«Adesso vorrei consigliare a tutti voi una medicina: è una medicina speciale, non è che il Papa adesso si è messo a fare il farmacista ma vorrei suggerire a tutti voi un modo per concretizzare i frutti dell’Anno della Fede che volge al termine. È una medicina di 59 granuli intracordiali». Con queste parole oggi Papa Francesco, rivolgendosi ai fedeli in Piazza San Pietro, nell’inedita veste di “farmacista spirituale” ha consigliato – mostrando una confezione contenente un Rosario, un’immagine di Gesù misericordioso foglietto con posologia e istruzioni per l’uso – la preghiera come «medicina speciale».
Riuscito colpo di teatro o ennesima battuta da parte del Papa venuto «dalla fine del mondo»? In realtà, né una né l’altra dato che – anche se i più forse lo ignorano – il ricorso alla preghiera, al di là dei frutti spirituali che propizia, è effettivamente benefico per la salute e non solo. Esiste infatti una ricca letteratura che attesta un legame positivo fra religione e maggior salute mentale e fisica [1], meno depressione [2] e addirittura minori tassi di criminalità [3]. Questo per considerare, in generale, il versante religioso.
Se poi ci soffermiamo sulla “medicina”, tipicamente cattolica, «di 59 granuli intracordiali», non possiamo fare a meno di ricordare come la corona del Rosario implichi, quale espressione di preghiera ripetitiva e prolungata, un’alternazione del cervello che consente, assicurando calma a quanti la recitano, una positiva alterazione della frequenza delle onde cerebrali emesse. Che poi la stessa assistenza spirituale sia benefica, lo suggeriscono rilevazioni secondo cui alle visite giornaliere di sacerdoti, mediamente, sono associati ricoveri meno prolungati [4].
Dunque non sorprende l’esito di una ricerca condotta su 21.204 persone secondo, in media, i credenti vivrebbero 14 anni in più rispetto agli atei [5], né meraviglia che un sondaggio internazionale di Gallup sull’ottimismo, nella top ten delle nazioni più “felici” abbia registrato la presenza di ben 9 Paesi a larga maggioranza cattolica [6]. Intediamoci: nessuno è così ingenuo da credere che basti professarsi cattolici per ritrovarsi automaticamente allegri e spensierati, né s’intende appiattire sulla mera convenienza la profondità e gli effetti della preghiera. Ma una cosa è certa: quando Papa Francesco raccomanda la medicina della Misericordia, fa sul serio. E ha ragione.
Note:[1] Cfr. Koenig H. (2012) Handbook of Religion and Health, 2nd edition. Oxford University; [2] Cfr. Blazer D. (2012) Religion/Spirituality and Depression: What Can We Learn From Empirical Studies? «The American Journal of Psychiatry»; 169:10-12. 10.1176/appi.ajp.2011.11091407; [3] Cfr. Johnson B. (2011) More God, Less Crime: Why Faith Matters and How It Could Matter More. Templeton Press; [4] Cfr. Iler W.L. – Obenshain D. – Camac M. (2001) The impact of daily visits from chaplains on patients with chronic obstructive pulmonary disease (COPD): a pilot study. «Chaplaincy Today»; 17(1): 5-11; [5] Cfr. Bunn A. – Randall D. (2011) Health benefits of Christian faith. «Christian Medical Fellowship»; 44: 1-4; [6] Cfr. Clifton J. Latin Americans Most Positive in the World. «Gallup», 19/12/2012.