Alcuni supertrees dei Gardens by the Bay di Singapore. Foto di Marco Restelli
Cari lettori, ecco un mio reportage sulle sorprendenti novità di Singapore, pubblicato tempo fa sul mensile Elle. Attendo vostri commenti/domande, buona lettura e…buon agosto. MR
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E’ la prima volta che salgo in ascensore dentro un albero a forma di fungo alto come un palazzo di 16 piani ma ricoperto da 200 specie di piante e fiori tropicali; senza contare che è collegato ad altri alberi-fungo tramite una passerella lunga 130 metri sospesa a 25 metri di altezza…Ma in questa nuova Singapore, dove lo straordinario è di casa, ci si abitua anche allo stupore. L’albero in cui sto salendo è uno dei 18 super-trees, di altezza variabile fra i 25 e i 50 metri, strutture di cemento e acciaio ricoperte da migliaia di piante e fiori: sono meravigliosi giardini verticali, nutriti dalle più moderne tecnologie eco-compatibili (cellule fotovoltaiche, acque riciclate, ecc.). Si trovano nel cuore dei Gardens by the Bay, un nuovo parco di 100 ettari affacciato sull’oceano indiano: la più imponente opera di bio-architettura mai creata sul pianeta.
Per realizzare questo universo eco-tecnologico la Repubblica di Singapore ha speso 400 milioni di euro ma ha già attirato vari milioni di visitatori dall’inaugurazione del giugno 2012. Oltre ai 18 super-trees – uno dei quali con ristorante in cima – i Gardens by the Bay contengono anche due enormi serre a cupola: una riproduce la foresta tropicale e l’altra è dedicata ai fiori. Entrambe sono state premiate nel 2012 come World Building of the Year al Festival mondiale dell’architettura.
Giardino verticale in una megaserra dei Gardens by the Bay di Singapore. Foto di Marco Restelli
Questa “natura futuribile” ospita anche quattro diversi orti-giardino, uno per ciascuna delle quattro etnie che costituiscono la popolazione di Singapore: cinesi, malesi, indiani e inglesi. Perché questa ricchissima città-stato asiatica, colonia britannica fino al 1959, oggi è una società multietnica e cura in ogni particolare la propria immagine di “melting pot di successo”. Un orto-giardino tradizionale per ogni comunità, dunque, perché nessuno, mai, si senta escluso. Un principio su cui forse vale la pena riflettere.
I Gardens by the Bay sono uno dei principali simboli del cambiamento – urbanistico e sociale – che questa città-Stato sta vivendo negli ultimissimi anni. Quindici anni fa, Singapore mi apparve efficiente, ordinata, seriosa e….noiosa. Una città dedita solo al business e alla competitività economica, con orari e ritmi di lavoro fra i più duri del mondo. Oggi Singapore ha mantenuto le sue caratteristiche migliori, come la sicurezza delle strade («qui una ragazza non ha paura di uscire da sola la sera, ci sentiamo tutelate» mi dice Ying, studentessa di un college) però ne ha aggiunte altre: una divertente vita notturna nei vecchi quartieri dell’epoca coloniale, uno skyline spettacolare di fronte all’oceano, un’ambiente “green” – ovunque sorgono grandi giardini pensili – e un generale senso di vitalità che si esprime anche in un rinnovato gusto per i piaceri della vita, dalla cucina alla moda.
«Sì, i singaporeani hanno deciso di godersela, perciò vogliono la qualità in ogni campo», osserva sorridendo Ryan Clift, il giovane chef del Tippling, uno dei ristoranti più trendy in città. Con la sua aria schietta e i suoi numerosi tatuaggi sulle braccia, Clift sembra un semplice ragazzo inglese appena uscito da un pub. Invece è uno chef “stellato Michelin” in piena ascesa, e al Tippling propone piatti euroasiatici fusion, ciascuno abbinato a un raffinato cocktail. «Guardate per esempio il mio settore: ogni anno a Singapore chiudono mille locali e ristoranti ma ne nascono millecinquecento. Tutti cercano il meglio, tutto cambia alla velocità della luce», conclude Clift.
Cascata nel mall del Marina Bay Sands di Singapore. Foto di Marco Restelli.
Ma il cambiamento in corso è più profondo. Il quotidiano singaporeano Straits Times ha pubblicato un sondaggio dell’istituto Osc (Our Singapore Conversation). Il risultato è nel titolo: Taking it slow, cioè “Prenditela con calma”. La nuova generazione dei singaporeani dice “no” allo stress causato dai ritmi esasperati sul lavoro e dalla competitività estrema nelle scuole di ogni grado, e chiede invece uno stile di vita più rilassato e armonioso rispetto al passato. Una richiesta che viene anzitutto dalle donne. Spiega infatti Kuo Jian Hong, membro dell’Osc: «La gente quando si alza la mattina non pensa “oggi voglio costruire l’economia della nazione”. La gente si alza e pensa “quando potrò andare in vacanza con i miei figli?” Se non troviamo il tempo per stare con le nostre famiglie, perché dovremmo faticare tanto? Possiamo lavorare in modo più intelligente e restare comunque competitivi, come persone e come nazione».
