Di Consiglia Grande. Il Rapporto Italiani nel Mondo pubblicato oggi dalla Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana ha rilevato che il numero degli emigranti italiani all’estero è superiore a quello degli stranieri che arrivano nel nostro paese. Sono stati in 94mila nel 2013 a lasciare l’Italia, per dirne una. Il dato è plusvalente rispetto ai 43mila del 2010.
Nel frattempo, sono 4.482.115 gli italiani residenti all’Estero. A partire, nella maggior parte dei casi sono uomini, sia nel 2013 (56,3 per cento) che nel 2012 (56,2 per cento), non sposati nel 60 per cento dei casi e coniugati nel 34,3 per cento, la classe di età più rappresentata è quella dei 18-34 anni (36,2 per cento). A seguire quella dei 35-49 anni (26,8 per cento). I motivi sono ravvisabili nella recessione economica e nella disoccupazione.
In merito alle donne, possiamo fare un’osservazione: molte province, italiane infatti, hanno più emigrate donne, soprattutto in Argentina. Macerata e Trieste, in particolare, sono le prime due con il 51,1%; a seguire Fermo (50,7 per cento) e Pordenone (50,5 per cento). Per cui tra gli italiani iscritti all’AIRE, che ammontano a 162.203, provenienti dal Friuli Venezia Giulia, circa 81.600 sono donne, cioè il 50,3 per cento: questa è la ragione per cui si afferma che dall’Italia sono partite più donne che uomini.
Ma dove si dirigono gli emigranti italiani? In primis in Regno Unito, a seguire la Germania, poi la Svizzera e la Francia. D’altronde si legge nella scheda di presentazione dei dati oggi pubblicati che questi spostamenti umani offrono un quadro articolato sul significato della mobilità italiana di oggi, sulle sue caratteristiche, sui trend che segue e sulle novità che emergono: La prospettiva storica è prerogativa fondamentale di questo annuario soprattutto perché affiancata alla riflessione sull’attualità con indagini non solo su specifiche situazioni territoriali di partenza e di arrivo, ma anche sull’idea che i media trasmettono della mobilità, il desiderio di partire e quello di tornare dei nostri connazionali.