Adesso giunge la notizia che il J.D. Power, istituto di ricerca indipendente e bibbia dei consumatori americani, mette la Chrysler e i suoi marchi (Jeep e Dodge) all’ultimo posto per affidabilità fra tutti i modelli venduti negli Usa. Insomma la cura di Padre Marchionne è stata finanziaria e d’immagine, ma non si è riverberata sul prodotto che continua ad avere le stigmate della pessima qualità.
E’ tutt’altro che sorprendente: spessissimo si riscontra una certa correlazione tra livello di salario e di tutele e la qualità di prodotto, sia nella realtà che nella percezione del consumatore. Nel campo dell’automobile, forse a causa della complessità del settore, questo rapporto è particolarmente evidente: i gruppi di maggior successo nei vari segmenti di mercato sono quelli tedeschi, giapponesi e coreani dove i livelli di retribuzione e/o di welfare sono particolarmente alti.
Sarebbe qualcosa da indagare a fondo perché potrebbe dirci qualcosa di realmente importante sulla società e sui modi di produzione, invece di perder tempo a costruire modelli economici e finanziari astratti e di nessun valore euristico. Ma probabilmente esiste anche una correlazione tra il valore intrinseco dei guru e quello dei loro seguaci: personaggi mediocri diventano le stelle comete dei mediocri perché è mediocre, misera la loro idea di società. Peccato che non esista ancora un J.D, Power per i governi. Allora si che Chrysler sarebbe tutta italiana.