L’Italia è il terzo Paese europeo per consumo di cocaina: da fenomeno d’élite, la coca è diventata, nel corso del tempo, lo stupefacente di tutti, quello con cui si può lavorare di più, rendere di più, guadagnare di più.
Accanto alla sua dimensione da cronaca nera, pertanto, vi è un aspetto più privato e quotidiano, giocato all’interno di nuclei familiari stravolti dall’incontro con la droga, che diventano territorio di guerra: di questa dimensione intimista ci parla Pasquale Pozzessere, che mercoledì 24 agosto alle 20.30 presenterà al pubblico del Nuovo Cinema Aquila il suo ultimo lavoro COCAPOP.
«Si parla molto di cocaina – sostiene il regista – spesso collegata a film d’azione, inchieste o documentari. Io ho voluto analizzarla nella sua solitudine, nel suo rapporto privato con il fruitore di cui spesso diventa l’amante segreta, prescindendo dalla vita sociale dei protagonisti che pure esiste».
Un appartamento su un antico colle romano si trasforma in un teatro di posa dove si alternano tre storie di droga. Il racconto di COCAPOP si svolge in un arco di tempo “circolare” in cui ogni personaggio potrebbe vivere o aver vissuto la vita dell’altro, attraversando tre generazioni dai 20 ai 70 anni. Si tratta di persone intelligenti, benestanti, istruite. Gli eventi nascono, si sviluppano,si aggrovigliano all’interno del nucleo familiare.
Dietro la facciata da routine scopriamo anime fragili, che lottano contro le proprie paure e cercano di affrontare quel “vuoto psicologico” che ha generato il contatto con la droga e che la droga stessa alimenta, dando l’illusione di poterlo riempire.
COCAPOP di Pasquale Pozzessere. Italia 2010, con L. Gastoni, A. Caprioli, S. Dionisi, durata: 1h e 28’, Prodotto da Pasquale Pozzessere per Demian film
Torna il regista di Verso sud e Testimone a rischio, con il suo stile intimista e problematico. In un appartamento su un antico colle romano si alternano tre storie di cocaina. Gli eventi si aggrovigliano all’interno del nucleo familiare che diventa territorio di guerra e teatro di paure e fragilità…
