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Il Pan di Ramerino con Pasta Madre

Da Fairyskull @InCucinaconMe

Pane di ramerino

Da uno scopiazzamento della ricetta sul blog di Giulia e da qualche consultazione con lei, è nato questo pan di ramerino con pasta madre che tanto mi ispirava. Quando ho visto le sue foto ho subito pensato che lo dovevo fare, però se non uso la pasta madre non son contenta e così ho stravolto come sempre quasi tutto.

Era da tanto che non facevo un lievitato, poi uno dolce e un pò salato non lo avevo ancora fatto! Altro che gelato al cioccolato! ;-D

Questo pane forse lo avevo già sentito nominare ma non lo avevo mai visto e soprattutto perchè la banda dei miei Amici fiorentini non me lo aveva mai fatto conoscere?!? Brutti!

Il ramerino per chi non lo sapesse è il rosmarino detto alla toscana.

Tu prendi un primo morso di questo pane profumatissimo di vaniglia e pensi che sia dolce, quello dopo senti il rosmarino e ti pare salato, è davvero particolare, mi ha meravigliato.

Pan di ramerino

La lievitazione lenta dell’impasto dura una notte e quella dei panini formati sulle due orette… Io non ho la planetaria quindi ho impastato a mano, vi avviso che a tratti potreste pensare “oh Signore!” l’impasto tende ad appiccicare ma piano piano e se vi aiutate con una spatola vedrete che riuscirete a staccarlo dalla spianatoia. Insomma questa è un’altra ricetta della serie pasta madre a caso, se non si era capito!

Inizio ad impastare la sera verso le 9,30…

Ingredienti:

400g farina 0

150 pasta madre rinfrescata

180g olio extravergine d’oliva

150 g uvetta secca

50g zucchero di canna

200g acqua tiepida

1 bicchierino di rum

12g sale

5g di rosmarino tritato finemente

 

Serviranno inoltre:

un uovo intero piccolo

5og zucchero di canna

50g acqua

un pizzico di vaniglia in polvere

 

Per prima cosa ammollare l’uvetta nel rum aggiungendo un pò di acqua fino a ricoprila tutta.

In un pentolino riscaldare il rosmarino con l’olio fino a quando inizia a friggere, spegnere e fare raffreddare.

In una ciotola riunire la farina con la pasta madre spezzettata, aggiungere l’acqua e iniziare ad impastare con l’aiuto di un cucchiaio di legno.

Aggiungere lo zucchero e l’olio. Amalgamare bene il tutto e trasferire sulla spianatoia.

Iniziare a lavorare l’impasto, cercate di non aggiungere farina, aiutatevi con una spatola. Unire anche il sale.

Impastare bene fino ad ottenere un bel panetto, aggiungere anche l’uvetta precedentemente scolata e strizzata.

Ungere tutto il panetto con un filo dolio e fare lievitare in una ciotola coperta per tutta la notte.

La mattina verso le dieci ho ripreso in mano l’impasto che era bello lievitato…

Sgonfiarlo e formare le pezzature a seconda del proprio gusto. In origine la forma sarebbe tonda, io a tema Pasqua e dato che ero stanca di veder girare per casa questo stampo per colomba ho dato la forma di un filoncino e l’ho messo a lievitare li dentro, ecco magari la prossima volta ci metto pure le ali di fianco… per dire che alla fine è venuto fuori il solito tordo. Ho anche fatto un panino però… perchè tutto l’impasto per quello stampo mi pareva troppo e invece forse andava bene…

Colomba di pan di ramerino

Fare lievitare nuovamente per circa un’ora o due o comunque fino a quando i panetti son ben lievitati.

Una volta pronti trasferire su di una teglia rivestita con carta da forno, praticare dei tagli sopra con una lama affilata, spennellare con l’uovo sbattuto e cuocere in forno caldo a 180° per circa 20/30 minuti. Devono diventare belli gonfi e dorati.

Nel frattempo preparare uno sciroppo con lo zucchero, l’acqua e la vaniglia, fare cuocere per circa 10 minuti.

Sfornare i panini, disporli su di una gratella e spennellare subito con lo sciroppo appena preparato.

Fare raffreddare.

E adesso si possono gustare sia con il dolce che con il salato. Noi qui a casa ce li siamo mangiati a colazione, con sopra della marmellata di arance, ancora un tocco in più! A me questa ricetta ricorda un pò la castagnina (castagnaccio) che facciamo a casa con sopra uvetta, aghi di rosmarino e un filo d’olio.

Il profumo che emanano in questo momento è indescrivibile, una vera goduria.


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