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Il Pagellone della Serie A: Cesena, Novara, Lecce, Genoa e Palermo

Creato il 15 maggio 2012 da Frank_80
Il Pagellone della Serie A: Cesena, Novara, Lecce, Genoa e Palermo

I migliori, i peggiori, l’analisi tecnica ed un breve riassunto delle stagione di tutte le squadre del Campionato di Serie A 2011/2012; si parte dalle ultime cinque squadre classificate. Le retrocesse Cesena, Novara e Lecce e le due delusioni Genoa e Palermo

CESENA 

Dopo la stagione sorprendente dell'anno scorso, la squadra emiliana era attesa per la riconferma. Non è mai facile, ma le operazioni di mercato facevano ben sperare. Su tutte l'arrivo di Adrian Mutu, autentico fuoriclasse e valore aggiunto per la lotta-salvezza. Alla prova dei fatti però, tutte le supposizioni si sono rivelate clamorosamente errate. Un solo dato sintetizza al meglio la stagione cesenate: le 23 sconfitte.

Top 3
Antonioli. Un ultraquarantenne preso a pallate domenica dopo domenica. In una stagione fallimentare sotto ogni aspetto, si toglie la soddisfazione di aggiungere altre presenze ad un curriculum infinito.
Candreva. A gennaio viene ceduto alla Lazio. Fino a quel momento è stato tra i meno peggio. Anche in maglia biancoceleste dimostra il suo valore.
Rennella. Da lui nessuno si aspettava i miracoli. Entra stabilmente in squadra quando la frittata è fatta. Segna il suo primo gol in Serie A nel 2-2 contro il Palermo.

Flop 3 
Mutu-Eder-Martinez. L'emblema della disfatta. A giugno in molti poggiavano su di loro le speranze di una stagione ricca di soddisfazioni. Mutu è il capocannoniere con 8 reti, nonostante questo le sue prestazioni sono tutt'altro che soddisfacenti. Eder fallisce ancora in Serie A mentre il Martinez di Catania ormai è solo un lontano ricordo.

Fattore tecnico - Ci hanno provato Giampaolo, Arrigoni e Beretta. Eppure nessuno è riuscito ad evitare che la barca affondasse. Squadra rivelazione, in positivo, lo scorso anno. Squadra rivelazione, in negativo, questa stagione. Nonostante un mercato scintillante la partenza è terribile: sette sconfitte e tre pareggi in dieci gare. La testa di Giampaolo salta immediatamente. Mutu fatica a prendere in mano la squadra, Eder e Martinez falliscono. A gennaio arriva Iaquinta, tutto inutile. Nemmeno Arrigoni riesce a fare di meglio. Quando arriva Beretta, a febbraio, dopo la sconfitta interna con il Milan, la situazione è ormai compromessa.

Game over - Poco da commentare. Lo score iniziale parla da solo. La squadra chiude il 2011 collezionando tre vittorie, tre pareggi e addirittura dieci sconfitte. Il resto è solo una lunga agonia verso la matematica certezza della retrocessione.

NOVARA

Il doppio salto dalla Lega Pro alla Serie A, ha del clamoroso. Un sistema collaudato, il campo sintetico, il bel gioco mostrato lo scorso anno: i buoni propositi c'erano tutti. Peccato per il mercato. Iniziare senza un attaccante "vero", senza un bomber capace di segnare gol importanti è un handicap troppo grande. Una rosa sicuramente non all'altezza di molte altre, ma la salvezza poteva anche arrivare in relazione alla stagione fallimentare di diverse squadre. Sarà un addio o un arrivederci?

Top 3 
Rigoni. Il migliore perché ha segnato 11 gol (seppur tanti su rigore). Ma il migliore anche in senso assoluto. Centrocampista di talento e tecnica. Sicuramente sprecato per un campionato come la Serie B.
Mascara-Caracciolo. Arrivano a gennaio, quando la situazione è quasi del tutto compromessa. La sensazione è che con loro due in rosa ad inizio stagione, la musica sarebbe stata diversa.

Flop 3 
Granoche, Morimoto, Meggiorini. Loro tre, come simbolo di una stagione nata male. Tutti insieme hanno segnato la miseria di cinque reti. E quando il tuo obiettivo si chiama salvezza, non te lo puoi permettere.

