Un gruppo di ricercatori guidato da Steve Howell dell’Ames Research Center della NASA, ha annunciato la scoperta di un pianeta extrasolare in orbita attorno ad una delle stelle più brillanti nel campo di vista di Kepler.
La missione Kepler della NASA ha il compito di scansionare una porzione di spazio della nostra Galassia per scoprire pianeti di tipo terrestre entro, oppure, vicini alla zona di abitabilità, quella regione di un sistema solare dove l’acqua si può trovare allo stato liquido e per determinare il numero di stelle (milioni, probabilmente) che possono avere pianeti di tipo terrestre.
La curva di luce di Kepler-21b disponibile su: http://www.noao.edu/news/2011/img/KeplerLightCurveHD179070.pdf
Denominato Kepler-21b, il pianeta è circa 1,6 volte il raggio della Terra e quasi 10 volte la massa della Terra. Orbitando intorno alla sua calda stella ogni 2,8 giorni, Kepler-21b si trova ad una distanza di sei milioni di chilometri, quasi 10 volte più vicino di quanto lo sia il pianeta Mercurio dal nostro Sole. La temperatura superficiale di Kepler-21b si stima essere intorno a 1900 K, ossia circa 1630 °C. Anche se questa temperatura non è neanche lontanamente confrontabile con quella della zona di abitabilità nella quale è possibile trovare acqua allo stato linquida, le dimensioni del pianeta si avvicinano molto a quelle terrestri.
La stella madre, HD 179070, un po’ più piccola e calda del Sole, si trova a 352 anni luce di distanza dalla Terra. Simile al nostro Sole, essa ha una massa di 1,3 masse solari, un diametro di 1,9 volte il raggio solare e la sua età, basata su modelli stellari, è di 2,84 miliardi di anni – più giovane del Sole che ne ha circa 4,6 milardi di anni. Sebbene Kepler-21b sia piuttosto piccolo e molto lontano, impossibile da osservare ad occhio nudo, la stella madre può essere facilmente osservabile con un binocolo o con un piccolo telescopio.
Questa osservazione e la conferma del nuovo membro della famiglia di pianeti osservati da Kepler ha richiesto la collaborazione di oltre 65 ricercatori astronomi tra cui David Silva, Ken Mighell e Mark Everett del NOAO. Le osservazioni sono state compiute sia con telescopi spaziali che terrestri, tra questi ultimi il Telescopio Mayall di 4 metri di diametro e il Telescopio WIYN al Kitt Peak National Observatory.
In parte la difficoltà per la missione Kepler nel rivelare pianeti di tipo terrestre deriva dal fatto che molte stelle mostrano delle oscillazioni di breve periodo nella loro luminosità. L’effetto di queste oscillazioni deve essere rimosso dalla luce stellare per scoprire il regolare, ma molto piccolo, oscuramento causato dal passaggio del pianeta davanti alla stella.
La missione Kepler ha osservato questa regione di cielo per oltre 15 mesi, e il team ha combinato le osservazioni prima di scoprire il debole segnale periodo. Il team ha pure analizzato dati spettroscopici e le immagini ottenute da un certo numero di telescopi terrestri.
La seconda figura dall’alto mostrala curva di luce della stella e la presenza di una oscillazione: essa rappresenta il plot della luminosità di HD 179070 in funzione del tempo mentre il pianeta transitava davanti ad essa. Questa curva è stata realizzata nel corso di parecchi mesi di osservazioni.
I risultati di questo lavoro sono stati accettati per la pubblicazione su Astrophysical Journal.
NOAO è gestito dall’Association of Universities for Research in Astronomy Inc. (AURA) nell’ambito di un accordo di collaborazione con la National Science Foundation.
Press Release del National Optical Astronomy Observatory: http://www.noao.edu/news/2011/pr1108.php
Mission Kepler – NASA Press Release: http://www.nasa.gov/mission_pages/kepler/news/kepler-21b.html
Sito di Kepler NASA: http://kepler.nasa.gov/Mission/discoveries/kepler21b/ e http://kepler.nasa.gov/ .
Sabrina