi, il progetto di Yucca Mountain.
Il ritrattamento del combustibile è una scelta inquinante e inutile. La parte più rilevante delle scorie è rappresentata dal combustibile irraggiato, inviato negli anni al ritrattamento prima in Inghilterra e ora in Francia. Questi rifiuti sono destinati a ritornare, sotto forma di scorie vetrificate, nei paesi d’origine. Anche in Italia. È un processo più costoso dello stoccaggio a secco delle barre di combustibile, più inquinante per i rilasci in aria e acqua di radioattività, più pericoloso per i trasporti in andata e ritorno, con più rischi militari per la separazione del plutonio.
I nuovi EPR producono scorie più pericolose. Come conseguenza di una maggiore “produttività”, l’EPR - il tipo di reattore che vogliono costruire in Italia - genererà scorie sette volte più radioattive di quelle dei reattori esistenti. Le scorie, dunque, risulteranno più pericolose da gestire.
Fa storia l’inchiesta sulla gestione delle scorie francesci. Un report per ora uscito solo in Francia ha raccontato di 300 milioni di tonnellate di detriti radioattivi abbandonati e utilizzati nel paese per realizzare terrapieni, strade e parcheggi ( fonte Qualenergia.it, La Francia contaminata). Un altro report invece è invece relativo alla filiera a valle delle centrali, che si perde oltre confine, nelle steppe siberiane. A denunciare che qualcosa non andava in quell’export di combustibile esausto a oriente erano stati un’inchiesta televisiva di Arte Channel e un articolo di Liberation, usciti nell’autunno 2010: il 13 percento del combustibile esausto del gigante francese dell’atomo – si denunciava – finisce abbandonato nelle steppe siberiane, stoccato a cielo aperto. Rivelazioni corredate dalle immagini aeree dei depositi delle scorie a Seversk in Siberia (ossia Tomsk-7, sito peraltro già pesantemente contaminato da incidenti nucleari in epoca sovietica) - Vedi l’ultima foto nello slide show.
Fonte: Informazioni tratte da Greenpeace e Qualenergia

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