Fattore tecnico - Confermatissimo Tesser, il tecnico della doppia promozione. Due pareggi, una sconfitta e la vittoria sull'Inter sono il biglietto da visita, incoraggiante, del Novara in Serie A. Ben presto però, i sogni diventano incubi. L'incapacità cronica di andare in gol, l'inesperienza, il tasso tecnico. Tutti fattori che spediscono fin da subito i piemontesi in fondo alla classifica. Sei sconfitte in sette gare tra dicembre e gennaio costano il posto al tecnico. Arriva Mondonico, storia bellissima legata anche alla sua lotta contro un tumore sconfitto. Altro successo sull'Inter, ma le tre sconfitte in sei gare sono una condanna. Torna Tesser, la squadra ormai è con un piede e mezzo in Serie B. Si ripartirà ancora da lui.

Qualche perla - Stagione deludente e pochissime gioie per i tifosi piemontesi. Tuttavia rimangono i momenti belli, le vittorie storiche. Sei punti su sei conquistati contro l'Inter. L'esaltante 3-1 della gara di andata ed il clamoroso 0-1 strappato a San Siro. Ma anche la soddisfazione di battere Udinese e Lazio, oltre che a fermare il Napoli.

LECCE

Un campionato passato sul filo del rasoio. Sempre a lottare per l'ultimo posto utile valevole per la salvezza. Una seconda parte di stagione decisamente migliore, rispetto alla prima. Poi il calo nel finale. I giallorossi tornano così in Serie B dopo un paio di stagioni.

Top 3 
Muriel&Cuadrado. La coppia di proprietà dell'Udinese è la nota lieta della stagione. Muriel incanta in attacco andando a segno sette volte e mostrando numeri di alta scuola. Cuadrado si riscopre un esterno capace di sgroppate incredibili e dotato di un ottimo piede.
Di Michele. Il "vecchietto" dell'attacco salentino, non molla mai. In doppia cifra anche quest'anno. Il suo, e anche di più, lo fa sempre e comunque.

Flop 3 
Piatti. L'anno scorso è stato una delle rivelazioni in mezzo al campo. Quest'anno ha mancato clamorosamente la riconferma.
Corvia. Due gol soltanto. Pochissimo per un centravanti. Non è ancora pronto per un palcoscenico come la Serie A.
Giandonato. Un paio di infortuni lo hanno frenato. Da lui la Juve si aspettava di più. Ma è giovane, si rifarà.

Fattore tecnico - Nove sconfitte in tredici gare: un disastro con Di Francesco in panchina. L'arrivo di Cosmi dà la scossa ad una squadra che nelle successive 25 partite, ne perde altrettante. Purtroppo il calo nel finale è fatale e vale la Serie A.

Sul più bello - Come detto, l'effetto-Cosmi ha dato i suoi frutti in avvio. Solamente quattro sconfitte tra la diciottesima e la trentaquattresima. Poi il crollo nel finale con il rammarico di due gare assolutamente buttate al vento. La sfida interna contro il Parma, già salvo, persa  con il risultato di 2-1. E soprattutto lo scontro diretto, sempre al Via del Mare, della penultima giornata, contro la Fiorentina, e anche stavolta perso (0-1).

GENOA

La salvezza arriva solamente negli ultimi 90', e non può essere un vanto. Ancora una volta il presidente Preziosi vende e compra all'impazzata durante l'estate, rivoluzionando la squadra. Tre allenatori diversi, acquisti importanti che hanno reso troppo poco, situazioni incredibili come la contestazione durante Genoa-Siena. Stagione da incubo per i rossoblu. L'anno prossimo si deve assolutamente voltare pagina.

Top 3
Palacio. Diciannove reti e sette assist. Da una stagione disgraziata è riuscito comunque a tirar fuori il meglio di sé. L'anima dell'attacco rossoblu, uno dei pochissimi punti fermi di una squadra allo sbando.
Frey. Sembra incredibile. Eppure il portiere della difesa più battuta del campionato, risulta essere uno dei migliori. Lui di gol ne prende tanti, troppi, ma ne salva altrettanti. Para il parabile, per i miracoli non è ancora attrezzato.
Merkel. Rimane solo metà stagione prima di tornare al Milan. E' l'unico però, che inventa qualcosa lì in mezzo. Tre assist e giocate di qualità. La sua assenza nella seconda parte della stagione è una delle cause del crollo del Genoa.

