Il padre pio dei Monti

Creato il 19 febbraio 2012 da Albertocapece

Marchionne si è fatto crescere la barbetta: forse perché così sembra più umano e meno volgarmente grassoccio o forse perché il pelo sullo stomaco era tanto che doveva trovare un qualche sfogo all’esterno. Fatto sta che il restyling è coinciso con l’omaggio che i vari membri del governo hanno ritenuto di dovergli rendere, come se fosse un padre pio del capitalismo. E del resto i miracoli parlano chiaro: il crollo della Fiat sul mercato europeo, l’esclusione da Pomigliano di qualsiasi operaio che avesse avuto a che fare con la Cgil, il totale fallimento della 500 in Usa, i guai in Brasile, ne fanno davvero un motivo di ispirazione per curatori fallimentari del Paese.

Adesso giunge la notizia che il J.D. Power, istituto di ricerca indipendente e bibbia dei consumatori americani, mette la Chrysler e i suoi marchi (Jeep e Dodge) all’ultimo posto per affidabilità fra tutti i modelli venduti negli Usa. Insomma la cura di Padre Marchionne è stata finanziaria e d’immagine, ma non si è riverberata sul prodotto che continua ad avere le stigmate della pessima qualità.

E’ tutt’altro che sorprendente: spessissimo si riscontra una certa correlazione tra livello di salario e di tutele e la qualità  di prodotto, sia nella realtà che nella percezione del consumatore. Nel campo dell’automobile, forse a causa della complessità del settore, questo rapporto è particolarmente evidente: i gruppi di maggior successo nei vari segmenti di mercato sono quelli tedeschi, giapponesi e coreani dove i livelli di retribuzione e/o di welfare sono particolarmente alti.

Sarebbe qualcosa da indagare a fondo perché potrebbe dirci qualcosa di realmente importante sulla società e sui modi di produzione, invece di perder tempo a costruire modelli economici e finanziari astratti e di nessun valore euristico. Ma probabilmente esiste anche una correlazione tra  il valore intrinseco dei guru e quello dei loro seguaci: personaggi mediocri diventano le stelle comete dei mediocri perché è mediocre, misera la loro idea di società. Peccato che non esista ancora un J.D, Power per i governi.  Allora si che Chrysler sarebbe tutta italiana.


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