Consiglio di guardare il link accluso
http://www.camcom.bz.it/it-IT/ALTRISERVIZI/museo_mercantile.html
dove si può ammirare meglio il Palazzo Mercantile. Cliccando sull’immagine in basso al testo e sulle freccette, si può seguire tutto un interessante itinerario del palazzo.
Per dare una sede adeguata all’istituzione del Magistero Mercantile, stante l’importanza ormai consolidata sia delle fiere sia dell’ente stesso, nel 1660 fu affittato un edificio dalla famiglia Zallinger, acquistandolo poi definitivamente nel 1708. Due anni dopo l’architetto veronese Francesco Perotti venne incaricato di progettare un nuovo palazzo dove spostare la sede del Magistero; Perotti, veronese, fu coadiuvato nell’esecuzione dei lavori dai fratelli Giovanni Battista e Giuseppe Delai, maestri muratori. L’opera fu completata nel 1716, ma già nel 1718 fu deliberato l’ampliamento del fabbricato dai Portici (i Portici Italiani, o Walschegewoelben (nb:Walsche in dialetto tirolese sta per “bastardo”) verso la via Argentieri. L’opera venne poi completata nell’anno 1727.
Pur essendo di stile barocco, l’edificio si inserisce assai bene nella struttura urbana dei portici, anche se fu riscontrata una difficoltà iniziale dovuta al dislivello evidente tra le due strade, soluzione brillantemente risolta con le scalinate con i due pregevoli portoni di ingresso che danno sulla via Argentieri.
L’ingresso, come sopra detto, ha due scalinate gemelle ciascuna con un portone ornato da un fregio e sovrastati da un lungo balcone. L’edificio si articola su tre piani, contornanti un cavedio sovrastato da un grandissimo lucernario che illumina a giorno gli interni con un bellissimo effetto.
Appena entrati, dopo un piccolo corridoio, si arriva nel cortile interno adornato da due statue .
Ci sono inoltre le copie degli ordini di acquisto, le bolle di consegna, le fatture, i libri mastri a partita doppia ed altri documenti di spesa, tutti redatti con una scrittura regolare ed elegante. Nella saletta a fianco un grandissimo dipinto, ad opera di Martin Knoller, raffigurante tutta la famiglia durante un suo trasferimento da Bolzano a Milano.
Nelle altre stanze, tavolinetti intarsiati, sedie e divanetti imbottiti bellissimi scrittoi e negli angoli di alcune sale delle stupende Kachelofen, ossia le stufe di materiale refrattario rivestite in ceramica allegramente colorata oppure bianche ma con fregi in oro nello stile “veneziano” dell’epoca,
All’ultimo piano, il Salone d’onore che ospitava il tribunale mercantile: un vasto locale dove venivano tenute le riunioni dei Magistrati mercantili cui assistevano i commercianti. In una nicchia piuttosto vasta e rialzata rispetto al salone, il tavolino e le poltrone dove sedevano i giudici.
Dal soffitto pendono enormi lampadari di cristallo, come pure le piccole ma numerose appliques sulle pareti.
Infine le cantine. La loro origine è antecedente alla costruzione del palazzo, in quanto risalgono addirittura al XIII e XIV secolo, però i costruttori le preservarono comunque, anche se con delle modifiche. Altri cambiamenti furono apportati in epoche successive, costruendo dei solai, modificando la disposizione delle sale costruendo dei muri ed abbattendone altri ed aggiungendo delle scale di legno, piuttosto ripide, data la profondità delle stanze.
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