Flop 3 
Zè Eduardo. Il progetto estivo di Malesani e Preziosi era incentrato su di lui. Un infortunio lo mette fuori gioco e per lui si fa notte. Stagione difficilissima, non lascia alcun segno.
Pratto. Il centravanti con il numero 2. Un gol in sei mesi. Movimenti sgraziati. Tanta fatica, ma la porta non la vede mai.
Costant. L'anno scorso è esploso con il Chievo. Quest'anno, atteso alla riconferma, ha fallito clamorosamente. Un deciso passo indietro.

Fattore tecnico - Prima Malesani, poi Marino, poi ancora Malesani, infine De Canio. Girandola di cambiamenti sulla panchina genoana. I sei gol di Napoli, alla dodicesima giornata, sono fatali a Malesani. I cinque presi a San Siro contro l'Inter, costano invece il posto a Marino. Arriva la durissima contestazione contro il Siena e tocca a De Canio completare l'opera di salvezza della nave rossoblu.

Niente da salvare - La peggior difesa del campionato con addirittura 69 reti subite, nonostante un portiere come Frey tra i pali. Mai più di due vittorie consecutive. Goleade subite contro Napoli (6-3), Inter (5-4), Palermo (5-3), Catania (4-0) e Siena (4-1). Solo un miracolo ha salvato il Grifone.

PALERMO


Né carne, né pesce. A ravvivare un campionato oscuro, passato più con l'occhio vigile sulla zona retrocessione che su quella europea, ci pensa il solito Zamparini. Manda via Pioli addirittura prima del campionato; lo sostituisce con l'esordiente Mangia e dopo il derby perso con il Catania richiama l'ex Mutti, rimpiangendo però Pioli. Il solito vulcano. La squadra, sballottata tra un tecnico e l'altro, si perde un po' e si aggrappa al solito Miccoli. Deciso passo indietro per le ambizioni della piazza.

Top 3 
Miccoli. Bastano sedici gol e tredici assist? E' sempre lui l'uomo in più dei rosanero. Come Di Natale nell'Udinese o Di Vaio nel Bologna, il salentino non si limita ai gol. E' il vero trascinatore e l'anima del Palermo.
Silvestre. Passa da Catania a Palermo, suscitando le ire dei suoi ex tifosi. Vive una stagione difficile per via di un brutto infortunio, nonostante questo è tra i giocatori più impiegati ed oltre a dare solidità al reparto difensivo, mette a segno anche cinque reti.
Viviano. Dopo Tzorvas e Benussi, tocca a lui. Salta la prima parte della stagione a causa di un infortunio e poi viene acquistato in prestito dall'Inter. I gol li prende, ma la sicurezza che riesce a dare ai compagni, oltre a diversi ottimi interventi, era quello che mancava prima del suo arrivo.

Flop 3 
Ilicic. Lontano dai livelli toccati nella scorsa stagione. Si riscopre lento e spesso indolente. Il piede c'è, la tecnica pure. Per sfondare ha tutto. Ma quest'anno compie un clamoroso passo indietro.
Zahavi. La doppietta al Benfica, la rovesciata contro il Lione, un curriculum internazionale, a livello di Champions, da non sottovalutare. Tutto però, rimane scritto sulla carta. In questa prima stagione non sfonda.
Tzorvas. Arriva dal Panathinaikos per sostituire Sirigu. Ben presto viene scavalcato anche da Benussi. Sparisce dopo l'arrivo di Viviano.

Fattore tecnico - Il "regno" di Pioli dura due partite. Eliminato dal preliminare di Europa League, viene sollevato dall'incarico prima dell'inizio del campionato. Al suo posto il tecnico della Primavera Mangia. L'entusiasmo, il carisma ed i risultati portati dal nuovo allenatore sembrano la scelta giusta. Sei vittorie interne consecutive ma anche otto gare esterne senza reti. L'effetto-Mangia svanisce dopo il derby perso contro il Catania. Arriva Mutti, un ritorno. A gennaio Viviano e Donati cambiano la fisionomia della squadra. Rimane un campionato anonimo.

Mal da trasferta - Mantenere la media di inizio anno al Barbera (6 vittorie su 6) era francamente impossibile. I problemi però arrivano dalle trasferte dei rosanero. Una sola volta è arrivata la vittoria: a Bologna, ad inizio aprile! Per il resto sette pareggi, tra cui quello pirotecnico di San Siro contro l'Inter, e ben dieci sconfitte. Solamente quattordici reti segnate in diciannove  gare. Ecco la spiegazione di un'annata di transizione.

Alessandro Bennici


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