Magazine Maternità
Le scoperte quotidiane, le conquiste, la definizione sempre più marcata di carattere e preferenze, le manifestazioni d'affetto e quelle di rabbia (o disagio), la relazione di famiglia che ogni giorno si fa più bella, complessa e ricca. Quando si parla di bellissima avventura, esperienza più bella della vita, a me vengono in mente queste cose e non posso che essere d'accordo.
E' giusto però condividere anche il rovescio della medaglia.
Un bambino piccolo chiude ai genitori i mondi conosciuti (e che magari piacevano anche).
La casa deve essere messa in sicurezza: spigoli, prese di corrente neutralizzati con "paracosi" per lo più brutti; oggetti fragili messi in salvo, cassetti presidiati o chiusi, cose pericolose fuori dalla portata e via così, in un riordino a volte difficoltoso, se non si decide di arredare anche il soffitto. Ma questo tanto quanto. E' quando esci, quando vai dagli amici, che ti accorgi che tutto è cambiato.
Un bambino piccolo non comprende la tua voglia di chiacchierare con le amiche, di bighellonare a tavola o di perdere tempo in attività ludiche che non abbiano lui come centro dell'attenzione.
Così passi il tempo a girovagare per la casa dell'ospite con lui, il pupo, come condottiero e inevitabilmente si finisce in bagno, perchè ai bimbi piace tantissimo stare lì. E vabbè. Prosegui poi con un pranzo/cena assolutamente sommari, anzi il più delle volte non sai neppure cosa è passato in tavola, mentre cogli stralci di conversazione e butti lì la tua opinione, un attimo prima di riprendere le corse in corridoio, le carezze al cane, i gattonamenti sopra e sotto i letti. Sei una presenza fluttuante.
Si è, anzi, entrambe i genitori, perchè ci si da i turni. Uno mangia, l'altro corre, a rotazione.
Io mi stanco da matti, sinceramente.
Certo il beneficio è che mangi poco e bruci molte calorie.
Consolante, no?
Inutile anche pensare di andare a mangiare fuori.
Impossibile, se non con l'intervento di una babysitter, andare al cinema, per esempio o pensare di partecipare insieme a un corso di qualcosa.
Si chiudono mondi, quelli di prima. Improvvisamente.
Tu resti chiuso in una sorta di pianerottolo dorato, un po' ovattato. Alle spalle ciò che è stato, davanti ciò che è ogni giorno. Sei felice di essere lì, ci stai bene, è interessante. Ogni tanto però uno sguardo scivola alle spalle, guardi indietro e brevi punte di nostalgia si fanno sentire.
Brevi. Se si fanno lunghe e dolorose è meglio correre ai ripari: potrebbe trattarsi di depressione (nei casi più gravi) o di semplice bisogno di baby sitter. Per uscire. Da soli. Solo in due.
Qui solitamente trovo due scuole di pensiero: i fan della babysitter (ma anche nonni, parenti ecc.) almeno una volta al mese e i detrattori assoluti che, ammettono, torneranno a uscire in coppia quando i figli saranno grandi.
Una decisione non è meglio dell'altra, se il risultato è lo stesso: il benessere dei genitori.
E voi come vi organizzate?
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