Dare un giudizio univoco su qualcosa di
soggettivo ed irrazionale come può essere un libro o un racconto è
impresa assai difficile. Per fortuna, mi viene da dire: anche se
qualcuno pare non rendersene conto, madre natura ci ha dotato di un
fantastico cervello in grado di immagazzinare informazione ed
elaborarle, trasformandole in una piccola – talvolta fragile –
idea. Questa idea può coincidere con quella di qualche anima affine
ma, in tanti casi, se ne rimane sola e soletta nella nostra mente.
Per questa ragione ogni giudizio dato su argomenti – come quello
che mi accingo a trattare – relativi alla nostra sensibilità ed al
nostro gusto, non può che risultare parziale ed inficiato dal
background sociale di chi lo mette effettivamente in atto.
Questo post, ad esempio, sarà
totalmente aderente a quella che è la mia idea di erotismo,
arrivando ad esplorare la profonda frustrazione provata dalla
sottoscritta nel momento in cui, cadendo il velo che le ricopriva gli
occhi, scopre che l'ideale corrente è agli antipodi rispetto al
proprio.
Ma bando alle ciance: che cos'è
l'erotismo secondo Elena Antolini alias Fenice?
È un motore, una spinta, un
incoraggiamento all'azione. Non è soltanto un palese atto carnale,
ma è, soprattutto, la preparazione a questo. Non è sfogo di bassi
istinti ma scoperta di modi di vedere l'essenza massima del
perpetrarsi della vita, il sesso, totalmente diversi da quello che
conosciamo. È conoscenza e distruzione della stessa. È scoperta. È
abbandonare ogni sovrastruttura ascoltando soltanto l'unica parte
veramente primitiva di noi stessi. È un atto che supera la normale
concezione che noi abbiamo dello stesso, diventando rito, cerimonia,
promessa di momentanea evasione. Non è piacere fine a sé stesso, è
un regalo che facciamo a noi stessi.
Inutile dire che la mia alta concezione
dell'eros, non trova corrispondenza in buona parte della recente
produzione letteraria.
Credo che ci sia un leitmotiv
fondamentale in buona parte dei libri o racconti che affollano le
librerie ultimamente: il desiderio di situazioni estreme. Ma quando
cosce chilometriche e seni rifatti, deretani scolpiti e muscoli
sudati sono fruibili da tutti in qualsiasi momento della giornata
(per chi non ha tempo di guardare i normali programmi della tv, basta
guardare Studio Aperto), cosa può risultare davvero estremo? Un'auto
stimolazione in treno, forse, molto meglio se portata avanti davanti
allo sguardo incredulo di un ragazzo che stava soltanto cercando di
dormire? Il rapporto tra un sexy master e la sua ancella? Passiamo
alle catene, dai, oppure al masochismo.
Diamo a persone abituate a vedere
tutto, senza rendersene ormai più conto, qualcosa di ancora più
esplicito e volgare. Chiudiamo il tutto con il vissero felici e
contenti disneyano, facciamo un po' di editing, appiccichiamogli
sopra un nome sensuale, mettiamo nella cover una cravatta
possibilmente scura ed un pochetto allentata e.. arriva il nuovo
erotismo! Boom di vendite, strade sicure da percorrere e sfruttare il
più a lungo possibile, fino alla prossima moda, la prossima
rivelazione la prossima idea vincente.
Ma cosa ci lasciano alla fine queste
storie? Bene, spesso ci troviamo a leggere libri senza una trama,
portati avanti da una lunga sequenza di orgasmi raggiunti nei modi
più strani. Personalmente non me ne faccio nulla di questo tipo di
letteratura: insomma ragazzi parliamoci chiaro. Basta accendere la tv
e se proprio proprio muori dalla voglia di assistere ad un finto
rapporto sessuale lo trovi: non spendi soldi, non perdi giornate, in
dieci minuti hai visto tutto. Quando potrebbero diventare – lo dico
in senso ampio – educativi, nel senso che introducono pratiche che
non tutti praticano e che molti, probabilmente, non praticheranno mai
(penso al bondage, ad esempio), si perdono in particolari inutili
(come legare le corde, ad esempio, o la tenue sensazione di
strozzamento provata nel momento in cui le corde avvolgono il collo)
senza nemmeno spiegare qual'è l'idea alla base del bondage. Insomma,
perché una donna più o meno normale arriva a farsi legare. Come
prova di fiducia, forse? Allora mostrami un percorso che arriva a
costruire questa fiducia, non farmela comparire li dal nulla soltanto
perché vuoi parlare a tutti i costi di questa pratica o perché la
trovi incredibilmente cool. Vedete, la dimensione fisica del sesso
(almeno per noi donne) va quasi sempre di pari passo con quella
psicologica. I cambi repentini di testa mi urtano: se ho di fronte
una donna indipendente e tosta e questa, improvvisamente, si ritrova
ad essere sculacciata sulle gambe del proprio compagno – dopo
essere stata precedentemente schiaffeggiata – e passa
dall'incazzatura più forte al desiderio più acceso perchè “la
vibrazione del fondoschiena funziona da maxi stimolatore per il
clitoride” (vi garantisco che ho letto anche questo), mi sento
presa in giro. Uno, perché inizio a pensare che, a questo mondo,
chiunque possa diventare scrittore, due perché non è minimamente
verosimile, tre perché proprio non si può leggere una roba del
genere!
Così mi chiedo: ma dov'è finita la
ricerca, dov'è finita l'attesa, dov'è finito – soprattutto – il
desiderio? Quando tutto è così violentemente visibile, spiattellato
davanti ai nostri occhi, non diventa forse pornografia? Quando tutto
un libro è riconducibile ad un unico (o molteplici, siamo realisti)
atto sessuale, qual'è lo scopo del libro stesso la sua utilità, la
sua forza, la sua qualità?
Non credo esista più l'eleganza di un
tempo, la capacità di “far montare” nel lettore il desiderio.
Viviamo in un'epoca veloce e violenta:
probabilmente questo tipo di letteratura cerca soltanto di tenere il
passo. Ad ogni modo, mi rifiuto di considerarlo erotismo: è un
insulto a questo stesso termine. Ci vuole davvero qualcosa di meno, è
il caso di dirla così, per sorprendermi.
Scrivetemi la vostra opinione, se vi
va: mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate! E se avete qualche
consiglio di lettura sono più che curiosa di leggerlo =)
Magazine Erotismo
Magazines
-
Erotismo