Magazine Calcio

Il pagellone granata 2012-2013.

Creato il 21 maggio 2013 da Maurocanavese @Maurone

Messo in archivio ormai questo campionato è il caso di fare qualche considerazione generale ed individuale sui protagonisti della stagione.

Torino vs Catania Campionato di Serie A 2012 2013

Il Torino è arrivato 16° in campionato ed ha fatto 39 punti ufficiali, considerando l’handicap di un punto affibbiatogli in estate per il tentativo di combine in un Siena-Torino che ha visto protagonista Pellicori, due stagioni prima; sarebbero stati quindi 40 punti frutto di 8 vittorie (le ricordiamo: 2 col Pescara, 2 con l’Atalanta, 1 col Bologna, 1 col Chievo, 1 col Siena ed 1 con la Lazio, tutti i singoli successi sono stati conseguiti in casa), 16 pareggi e 14 sconfitte, sono stati segnate 46 reti e sono stati subite 55 marcature, i rigori a favore sono stati 6 di cui 5 realizzati, quelli fischiati contro ben 11, di cui però solo 7 trasformati; la vittoria più larga è senza dubbio il 5-1 ottenuto a Bergamo contro l’Atalanta, mentre la sconfitta più sonora (come differenza tra gol segnati e subiti) è stato il 4-1 subito a Parma; le ammonizioni comminate sono state 86 (di cui 11 a Darmian), le espulsioni 6 (di cui le due a Glik nei derby). Il giocatore sceso più volte in campo è stato Gillet con 37 presenze (ha saltato solo l’ultima contro il Catania), seguito da Cerci con 35, Gazzi con 34, Bianchi e Glik con 32, Meggiorini con 31 e Darmian con 30; capocannoniere è Bianchi con 11 gol, seguito da Cerci con 8 e Santana con 4; Cerci è stato l’uomo del passaggio decisivo con 10 assist, seguito da D’Ambrosio e Birsa con 4 a testa. La posizione massima raggiunta dai granata è stato l’11° posto dopo il match casalingo vinto contro l’Atalanta alla 25° giornata, dopodiché è avvenuto un certo appiattimento dei risultati che ha portato il Toro a perdere posizioni e ad essere lambito dalle squadre che si battevano per non retrocedere.

Vediamo ora una panoramica sui singoli, ruolo per ruolo.

  • Portieri:
    Jean Francois Gillet: voto 6,5; arrivato in estate dal Bologna, era un pallino di Ventura per le sue doti acrobatiche, per la buona capacità a disimpegnarsi anche con i piedi e per la propensione a guidare con i propri compagni con la voce dalla sua area, una specie di megafono del Mister dal campo. Ha fatto subito vedere di essere in grado di ripagare la fiducia e la spesa sostenuta per comprarlo con ottimi interventi che sono fruttati diversi punti in campionato, basta vedere le superbe prove sfornate nel girone di andata nelle difficili trasferte di Palermo e Genova contro la Samp, poi in prossimità della striscia che è iniziata dalla partita contro il Napoli fino a quella contro il Milan ha avuto un evidente calo di rendimento, seguito ad una confortante ripresa; nel girone di ritorno il reparto difensivo ha avuto meno compattezza e i gol subiti sono sembrati per lo più esenti da sue colpe; ma nel complesso una stagione discreta, ora però deve affrontare la partita più difficile, quella contro la giustizia sportiva dove pare difficile che possa compiere una parata da campione.

Ferdinando Coppola e Lys Gomis: s.v.; una presenza in campionato per il primo ed una in Coppa Italia per il secondo. Troppo poco per essere giudicati. Gomis ha trascorso la seconda parte della stagione ad Ascoli dove non ha potuto evitare la retrocessione in lega pro dei bianconeri, ma dovrebbe tornare a disposizione del progetto dei granata in estate, poi si vedrà se girarlo di nuovo in prestito o tenerlo per la panchina, mentre Coppola spera in un prolungamento del contratto almeno come terzo portiere.

  • Difensori:

Matteo Darmian: voto 6,5; tra i migliori come rendimento, enormemente maturato rispetto allo scorso anno, soprattutto in fase propositiva dove ha piazzato ben tre assist in stagione, ha duellato con buoni risultati contro avversari dal curriculum più importante del suo come Giovinco; per necessità in un paio di occasioni è stato spostato, partita in corso, a sinistra, ma è sembrato meno a suo agio; può essere un punto fermo indipendentemente dallo schema tattico del prossimo anno.

Danilo D’ambrosio: voto 6,5; 2 reti e 4 assist testimoniano di un buon debutto in serie A per il terzino destro che si è trovato molto bene anche a sinistra. Ottimo il suo feeling con Cerci sulla fascia di competenza, non ha patito il dualismo con Darmian su chi partiva titolare, ma da metà girone di ritorno in poi è un po’ calato come forma, anche se ha piazzato un assist importantissimo per Bianchi nella trasferta contro il Bologna che ha fruttato gol e pareggio all’ultimo secondo.

Kamil Glik: voto 6,5; anche per il centrale polacco una stagione che segna un buon miglioramento rispetto alla scorsa stagione, togliendosi pure lo sfizio del gol a Roma contro la Lazio. A volte troppo rude (specialmente nei due sfortunati derby) e in debito atletico contro alcuni avversari, ha però sfornato prove gladiatorie in tante partite che gli sono valse l’affetto dei tifosi che se lo coccolano con affetto e devozione per il suo spirito indomito.

Angelo Ogbonna: voto 6; una sufficienza un po’ stiracchiata per una stagione al di sotto delle aspettative, ma costellata da continui fastidi muscolari che ne hanno limitato l’utilizzo e il raggiungimento della piena forma fisica. Qualche pasticcio fatale qua e là ed un finale di stagione decisamente più adeguato ai suoi standard.

Guillermo Rodriguez: voto 6,5; arrivato con un po’ di scetticismo intorno a lui, ha dovuto aspettare un bel po’ prima di debuttare, ma complice le malferme condizioni di Ogbonna è stato una piacevolissima sorpresa scoprire le sue enormi qualità atletiche e caratteriali, bravo soprattutto nel gioco d’anticipo e nell’impostare le ripartenze per la manovra è stato più volte tra i migliori in campo; certo non sempre ha evitato il tracollo della difesa, vedi nel doppio confronto contro il Parma o nel match casalingo contro il Napoli, ma nel complesso non ha mai fatto rimpiangere il titolare del suo ruolo.

Valerio Di Cesare: voto 6; ha giocato poco e per lo più nel finale di stagione con la difesa schierata a cinque. Dà l’idea di essere un serio professionista sempre pronto quando è chiamato in causa, ma con evidenti limiti dettati da una gran voglia di strafare e non di rado si fa portare a spasso dal giocatore che marca. Però è tanto simpatico…

Salvatore Masiello: voto 5; uno dei tasselli deboli del Toro è la sua fascia di competenza; è evidente che spesso gli avversari lo saltino con troppa facilità, ha difficoltà sulle diagonali e lascia libero in area rivali che segnano indisturbati, in fase di costruzione lo si è visto poco, nonostante le capacità di cross ce le avrebbe, ma fatica ad arrivare sul fondo; il meglio lo dà quando riesce a giocare d’anticipo, soprattutto sulla trequarti. Ma troppo poco.

Pablo Caceres: voto 6-; un giudizio d’incoraggiamento per questo uruguagio arrivato in estate in condizioni fisiche aberranti e che gioca due sole partite in stagione facendo vedere tanto coraggio e buona predisposizione tattica, ma un controllo di palla non sempre facile (visto la poca dimestichezza col campo) e lacune tecniche varie.

  • Centrocampisti:

Alessio Cerci: voto 7,5; il pupillo di Ventura per eccellenza. Arriva a Torino per rilanciare la sua carriera e nel primo terzo di campionato ci mette un po’ a carburare e trovare il feeling con i compagni, anche se a Bergamo i suoi tre assist fanno vedere di che pasta è fatto, poi dopo essersi sbloccato con la rete contro la sua Fiorentina cresce sempre più e diventa l’anima e trascinatore della manovra granata, sforna assist e gol a ripetizione e si prende un posto in nazionale dimostrando di essere tra i migliori esterni del campionato; poi purtroppo le sue magie non bastano a salvare sempre il Toro dalla sconfitta, ma quello è un problema dettato dalla sfortuna (vedi i due pali presi contro la Roma) o dagli errori dei compagni. Francamente il migliore dei granata in stagione.

Alessandro Gazzi: voto 6,5; anche per il rosso mediano un inizio campionato incentrato a carburare e trovare gli equilibri giusti nello schema tattico nel reparto di competenza, poi sono venute fuori le sue grandi qualità di recuperatore di palloni contro qualsiasi avversario. Ventura lo spreme per tutta la stagione come uomo inamovibile e alla fine deve alzare bandiera bianca lasciando a Basha il ruolo di titolare, ma non prima di aver timbrato due volte in cartellino con reti pesanti nelle vittorie contro Atalanta e Chievo nel girone di andata.

Matteo Brighi: voto 6; prima parte di campionato senza sbavature, ma anche senza squilli a parte il gol contro il Pescara; poi l’orrenda prova casalinga contro il Parma lo relega in panchina per parecchio e il rapporto con Ventura deteriora e medita di lasciare la squadra, poi nel girone di ritorno torna in campo contro il Siena per necessità e segna un gol con esultanza polemica, in realtà si toglie per davvero la polvere d’addosso e, nonostante un fisico non più integro al 100%, dà luogo a buone prove in generale anche se talune volte poco e nulla può fare quando si trova a combattere da solo con Gazzi contro centrocampi avversari a cinque.

Mario Santana: voto 6,5; è molto discontinuo tra prove a ritmo di samba che ubriacano gli avversari e partite dove tanto movimento è uno sterile vagare in tondo. Però 4 gol e 2 assist riesce a piazzarli e l’impressione che se supportato da un terzino sinistro un po’ più dotato rispetto a Masiello avrebbe forse dato anche maggiore rendimento, invece in molte gare doveva rinculare per coprire il compagno.

Giuseppe Vives: voto 5,5; anche lui molto alterno, utilizzato come terzo mediano o come regista in quello a due, evidenzia limiti tecnici il più delle volte, ma fisicamente si fa valere e in taluni casi riesce in aperture persino da applausi che poi portano a marcature, altre volte è totalmente fuori giri. L’impressione è però che sia più valido in cadetteria che nella massima serie.

Migjen Basha: voto 6; vede il campo nel primo terzo di campionato e poi nell’ultimo, in mezzo si perdono sue notizie, per scelta tecnica, ed invece meriterebbe più considerazione perché quando è chiamato in causa lotta per recuperare palloni e verticalizzare per ali e attaccanti, certo ha qualche limite tecnico, ma può migliorarsi ed ha un buon feeling con Cerci.

Valter Birsa: voto 6; dopo tanta muffa al Genoa, l’arrivo al Torino gli apre le porte a maggiori chance, mette dalla sinistra diversi assist, ben 4, di cui la maggior parte per Bianchi. Segna anche due gol importanti contro Fiorentina e Atalanta. Soffre un po’ un certo evidente calo fisico nel secondo tempo quando è schierato dall’inizio e dovrebbe curare di più la fase di ripiegamento. A Parma fin quando è stato in campo, per altro a destra, compie una prestazione maiuscola con assist, un palo ed un gol annullato per presunto fuorigioco, poi esce e la squadra crolla miseramente in 15 minuti. Se riscattato può essere molto utile per la causa.

Alen Stevanovic: voto 5; nel girone di andata Ventura prova a dargli più fiducia possibile, ma è evanescente in tutte le occasioni, ombra impietosa dello scatenato esterno visto l’anno scorso, nel girone di ritorno fa appena un paio di apparizioni, poi esce dal progetto dell’allenatore e non viene manco più convocato, riuscendo per altro, a infortunarsi seriamente solo allenandosi; segna clamorosamente due gol e fa un assist nelle solo 15 presenze, è un talento da ricostruire nuovamente, ma difficilmente lo farà in maglia granata, credo.

Marko Bakic, Sergiu Suciu, Simone Verdi, Dolly Menga: s.v. tutti con una sola presenza a parte Verdi con quattro; saranno il futuro radioso del calcio, si spera anche del Toro.

  • Attaccanti:

Rolando Bianchi: voto 6,5; riesce a raggiungere la doppia cifra in una stagione difficile per lui forse più dal punto di vista umano che sportivo, che segna la fine della sua storia nel Torino. Gli undici gol risultano tutti pesanti e decisivi, in campo ha un ottimo rapporto con Cerci, suo vero compagno di reparto; ma sforna anche prestazioni al di sotto delle aspettative, sia perché non segna in occasioni limpidissime (come a Parma) o sia perché praticamente è inesistente in campo (nel derby di andata e a Catania), con Meggiorini e Barreto il feeling è minimo, meglio sembrava con Sansone. Forse è gestito male dal tecnico con cui rompe il legame già fragile dallo scorso anno. È comunque protagonista della stagione e dimostra di essere ancora un attaccante più che pericoloso.

Riccardo Meggiorini: voto 5,5; si danna come un matto in fase di pressing, risultando quasi il primo dei difensori. Così però paga in lucidità sotto porta e in presenza in area di rigore e sbaglia diverse opportunità. Brilla nella notte di San Siro contro l’Inter con una doppietta da sogno e illude con il terzo suo gol nel rocambolesco 3-5 interno contro il Napoli, ma il pubblico da un attaccante vuole vedere altro, e questo più che altro lo dovrebbe capire Ventura.

Vitor Barreto: voto 5,5; anche lui voluto fortissimamente da Ventura arriva a gennaio e da due stagioni viste più che altro dalla tribuna; fa fatica a trovare la forma fisica ottimale e il feeling con i colleghi, poi pian piano inizia a carburare e fa vedere applicazione sugli schemi e anche tre gol. Rimangono però indelebili i due tiri a Milano contro i rossoneri a tu per tu con Abbiati che si fa parare dall’estremo portiere avversario e che di fatto decretano la sconfitta del Toro; chissà il prossimo anno con un precampionato insieme a tutto il gruppo fin dall’inizio se le cose potranno cambiare. Giustizia sportiva permettendo.

Cristian Jonathas: voto 6; Ventura lo utilizza più che altro da rincalzo di Barreto, anche se lui è una punta da area di rigore che ha nella possanza fisica l’arma migliore, e che sfrutta ottimamente contro la Lazio segnando un preziosissimo gol vittoria. Nel finale di stagione si mette a fare gioco di pressing e di recupero palla sulla trequarti, dimostrando anche cose egregie, ma poi, come Meggiorini, paga lo scotto di non riuscire a crearsi spazi in area.

Gianluca Sansone: voto 6,5; nella mezza stagione passata sotto la mole fa venire il solluchero ai tifosi che vedono nelle sue potenzialità (veloce, buon dribbling, sempre all’erta, bravo sui calci piazzati) ancora da sgrezzare un diamante pregiato. Peccato che tra il giovane ex Sassuolo e Ventura il rapporto arrivi presto ai titoli di coda e che il Toro si disfi velocemente di lui. Certo l’impressione è che il giocatore ci abbia messo del suo, ma la gestione della vicenda ha dell’incredibile e del grottesco. Di lui rimane un prezioso gol di rapina nel finale a Napoli ed una espulsione casalinga rimediata senza colpa contro il Parma mentre era il migliore in campo.

