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Il Pakistan pronto ad aprire il fuoco contro le incursioni della Nato.

Creato il 09 dicembre 2011 da Basil7

di Beniamino Franceschini

Il Pakistan pronto ad aprire il fuoco contro le incursioni della Nato.

Un aereo JF-17 con i colori della bandiera pakistana. | http://ammar360.com

Lo scorso 26 novembre un attacco aereo della Nato sul confine tra Afghanistan e Pakistan aveva causato la morte di ventiquattro soldati di Islamabad. Nonostante le dichiarazioni delle autorità statunitensi riguardo all’accidentalità degli esiti dell’operazione e la collaborazione offerta per la riparazione dei danni, il comandante delle operazioni militari pakistane, il generale Ashfaq Nadeem, ha sostenuto ieri di fronte al governo e alla Commissione Difesa del Senato che l’azione della Nato fosse stata programmata. Lo stesso Nadeem ha poi annunciato che le Forze Armate di Islamabad stanno prendendo in considerazione l’eventualità di schierare la contraerea lungo il confine con l’Afghanistan.

Il Pakistan aveva già riflettuto in passato su misure simili, ma a scoraggiare l’iniziativa era stato il rischio che gruppi di insorti o banditi potessero attaccare le postazioni prendendone possesso. Tuttavia, secondo quanto riferito da Javed Ashraf Qazi, presidente della Commissione Difesa, il progetto del generale Nadeem questa volta avrebbe incontrato il favore dei senatori. Sembra, anzi, che l’esercito abbia già dato istruzione ai propri soldati di aprire il fuoco in caso di future incursioni della Nato non autorizzate dal Pakistan, pur non specificando se la reazione debba essere limitata ai soli sconfinamenti in cielo. “The Express Tribune”, citando l’AFP, ha riportato le parole di un ufficiale pakistano rimasto anonimo che spiega come Islamabad disponga ormai di un «sistema di difesa aerea sulla frontiera afghana […] che è stato programmato per rispondere immediatamente abbattendo ogni velivolo o elicottero individuato».

La vicenda è da inserirsi nel progressivo logoramento dei rapporti tra gli Stati Uniti e il Pakistan cominciato con l’attacco della Nato in Afghanistan e fortemente accelerato dall’uccisione di Osama bin Laden nel maggio 2011. Islamabad ha rimproverato con durezza a Washington di non tenere in alcuna considerazione la sovranità pakistana, compiendo operazioni militari senza il consenso del governo locale sia dal cielo (tramite UAV, caccia ed elicotteri), sia attraverso la costante presenza della Cia. Riguardo all’attacco aereo dello scorso 26 novembre (il terzo episodio noto dal 2008), il Pakistan ha accusato direttamente gli USA sostenendo che, durante un’operazione congiunta con le truppe afghane lungo il confine, gli americani abbiano dato coordinate errate ai propri elicotteri dopo che i pakistani avevano negato la presenza di unità nelle vicinanze che potessero sostenere i soldati della Nato. A rincarare la dose, è stata l’affermazione che l’attacco sia continuato anche dopo il contatto stabilito con il comando pakistano. Da parte loro, gli statunitensi addossano la responsabilità a un’errata interpretazione di una comunicazione tra le due parti.

Il Pakistan pronto ad aprire il fuoco contro le incursioni della Nato.

Proteste dopo l'azione Nato del 26 novembre.

Per risposta all’uccisione di ventiquattro militari, il governo di Islamabad ha chiuso il transito verso l’Afghanistan ai convogli della Nato, chiedendo contestualmente agli Stati Uniti di abbandonare la base aerea di Shamsi, nel sudovest del Pakistan, e boicottando poi la conferenza di Bonn circa la stabilizzazione del Paese governato da Karzai. Ieri, una ventina di cisterne della Nato sono state incendiate (nessun ferito) mentre si trovavano ferme proprio a uno dei varchi bloccati dalle autorità pakistane.

Resta da capire se realmente Islamabad abbia già installato postazioni antiaeree lungo il confine, poiché la stessa stampa pakistana non è stata concorde nel riportare la notizia: se da un lato, infatti, il quotidiano “Dawn” ha descritto la presenza del sistema difensivo, dall’altro lato il già citato Qazi non ha confermato niente di più del favore incontrato dalla proposta lanciata dal generale Nadeem.
Nel frattempo, la Nato sta procedendo con un’inchiesta riguardo ai fatti di novembre alla quale i pakistani hanno rifiutato di collaborare.

(Il contenuto del testo può essere liberamente utilizzato per fini non commerciali, purché se indichino provenienza e autore).



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