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Il Paese più solo del mondo

Creato il 14 dicembre 2012 da Albertocapece

anti_depressioneOggi i media restituiscono l’immagine di un Berlusconi solo, abbandonato proprio da quei poteri che lo avevano tenuto in palmo di mano, stritolato a Bruxelles dall’assemblea del Ppe, il centrodestra europeo. E alla fine in totale confusione il cavaliere cerca una via d’uscita invocando egli stesso quel Monti contro cui aveva sparato a raffica due giorni fa. Dall’altro lato della barricata, anzi di quel fluido confine che divide il centro destra destra dal centro centro sinistra, anche Bersani non può che ribadire il montismo, adeguandosi ancora una volta alla volontà germano-bancaria.

E si scopre così il gioco: come i greci anche gli italiani sono ormai espropriati dal poter compiere delle scelte in proprio, devono per forza mangiare l’amara minestra europea con le conseguenze che già conosciamo. Peggio dei greci, perché almeno lì ci sono forze che si contrappongono ai diktat, mentre da noi è tutto un untuoso appiattirsi a poteri estranei che ci stanno strangolando. Europeismo… ma fatemi ridere, mancanza di dignità e di idee, anche di coraggio: si il Paese è più solo di Berlusconi. E se ci fosse bisogno di una ulteriore dimostrazione basta pensare che all’assemblea del partito antipopolare europeo – come più propriamente dovrebbe essere chiamato – uno dei più aperti sponsor di Monti è stato il premier olandese Mark  Rutte, proprio quello che 10 giorni fa ha detto che bisogna cambiare il trattato di Maastricht per consentire ai Paesi in crisi di uscire dall’euro. A questi non interessa nulla né della Ue, né dell’Italia, ma solo delle loro banche e dunque vogliono un premier che tuteli i loro interessi, qualsiasi forma essi possano prendere  Chi meglio di Monti?

In attesa della famosa ripresa, che statene certi verrà un giorno o l’altro e se siete un po’ allocchi capace che crediate pure a Draghi, i numeri dell’economia italiana sono quelli della depressione. Ma niente paura bisogna che le famose riforme facciano effetto dice Monti e dicono in coro quelle voci bianche dell’intelligenza che costituiscono i vertici europei. Già, aspettiamo: peccato che nel’ottobre del 2011, poco prima della sua ascesa a palazzo Chigi il professore all’Infedele disse: “Qual è la manifestazione più concreta del grande successo dell’euro? La Grecia”. E in precedenza, all’inizio di quello stesso anno, dopo aver affermato che Berlusconi “alimentava il sogno di una rivoluzione liberale”, aveva sostenuto, esattamente come fa adesso con l’Italia che le misure imposte ad Atene “avrebbero dato i loro frutti nel giro di un anno”. Gli hanno dati, infatti.

C’è modo e modo per essere fuori di testa: quello di Berlusconi ridicolo e angoscioso nella sua solitudine e nel disprezzo che ormai suscita e quello sobrio e servile di un cameriere della finanza come Monti. Un “buonuomo” come lo chiama Krugman che vive dentro una vecchia illusione ideologica tanto più pericolosa quanto più gli consente  di ubbidire alle imposizioni esterne senza problemi di coscienza e di farle proprie. La follia scatenata e quella calma. In un Paese senza robusti infermieri: il servizio è stato esternalizzato.

 


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