Il nuovo crossover Marvel, Age of Ultron: l’apocalisse è servita

Creato il 16 ottobre 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese io canto
(dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto)

Introduzione: di cantastorie e supereroi

C’era una volta un super cattivo che conquistò la Terra. Le sue truppe, ad armi spianate, pattugliavano le città, immerse nell’oscurità, mentre la gente si nascondeva per sopravvivere o veniva sopraffatta.
Nascosti nei sotterranei, tra le macerie e i vicoli oscuri, un gruppo di sopravvissuti un tempo noti come supereroi resistevano alla tirannia: i primi fra loro, i leader carismatici, erano caduti uno alla volta e la situazione era disperata. Fino a che una voce dal passato non si fece nuovamente sentire, fino a che un piano non prese forma e il sacrificio di pochi riconsegnò a molti il loro amato pianeta.
C’era una volta un cantastorie che mi raccontò questa storia e quando, dieci anni più tardi, lo ritrovai nello stesso posto, visto che mi era piaciuta, decise di raccontarmela ancora. Era più o meno la stessa storia: sempre lo stesso supercattivo che trasforma la Terra in un luogo da incubo, sempre i campioni a lottare, nascosti, per la libertà e contro la distopia e sempre uno degli eroi protagonisti, senza paura, ad affrontare ancora una volta i raggi della morte. Questa volta, però, il menestrello volle mescolare anche dettagli presi da altre storie, per rendere il racconto ancora più ricco, ancora più epico.
Ecco poi arrivare un cantastorie concorrente, che in un reame vicino, dove si diceva che le idee nascessero per prime, iniziò a raccontare questa storia: un supercattivo, una volta, conquistò la Terra. Le sue truppe, ad armi spianate, pattugliavano le città, mentre la gente si nascondeva per sopravvivere o veniva sopraffatta.
Nascosti nei sotterranei, tra le macerie e i vicoli oscuri, un gruppo di sopravvissuti un tempo noti come supereroi resistevano alla tirannia: i primi fra loro, i leader carismatici, si sentivano persi, senza i loro simboli e solo pochi di loro pensavano di dover fare qualcosa, mentre il mondo era perso e disperato.


C’erano, dunque, due cantastorie: uno che si chiama Grant Morrison e scrisse Darkseid è… (un capitolo de La pietra dei tempi, saga della sua JLA) e Crisi Finale e Gli Invisibili e altre cose che sarebbe troppo lungo raccontare. L’altro, invece, si chiama Brian Michael Bendis, uno che raccontava belle storie su un amichevole tessiragnatele di quartiere, ma che alla fine ha deciso di scrivere per l’ennesima volta la solita storia, quella già raccontata da Morrison, anche se il titolo e il supercattivo erano diversi.
La storia si chiama Age of Ultron e se avete letto Morrison, a non leggerla, non vi perdete niente (questo non vuol dire che non possiate leggerla lo stesso, però). Sembra scritta venti anni fa, quasi a dire: il fumetto non è cambiato per nulla. Se questo è un bene, però, ve lo dico tra vent’anni.
Se poi Morrison non l’avete letto, magari può anche valere la pena leggerla: Brian Michael Bendis, in fondo, scrive bene, mentre Brian Hitch disegna anche meglio (ogni tanto si perde, a dire il vero). E poi il protagonista è il più letale avversario dei Vendicatori: Ultron, il robot creato da Hank Pym e apparso per la prima volta su Avengers #54.

Age of Ultron: La recensione

Il mondo del regno di Ultron è un posto brutto e oscuro, un’apocalisse devastante per il genere umano. Per sopravvivere bisogna ribaltare completamente l’etica del vivere civile, come si è visto sul primo numero dell’edizione italiana: Occhio di Falco non si fa problemi a scagliare la sua freccia direttamente nella giugulare di un criminale, mentre Moon Knight colpisce alla testa un civile, per quanto armato, che sembrava minacciare la Vedova Nera
Lo stesso piano ideato da Capitan America sul secondo numero, ovvero infiltrare She-Hulk tra le fila nemiche, apparentemente vendendola al malvagio robot, indica come il nuovo mondo creato dall’acerrimo nemico dei Vendicatori si basi non solo sulle macerie della civiltà umana, ma anche su una ambiguità morale diffusa, che rende gli eroi decisamente fuori posto (non a caso l’Hulk Rosso è protagonista di una delle scene più iconiche di tutta la saga).
Dal punto di vista narrativo, quindi, questa scelta di porre gli eroi sullo stesso piano dei criminali rappresenta una mossa utile per rappresentare lo stravolgimento prodotto dall’ingresso di Ultron nella realtà principale dell’Universo Marvel, o almeno in quella che dovrebbe essere la realtà principale. Si stenta, infatti, a credere che l’intero crossover sia in continuity, nonostante le assicurazioni editoriali a tal proposito e gli annunciati tie-in, e questo soprattutto a causa delle discrepanze all’interno della storia, come ad esempio il costume dell’Uomo Ragno, che è quello di Amazing Spider-Man e non quello che compare su Superior. Lo stesso personaggio, poi, è caratterizzato come se ci fosse Peter Parker sotto il costume e non Otto Octavius, come conseguenza di Desiderio di Morte. Inoltre tra gli eroi sopravvissuti c’è Susan Storm, che in realtà dovrebbe essere ancora nello spazio insieme con tutta la sua famiglia.
Queste discrepanze abbastanza evidenti, che si spera verranno almeno chiarite nei tie-in, sono una diretta conseguenza delle continue dilazioni e ritardi subiti dalla saga [1] e che molto probabilmente hanno anche influito negativamente sulla resa grafica di Hitch. Se infatti da un lato Bendis si è impegnato nello scrivere una storia che si adattasse al meglio allo stile del potente disegnatore della prima serie degli Ultimates (intensi primi piani, splash page panoramiche, molte con l’astronave di Ultron che incombe nel cielo), dall’altra la maggior parte delle vignette, soprattutto nel secondo volume italiano che raccoglie i numeri 3 e 4, sembrano disegnate di fretta e inchiostrate ancora più velocemente, come se la Marvel avesse deciso di sbloccare la produzione del crossover all’improvviso.

Concludendo

Mentre il primo volume sembra una banale ripresa di tematiche vecchie, usate (se non abusate) da altri autori DC Comics (come il citato Grant Morrison), il secondo volume, pur introducendo un elemento interessante nella discussione riguardo le responsabilità di Hank Pym sull’apocalisse scatenata da Ultron (e che sembra un’eco delle responsabilità di Krona durante Crisi sulle Terre Infinite), lascia un po’ l’amaro in bocca, soprattutto per la prova grafica di Hitch, decisamente al di sotto degli standard cui ci aveva abituato.

Abbiamo parlato di:
Age of Ultron #1-2
Brian Michael Bendis, Bryan Hitch, Paul Neary
traduzione di Fabio Gamberini
Panini Comics, Settembre-Ottobre 2013
48 pagine, brossurato, colore, € 3,00

Note:

  1. interviews with both Bendis and Hitch revealed that Age of Ultron was planned and drawn a few years back, only to be delayed a numerous times da The Comic Book Revue. Leggi anche Comic Book Resources [↩]

Etichette associate:

Brian Michael BendisPaul NearyMarvel ComicsPanini ComicsBryan Hitch

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :