Quando più di un lettore ti chiede di mantenere viva la tradizione relativa alla pubblicazione delle pagelle sul Festival di Sanremo, non puoi fare altro che accontentarli.
Ecco, sì: con buona pace dei radical-chic, degli intellettuali che “io le stupidate della TV non le guardo“, di chi “a me la musica italiana non piace“, io ammetto invece tranquillamente di essere un habitué di Sanremo. Vuoi per i miei trascorsi nel settore, vuoi perché è una bella occasione per trovarsi con gli amici e far caciara, vuoi perché commentarlo sui social network è spassoso. Spassoso e rilassante, perfino.
Finita la doverosa premessa, questo è il mio pagellone. Se la cosa non vi interessa, passate oltre. Ci vediamo per l’articolo di domani.
Sanremo 2013 – Le pagelle di Plutonia Experiment
- Almanegretta (in gara con Mamma non lo sa): 5 -
Bravi musicisti, ma comprendere qualche parola del cantato sarebbe stato interessante, eh. Così, tanto per provare l’ebrezza.
- Annalisa (in gara con Scintille): 8Scintille, e poi colpo di fulmine. Bella, brava, con una canzone decisamente azzeccata. La mia vincitrice assoluta. Il Premio Plutonia è tutto tuo, carissima.
- Chiara (in gara con Il futuro che sarà): 4
Anonima come un quattro di fiori in un mazzo di carte. E infatti quattro è il voto che le do. Canzone debole, presenza scenica nulla. Partecipazione utile per darmi il tempo di controllare le mail, metre si esibiva. - Simone Cristicchi (in gara con La prima volta che sono morto): 6.5
Bella canzone, con un testo semplice ma per niente stupido o scontato. Si fa ascoltare con piacere, anche se lo stile sommesso pare fatto apposta per passare inosservato, o quasi.
- Elio e le Storie Tese (in gara con La canzone mononota): 7
Gran paraculi, gli Elii. Se la giocano sul terreno amico dello stile surreale, campano su fama e simpatia consolidata in anni di carriera. La canzone è orecchiabile, le esibizioni spassose. Dovevano vincere? Ma no, dai. Comunque bravi.
- Raphael Gualazzi (in gara con Sai, ci basta un sogno): 5.5
Il ragazzo ha voce e talento, ma in questo Festival mi ha suscitato soprattutto sbadigli, complice un pezzo così così. Poco male: la bravura c’è, lui si farà.
- Max Gazzé (in gara con Sotto Casa): 6 -
Sono un fan di vecchia data di Gazzé, che è bravo, ironico, sottile. Ha un po’ quella fama da incompiuto, almeno per quel che riguarda la competizione sanremese. Comunque non mi è dispiaciuto, look a parte.
- Malika Ayane (in gara con E se poi): 6
Io Malika la adoro. E’ una delle mie cantanti preferite (e non parlo solo dell’Italia). Purtroppo il pubblico dell’Ariston ha eliminato la sua canzone migliore, Niente, un pezzo da brividi, che avrebbe vinto a man basse. Azzoppata.
- Maria Nazionale (in gara con E’ colpa mia): 4
Preferisco le squadre di club.
- Marco Mengoni (in gara con L’Essenziale): 5 -
Il vincitore, che a me sta simpaticamente sulle palle. La canzone, dopo il ventordicesimo ascolto, riesce a risultare quasi gradevole (ho detto quasi!), ma lui, mah… Affabile come una supposta di glicerina.
- Marta sui Tubi (in gara con Vorrei): 5.5
Che dire… bravini, eh, ma non mi hanno lasciato granché. E soprattutto: com’è che questi erano tra i Big di Sanremo? Vabbé, chiederemo a Pinketts.
- Simona Molinari e Peter Cincotti (in gara con La Felicità): 7
Ma che bella coppia! La Molinari l’ho sempre apprezzata, per il suo essere poco sanremese, e decisamente brava. Bella canzone, affascinante presenza, con il buon Cincotti a fare da apprezzabile spalla. Bravi.
- Modà (in gara con Se si potesse non morire): 3
Oddio, è come sparare sulla Croce Rossa. Al di là di ogni valutazione tecnica, comunque negativa, uno che si firma Kekko non merita un voto superiore al 3. Fosse solo per rispetto di Dante Alighieri. A zappare!
- Daniele Silvestri (in gara con A bocca chiusa): 6.5
Bella canzone, forse troppo sottile come arraggiamento e stile, per essere apprezzata nell’immediato, ma senz’altro valida. L’avrei visto sul podio, ma vabbé, la gggente voleva ancora Salirò, mi sa.
Questo è quanto. Prendete la pagella con ironia, perché è con tale sentimento che ho guardato il Festival. Divertirsi ogni tanto fa bene, provare per crede.
Quindi, se non si fosse capito, mi sono innamorato di Annalisa, e ora vado pure a dichiararmi su Twitter.
Perché Sanremo è Sanremo, e io in queste occasioni sono pure un po’ scemo.
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