
La bambina è trasformata dall'invidia, perché altri riescono a giocare meglio di lei. Dall'avidità, perché altri toccano ciò che appartiene solo a lei. Ma anche dalla paura di rimanere sola. La bambina non vuole essere invidiosa, avara, paurosa e sola. La bambina deve mordere e graffiare. Una bestia testarda che caccia i bambini, rovina i giochi per i quali si è rallegrata.
Poi è di nuovo sola. La bambina è brutta e abbandonata, come niente al mondo. Ha bisogno di entrambe le mani per coprire i propri occhi. La bambina vuole lasciare i suoi giocattoli, regalarli tutti. Aspetta che qualcuno li tocchi. O che qualcuno le tolga le mani dagli occhi, le restituisca i morsi e i graffi. Il nonno ha detto: occhio per occhio non è un peccato. Ma i bambini non mordono e non graffiano. Gridano: ficcatelo dentro, non ne ho bisogno.
Ci sono giorni in cui la bambina spera d'essere picchiata dalla madre. La bambina cammina velocemente, vuole arrivare a casa finché la colpa è ancora fresca.
La madre sa perché la bambina è tornata a casa così velocemente. Non la tocca. Dalla distanza infinita tra la porta e la sedia dice: Ti fischiano qualcosa, ora puoi mangiare il tuo giocattolo. Sei troppo stupida per giocarci»