I singaporeani cercano un nuovo orizzonte, e la città si adegua ai loro desideri. Ogni notte Lady Singapore indossa un abito da grand soirée fatto di luci e di uno skyline da fantascienza: il luogo migliore per ammirarla è la lunghissima piscina a sfioro che si trova al 57° piano di un complesso di tre grattacieli, uniti al top da una terrazza a forma di nave che ospita la piscina. Qui nuotano i fortunati clienti del lussuoso Marina Bay Sands Hotel, ma non sono gli unici ad avere il diritto di gustare dall’alto il panorama della città: accanto alla piscina c’è infatti il lounge restaurant più “cool” di Singapore, il Ku De Ta, dove – fra ufficiali di marina inglesi, modelle cinesi, artisti indiani e affaristi malesi – si balla per tutta la notte. E affacciandosi sulla baia, le acque rivelano altri due gioielli: il candido fiore di loto che ospita il nuovo ArtScience Museum, e la brillante isoletta artificiale sede della boutique Vuitton (unico esempio al mondo, credo, di isola-boutique).
La moda dilaga anche nello sfarzoso mall alla base dei tre grattacieli, dove stanno aprendo tutte le grandi firme: il Marina Bay Sands è destinato quindi a fare concorrenza allo “storico” viale della moda, Orchard Road, dove i lussuosi mall vedono da tempo il trionfo del made in Italy. “Singapore adora l’Italian Style in ogni campo: nella moda – basta pensare che Ferragamo ha appena aperto la sua quinta boutique in città – ma anche nella cucina. Non è un caso se quasi tutti i grand hotel di Singapore hanno uno chef italiano», osserva con una certa soddisfazione Sandro Falbo, executive chef del prestigioso Fullerton Hotel.
Singapore dunque ama l’Italia. Ma l’Italia ama Singapore? L’anno scorso sono arrivati qui 14 milioni e mezzo di turisti, di cui appena cinquantamila italiani. Ma il trend è in crescita: ci sono storie d’amore che nascono lentamente…
Skyline notturno di Singapore sulla baia. Foto di Marco Restelli
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SINGAPORE: INFO PRATICHE (DI MR)
QUANDO E COME ANDARE
Il clima di Singapore è caldo-umido: le temperature sono quasi sempre fra i 32 e i 23 gradi. I mesi migliori per visitare la città-stato sono da febbraio a settembre. La compagnia di bandiera Singapore Airlines (www.singaporeair.com/) assicura voli giornalieri diretti da Milano Malpensa e Roma Fiumicino. Il volo A/R costa circa € 700,00 e atterra al Changi, premiato nel 2013 come migliore aeroporto del mondo.
DOVE DORMIRE
Singapore offre sistemazioni per tutti i gusti e le tasche. Per prenotare: www.hotels.online.com.sg. Nel quartiere dei locali notturni, Clarke Quay, lungo il fiume Singapore, c’è il Park Hotel Clarke Quay: camera doppia (con colazione) € 160. Per regalarsi una notte da sogno c’è il Raffles (www.raffles.com), lussuoso hotel-icona del periodo coloniale britannico: la doppia da 300 €.
DOVE MANGIARE
Singapore è multietnica e quindi offre molte cucine diverse. Imperdibile l’esperienza di street food negli hawker che sono grandi capannoni stipati di bancarelle e tavolini: offrono gustose pietanze della comunità etnica di quella zona a prezzi molto contenuti. Da provare per la cucina cinese il centro hawker di Maxwell Road e per la cucina indiana quello di Serangoon Road. Una peculiare tradizione di Singapore è la squisita cucina sino-malese chiamata Peranakan: il posto giusto è The Blue Ginger Restaurant (www.theblueginger.com), in una classica casa-negozio di Tanjong (45,00 € circa). Per una cena di alta cucina fusion euro-asiatica: Tippling Club (www.tipplingclub.com) del giovane chef “stellato Michelin” Ryan Clift (110,00 € circa).
SHOPPING
L’artigianato cinese (sete, lacche, giade) si trova a Chinatown in Temple Street, Sago Street e People’s Park Complex. Per l’artigianato indiano invece (sete, gioielli, spezie, prodotti ayurvedici) Little India Arcade in Serangoon Road e Tekka Centre in Buffalo Road. Per uno shopping molto glam invece andate in Orchard Road: è la strada dei lussuosi mall che riuniscono le griffes di tutto il mondo. Uno dei più eleganti: Ion Orchard (www.ionorchard.com)
BENESSERE
Per rilassarsi: Universal Spa, al 14 di Gemmill Lane, offre terapie tradizionali come il massaggio dei piedi, mentre Oriental Traditional Therapy al 25 di Club Street propone diversi tipi di massaggi orientali.
PER SAPERNE DI PIU’
Attualmente non esistono in italiano guide cartacee aggiornate sulle novità urbanistiche di Singapore. Consultate il sito ufficiale dell’Ente del Turismo: www.yoursingapore.com.