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Arrivati a questo punto mi pare che riguardo l'ormai atavica questione de "Italia di Berlusconi" ci sia rimasto ben poco da dire. Evidentemente la barzelletta sugli ebrei, prontamente trasformati in comunisti, mi raccomando, non era sufficiente per il nostro Presidente del Consiglio che ha quindi deciso di rincarare la dose dopo una relativa (e sicuramente doverosa) pausa di riflessione "artistica". Un Premier ha i suoi impegni istituzionali; il tempo per inventare nuove storielle è davvero poco anche se pare che il tempo di vivere "storielle" ben diverse non manchi mai. "Il Giornale" si è già espresso riguardo l'arte della barzelletta di Silvio Berlusoni, vero baluardo delle coscienze italiche nonchè trasposizione del mito imprenditoriale di un popolo che nonostante la disoccupazione dilagante e l'umiliazione internazionale ormai arrivata massimi storici continua a sostenerlo con slogan traboccanti di quel "sapore mediterraneo" che il nostro Presidente dice, talvolta, di adorare. E così, tra ville a Lampedusa (io sono un Lampedusano) e ville ad Arcore, la bella Italia diventa, è davvero il caso di dirlo, "non donna di province, ma bordello".E sarebbe davvero il caso di dar fondo a quell' antica saggezza popolare spesso inascoltata che, in modo estremamente mediterraneo, non c'è che dire, esorta chi si è dimostrato essere un buono a nulla ad "andare a zappare".