Alessandro Sgrigna:voto 5,5; dopo una partita da incorniciare contro il Pescara fatta di un gol e un assist, sembra in grado di dire la sua in questa serie A conquistata a 32 anni, però poi il suo rendimento cala e la categoria sembra troppa impegnativa per lui; Ventura lo scarica in fretta e lui riparte da Verona dove dà il contributo per la promozione in A dei gialloblù.

Abou Diop: s.v; debutta in serie A e alla terza presenza fa in tempo a beccare una espulsione record dopo un minuto a Cagliari. Ha un gran potenziale, ma và dato in prestito.

  • Allenatore:

Gianpiero Ventura:voto 6; dopo la promozione conquistata con ampio merito lo scorso anno il tecnico ligure modella la squadra chiamando alla sua corte, come l’anno scorso, diversi giocatori a lui graditi per averli allenati in precedenti e recenti esperienze, creando così una serie di scommesse su cui puntare, alcune vanno a buon fine altre no. Sicuramente l’aver rigenerato ad lati livelli Alessio Cerci è il suo fiore all’occhiello della stagione, visto che l’esterno di scuola Roma è stato grande artefice della salvezza con le sue prestazioni; poi anche Gillet e Gazzi non hanno deluso le aspettative, mentre il dualismo tra Darmian e D’Ambrosio ha finito per giovare ad entrambi facendoli crescere sul piano tecnico. Ecco poi le cose andate meno bene: il 4-4-2 con gli esterni alti e defilati che ha consentito un campionato sempre ai vertici l’anno scorso in B quest’anno si è scontrato con realtà più elevate tecnicamente e spesso non ne è uscito bene dal campo; i due mediani facevano fatica, come detto, a fare diga se gli avversari in linea finivano ad essere persino più del doppio e Ventura più volte è stato costretto a correggere in corsa l’assetto della squadra, per poi, nel finale di stagione puntare su un 5-3-2 con gli esterni difensivi che salgono sulla linea del centrocampo in fase di costruzione e Cerci a fare la seconda punta un po’ larga a destra. Assetto interessante se dovesse essere portato avanti in futuro dal tecnico, su cui credo a sto punto Cairo continuerà a puntare nella prossima stagione. Mentre fallimentare è stata la gestione, più dal punto di vista umano che tecnico, del parco attaccanti. Di fatto il tecnico ha suggellato le separazioni a metà campionato tra il Toro e giocatori come Sansone e Sgrigna (clamoroso il primo) e quello più recente con Rolando Bianchi, ha costretto Meggiorini a dissenarsi in un ruolo atipico ed ambiguo che il numero 69 ha svolto con impegno, ma snaturando la sua vocazione di prima punta che gli hanno fruttato sonori fischi tante e troppe volte. Ha voluto Barreto come fosse un salvatore della patria ma i tifosi si sono visti recapitare un atleta da rigenerare su tutti i punti di vista, mentre giovani interessanti e da valorizzare come Menga, Bakic, Diop, Verdi e Suciu hanno visto solo panchina e tribuna, scontentando in molti, e per chi in stagione ha come obbiettivo di doversi salvare dalla B la pazienza ha limiti piuttosto stretti.  “Mister Libidine” ha così visto il suo indice di gradimento scendere vorticosamente nei tifosi. Gli consiglio di lavorare in estate sul concetto di umiltà e sul senso del gruppo, così che riesca a cogliere, con il nostro Toro, i traguardi sportivi che credo siano nelle sue corde, visto che è sicuramente il miglior tecnico visto nella gestione del presidente Cairo.

Come sempre FORZA VECCHIO CUORE GRANATA!!



Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog