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Il Paladino: C’era una Volta un Eroe che…

Creato il 25 giugno 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Il Paladino: C’era una Volta un Eroe che…

Quasi tutti, ad un certo punto della loro vita, hanno la ventura di imbattersi nell'affascinante mondo dei cavalieri, dei paladini e dei Mori. E per alcuni è amore a prima vista. Il libro con cui solitamente si accende questa passione letteraria è La chanson de Roland (appartenente al ciclo carolingio e scritta tra il 997 e il 1130), il poema epico per antonomasia pieno com'è di eroi, di battaglie, di amori, in cui il solco tra bene e male è ben definito: da una parte ci sono i "cavalieri", uomini senza macchia e senza paura, le cui vite sono dedicate a Dio, al proprio sovrano, alla donna amata; dall'altra ci sono i nemici, subdoli, malvagi, ingannatori, bugiardi, spesso "infedeli".

Le sfumature di grigio, e non mi riferisco a quelle di E. L. James, avrebbero tardato ancora per molto a farsi largo nella letteratura e nella società, e, in quell'epoca lontana, c'è ancora spazio solo per figure che si ergono sulle masse per assurgere ad esempio e simbolo. Tra queste spicca Roland, che da noi diventa Orlando, parente di Carlo Magno, marchese di Bretagna, primo tra i pari di Francia, il più forte e famoso dei paladini, protagonista indiscusso della summenzionata La chanson de Roland, ma anche di tre tra i frutti più preziosi della nostra letteratura: il Morgante di Luigi Pulci, l' Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo e l' Orlando furioso di Ludovico Ariosto.

La figura di Orlando, i cui pochi cenni storici coevi si devono ad Eginardo, che gli dedica poche frasi nella sua monumentale Vita Karoli Magni scritta tra l'829 e l'836, è dunque quasi integralmente frutto di autori successivi che intingono la penna nel mito e nell'aneddotica spiccia, creando un personaggio tutto d'un pezzo, eroe dai grandi valori e animato da cristallina dedizione verso il suo re e la cristianità, per cui sacrificherà la vita in quel caldissimo 15 agosto del 778 al Passo di Roncisvalle, nei Pirenei.

Da queste premesse prende l'abbrivio Il paladino, romanzo di Angela Pesce Fassio, poliedrica autrice astigiana, nel tentativo di dare una chiave di lettura moderna al personaggio, spogliandolo dell'abito cucitogli addosso dal mito, umanizzandolo insomma.

Progettato inizialmente come romanzo fantasy, la stesura finale del libro assume invece i connotati di quello storico, fondendo fatti e personaggi realmente esistiti con elementi inventati e funzionali all'ordito.

Orizzonti grandiosi si aprono per il giovanissimo Orlando quando Carlo Magno, re dei Franchi, lo ammette fra i paladini. È un raro onore, preludio ad un futuro glorioso, cui Orlando può legittimamente aspirare per il coraggio e la lealtà dimostrati al suo sovrano. Tuttavia, un sinistro presagio aleggia intorno alla sua figura, percepibile da tutti coloro che gli sono vicini e dallo stesso re, che paventa un destino fatale per quel giovane fiero ed indomito.

Le vittorie dei Franchi nella Spagna occupata dai Mori, la conquista di città e fortezze, la straordinaria audacia di Orlando sembrano cancellare quei cupi presentimenti... almeno finché, nel momento culminante dell'assedio di Saragozza, i Sassoni non si rivoltano contro il regno e Carlo è costretto ad ordinare la ritirata per andare ad affrontarli. Orlando, con i paladini, si dispone nelle retroguardie, per proteggere la ritirata dell'esercito franco, ma i Baschi hanno bloccato il passo a Roncisvalle, consentendo ai Mori di sopraggiungere in forze. Accerchiati, i paladini sembrano non avere scampo, ma Orlando sembra disposto a tutto pur di non arrendersi.

L'intreccio tra mito e leggende contribuisce a realizzare un appassionante romanzo d'avventura, sullo sfondo dell'Europa dell'VIII secolo, che si legge tutto d'un fiato grazie ad uno stile scorrevole e lineare, leggero e mai didascalico, che accompagna il lettore verso il noto epilogo in una sorta di crescendo rossiniano.

Il tentativo di esaminare la figura di Orlando a trecentosessanta gradi si può dire compiuto, il conflitto interiore del paladino trasuda da ogni pagina, riuscendo a trasmettere la difficoltà dell'eroe nel venire a patti con l'uomo, dovendo mediare tra amicizia e lealtà, senso dell'onore e dedizione, fede e coraggio, gelosia ed ambizione, desiderio di rivalsa e vendetta, rendendo palesi le sue gravi debolezze nel rapportarsi con chi gli sta intorno, da re Carlo a Gano, da Alda a Shahnaz, da Olivieri a Baldovino.

La descrizione delle battaglie, invece, accurata e molto realistica, ha il difetto, appena entra in campo Orlando, di fargli vestire i panni di un moderno supereroe in stile Marvel, finendo per svuotarlo della sua fisicità e trasformandolo in una figura da fumetto, troppo eclatante nel suo porsi per poter rimanere credibile, ma perfettamente in sintonia con la contemporanea tradizione della "adventure fiction series".

Il lettore, di fronte ad una personalità così sfaccettata, rimane sospeso nel giudizio, passando dai momenti in cui apprezza e ama Orlando ad altri in cui non lo sopporta, se non addirittura lo odia.

In conclusione, un libro da mettere in borsa e portare in spiaggia o in viaggio per passare qualche ora in completo, ed appassionato, relax.


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