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Il nuovo futuro della plastica

Creato il 17 gennaio 2011 da Mirtus

Il nuovo futuro della plasticaDal primo gennaio i sacchetti di plastica sono banditi dai negozi, anche se in qualche modo si è deciso di smaltire le scorte. Ci dovremo abituare quindi a sacchetti riciclabili di stoffa o magari in plastica bio-compatibile. La Novamont di Novara è l’azienda dove si produce la plastica bio compatibile più famosa d’Italia: la MATER-BI. Le plastiche tradizionali prodotte dal petrolio per degradarsi impiegano un tempo che varia da anni a secoli. Il problema sta nel fatto che la plastica prima di ritornare a semplici elementi come carbonio idrogeno e ossigeno si frantuma in particelle sempre più piccole che entrano nei sistemi viventi e li danneggiano. Le bioplastiche invece devono degradarsi molto più in fretta e solo in discarica per opera di batteri, il tutto stabilito da una legge a livello europeo. Si devono biodegradare almeno del 90% rispetto allo standard in sei mesi di tempo. La più famosa bioplastica italiana è formata da elementi molto semplici. Si parte da amido di mais e semi di olio di girasole, si ottengono dei granuli e da qui filamenti e pellicole che si trasformeranno in bioplastica. Questo nuovo materiale nel giro di sei mesi si trasforma in terra, o per essere più precisi in compost fertilizzante. Macchine e ciclo produttivo sono gli stessi utilizzati per le plastiche normali e questo vale a dire che non ci saranno costose riconversioni per la produzione di bioplastiche. L’obiettivo non è quello di sostituire interamente la plastica tradizionale con la bioplastica in tutti i campi ma solo dove ne vale la pena, negli usi e getta in pratica. Questo è un mercato che ora fa gola a tutti tant’è che è già presente una grande corsa alle speculazioni favorita anche dall’inesperienza dei consumatori.

Antonio Lapetina


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