Il movimento pacifista internazionale e, purtroppo, anche la storiografia accademica, hanno relegato in un angolo, se non dimenticato (almeno fino al lavoro di Christian Carion) le “tregue di Natale” del primo conflitto mondiale. Tale fenomeno rappresenta, almeno nel solco della storia contemporanea, l’esempio più alto, perché più genuino, dell’aspirazione dell’uomo civilizzato alla convivenza pacifica, motivo per cui apparre utile, giusto ed opportuno sia riscoperto, riletto, rinarrato (senza limitarsi al fronte nord-occidentale, dato che le pacificazioni si verificarono, fino al 1918, anche sul fronte italiano ed in Asia). La “colonizzazione culturale” americana ha sfortunatamente spostato, anche in questo caso, l’attenzione alle immagini ed alle icone provenienti dal loro vissuto (la bambina di Nick Ut, ad esempio), ed è questa una limitazione che rende monca e viziata la lettura e l’interpretazione di ciò che siamo e della nostra “istologia civile”.
“La piccola pace nella grande guerra. Fronte occidentale 1914: un Natale senza armi”, di Jürgs Michael. Il libro più completo, a tutt’oggi, per chi desideri approfondire l’argomento.